11 settembre 2011

Il primo giorno (di scuola) che vorrei

Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente?

Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.

Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.

Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.

E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo.

Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…

Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.

Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.

E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.

Per questo, un giorno, vi ricorderò.

Avvenire, 10 settembre 2011

Versione audio mp3

A seguire le traduzioni in inglese, francese, spagnolo e catalano

English Version:

 

What I wanted to hear from my teachers on my first day of school.

What would I have wanted to hear from my teachers on my first day of school, or what would I want them to tell me if I became a student again?

Tales about my vacations? No. Those of my classmates? No. I would already know everything. You have to study? This is going to be difficult? We’re going to have to make more of an effort? No, no thank you. I know. This is why I’m here, and besides I’m deaf from the ear of duties. Tell me something different, something new, so that I don’t start getting bored already, but rather that I might feel even just a slight desire to start this school year. From the ear of passion, I can hear perfectly.

Show me that it’s worth my while to stay here for a whole year listening to you. Tell me please that all this will be relevant to my everyday life, that it will help me better understand the world and myself, that it’s worthwhile for me to be here. Show me, most of all through your own lives, that the effort you demand of me will fill my own life the way it fills yours. You have dedicated studies, efforts and dreams to teach me your subject, now show be that it’s all true, that you are conveyors of something desirable and indispensable, something that you own and that you wish to impart upon me as a gift. Show me that you lose sleep to teach me these things that — you say — are worth my efforts. I want to look into your eyes and if they’re not shining I’m going to get bored, I’m telling you now, and I’m going to do something else. You can’t lie to me. If you don’t believe it, then why should I? And don’t tell me about your salaries, about the union, about [Italian education minister] Gelmini, about your family and relationship troubles, about your failures and your obsessions. No. Tell me about how much you love the force of the sun that has burned for 5 billion years and transforms hydrogen into light, life and energy. Tell me how this happens, this miracle that will continue for at least another 5 billion years. Tell me why the moon always shows me her same face and teach me how to interrogate her like Leopardi’s shepherd did. Tell me how it’s possible that a rose has petals arranged according to a divine and infallible proportion and why the heart is a muscle that beats involuntarily and how the eye transforms light into images.

There are so many things in this world that I don’t know and that you could teach me, with eyes shining, because only wonder knows.

And tell me about the mystery of humans, tell me how the Greeks built their temples that you feel like you’re in contact with the gods, and how the Romans managed to combine beauty and utility like nobody else. Tell me how Leonardo da Vinci did it, how Magellan did it. Tell me the secret of Einstein, Gaudi’, or Mozart. If you know it, tell me.

Tell me, how am I supposed to decide what to do with my life, if I don’t know about the lives of others? Tell me, how am I supposed to find my own story, if I have not a bit of passion for those that left their mark? Tell me what I should gamble my life for. Or no, don’t tell me. I will decide for myself. You show me the possibilities. Help me discover my passions, my talents, and my dreams. And remember that you will only succeed if you yourself have dreams, projects and passions of your own. Otherwise how am I supposed to believe you? And remind me that my life is not repeatable, that it’s made for greatness, and help me not to settle for small pleasures, real and virtual, that may satisfy me in the moment, but that deep down just bore me…

Challenge me, put my best qualities to the test, and write them on your register along with all those grades that are always the same. Help me not to believe illusions, not to live on dreams filled with air, but at the same time teach me to dream and to have the patience to realize these dreams, turning them into projects.

Teach me to reason, such that I may not derive my beliefs from common cliches, from the dominant thought, from unreasoned thought. Help me to be free. Remind me of the unity of knowlegde and don’t tell me about the unity of Italy, but be united among each other: don’t talk ill of one another, I beg you. And remind me of how beautiful this country is, talk about it, make me want to discover everything it is hiding before I begin to long for a tropical vacation.

And please, one last favor, keep your cynicism to yourselves. Don’t hide your battles from me, but give me the strength to bear them and don’t poison my hopes even before I have conceived them.

For this, one day, I will remember you.

Tradotto da Chiara che ringrazio!

Versione francese:

 

Qu’est-ce que j’aurais voulu que mes professeurs me disent le premier jour d’école ou qu’est-ce que je voudrais qu’ils me disent si je redevenais étudiant? Tu dois étudier? Il faudra travailler plus?
Non, non merci. Je le sais. C’est pour cela que je suis ici.
Dites-moi quelque chose de différent, de nouveau, pour que je ne commence pas tout de suite à m’ennuyer mais que j’aie au moins un peu envie de commencer cette année scolaire. Démontrez-moi que cela vaut la peine de rester ici une année entière à vous écouter. Dites-moi, s’il vous plaît, que tout cela a quelque chose à voir avec la vie quotidienne, que cela m’aidera à mieux comprendre le monde et moi-même. Vous avez consacré vos études, vos efforts et vos rêves à l’enseignement de votre matière, démontrez-moi maintenant que tout est vrai, que vous êtes les médiateurs d’une chose désirable et indispensable, que vous possédez, et que vous voulez m’offrir. Je veux bien regarder vos yeux et s’ils ne brillent pas je m’ennuierai, je vous le dis d’emblée, et je ferai autre chose. Vous ne pouvez pas me mentir. Si vous n’y croyez pas vous mêmes, pourquoi devrais-je y croire?
Il y a tant de choses au monde que je ne connais pas et que vous pourriez m’expliquer, avec les yeux qui brillent, car seul l’émerveillement connaît. Révélez-moi le secret de l’homme qui crée la beauté obligeant tout le monde à s’améliorer rien qu’en la respirant. Dites-moi comment ont fait Léonard de Vinci, Dante et Magellan. Révélez-moi les secrets d’Einstein, de Gaudi et de Mozart. Si vous connaissez tout cela, dites-le moi. Dites-moi comment je peux décider ce que je veux faire de ma vie si je ne connais pas celle des autres ; comment je peux trouver mon histoire si je n’ai même pas une miette de passion pour celles qui ont laissé une trace. Aidez-moi à découvrir mes talents, mes passions et mes rêves. Et souvenez-vous que vous n’y parviendrez que si vous avez vous aussi des rêves, des projets, des passions. Autrement comment pourrais-je vous croire? Rappelez-moi que ma vie est unique, faite pour la grandeur, et aidez-moi à ne pas me contenter de la consommation de petits plaisirs réels et virtuels qui, sur le moment me satisfont mais m’ennuient dans le fond.
Apprenez-moi à raisonner pour que je ne cherche pas mes idées
dans les lieux communs, dans une pensée irréfléchie. Aidez-moi à être libre. Rappelez-moi combien notre pays est beau, parlezm’en, donnez-moi l’envie de découvrir tout ce qu’il cache avant de désirer des vacances à Miami. Et s’il vous plaît, une dernière faveur, gardez le cynisme pour le cercle des traîtres. Ne me cachez pas les batailles mais donnez-moi la force de les affronter et n’empoisonnez pas mes espoirs avant même que je les aie conçus.
C’est pour cela qu’un jour je me souviendrai de vous.

Tradotto dal Centro Culturale di Friburgo

 

Versione spagnola

 

El primer día (de clase) que me gustaría tener

¿Qué me hubiera gustado que me dijeran el primer día de clase mis profesores o qué querría que me dijeran si volviera a ser estudiante?

¿Contar las vacaciones? No. ¿Oír las de mis compañeros? No. Sabría ya todo. ¿Que tengo que estudiar? ¿Que será difícil? ¿Que habrá que aplicarse más? No, no gracias. Lo sé. Por eso estoy aquí, y además por el oído de las obligaciones no oigo. Decidme algo diferente, nuevo, para que no empiece a aburrirme desde ya, sino que me entren por lo menos unas pocas ganas de empezar este curso escolar. Por el oído de la pasión oigo muy bien.

Demostradme que merece la pena estar aquí durante un año entero escuchándoos. Decidme por favor que todo esto tiene que ver con la vida cotidiana, que me ayudará a entender mejor el mundo y a mí mismo, en fin, que merece la pena estar aquí. Demostradme, sobre todo con vuestras vidas, que el esfuerzo que tengo que hacer podría llenar mi vida como llena la vuestra. Habéis dedicado estudios, esfuerzos y sueños para enseñarme vuestra asignatura, ahora demostradme que todo es verdad, que vosotros sois los mediadores de algo deseable e indispensable, que vosotros poseéis y queréis regalarme. Demostradme que perdéis el sueño para enseñarme esas cosas que –decís- valen mis esfuerzos. Quiero mirar bien vuestros ojos y si no brillan me aburriré, os lo advierto antes, y haré otra cosa. No podéis mentirme. Si no creéis en ello vosotros, ¿por qué debería hacerlo yo? Y no me habléis de vuestros sueldos, del sindicato, del ministro de educación, de vuestros líos familiares y sentimentales, de vuestros fracasos y de vuestras obsesiones. No. Habladme de cómo amáis la fuerza del sol que arde desde hace cinco mil millones de años y transforma su hidrógeno en luz, vida, energía. Decidme cómo sucede este milagro que durará al menos otros cinco mil millones más. Decidme por qué la luna me muestra siempre la misma cara y enseñadme a preguntarle como el pastor errante de Leopardi. Decidme cómo es posible que la rosa tenga los pétalos dispuestos según una proporción divina infalible y por qué le corazón es un músculo que late involuntariamente y cómo hace el ojo para transformar la luz en imágenes.

Hay muchas cosas en este mundo que no sé y que vosotros podríais explicarme, con vuestros ojos brillando, porque solo el estupor conoce.

Y decidme el misterio del hombre, decidme cómo hicieron los griegos para construir sus templos que parece que en ellos pueda uno conversar con los dioses, y cómo hicieron los Romanos para unir belleza y utilidad como nadie lo ha hecho. Y decidme el secreto del hombre que crea belleza y obliga a todos a volverse mejores solo con respirarla. Decidme cómo hizo Leonardo, cómo hizo Dante, cómo hizo Magellano.  Decidme el secreto de Einstein, de Gaudí y de Mozart. Si lo sabéis decídmelo.

Decidme ¿cómo hago para decidir qué hacer con mi vida, si no conozco la de los demás? Decidme ¿cómo hacer para encontrar mi historia, si no tengo una pizca de pasión por la de los que han dejado huella? Decidme por qué puedo jugarme la vida. Es más, no, no me lo digáis, quiero decidirlo yo, vosotros enseñadme el abanico de posibilidades. Ayudadme a descubrir mis talentos, mis pasiones y mis sueños. Y recordad que lo conseguiréis solo si también vosotros tenéis vuestros sueños, proyectos, pasiones. Si no, ¿cómo haré para creeros? Y recordadme que mi vida es una vida irrepetible, hecha de grandeza, y ayudadme a no conformarme con consumir pequeños placeres reales y virtuales, que me satisfacen en el momento pero que muy en el fondo me aburren…

Desafiadme, poned a prueba mis cualidades mejores, escribidlas en vuestro cuaderno, además de las calificaciones que encima son siempre las mismas. Ayudadme a no hacerme vanas ilusiones, a no vivir de castillos en el aire, pero al mismo tiempo enseñadme a soñar y a adquirir la paciencia para realizar estos sueños, convirtiéndolos en proyectos.

Enseñadme a razonar, para que no saque mis ideas de los tópicos, del pensamiento dominante, del pensamiento no pensado. Ayudadme a ser libre. Recordadme la unidad del saber y no me contéis la unificación italiana, pero estad unidos vosotros en los claustros: no habléis mal los unos de los otros, os lo ruego. Y recordadme lo hermoso que es este País, habladme de él, haced que me entren ganas de descubrir todo lo que esconde mucho antes de que desee unas vacaciones en Miami. Enseñadme los lugares antes que los no-lugares.

Y por favor, un último favor, guardad el cinismo para  los traidores. No me escondáis las batallas, pero hacedme fuerte para poder afrontarlas y no envenenéis mis esperanzas mucho antes de que yo las haya concebido.

Por esto, un día os recordaré.

Traduzione spagnola di Cristina Marcos Martin

 

Versione catalana

 

El primer dia (d’escola) que voldria

Què voldria haver sentit dir-me el primer dia d’escola pels meus professors o què voldria que em diguessin si em convertís en estudiant?

Les vacances? No. Les vacances dels meus companys? No. Ja ho sabria tot. Has d’estudiar? Serà difícil? Caldrà esforçar-se més? No, no gràcies. Ho sé. Per això sóc aquí, i a més per l’orella dels deures no hi sento. Digueu-me alguna cosa diferent, nova, perquè no comenci a avorrir-me des del primer moment, sinó que em vinguin ganes d’iniciar aquest any escolar. Per l’orella de la passió hi sento perfectament.

Demostreu-me que val la pena estar aquí un any sencer escoltant-vos. Digueu-me si us plau que tot això importa per a la vida de cada dia, que m’ajudarà a entendre millor el món i a mi mateix, que val la pena estar aquí. Demostreu-me sobretot, amb la vostra vida, que l’esforç que haig de fer pot omplir la meva vida com omple la vostra. Heu dedicat estudi, esforços i somnis per ensenyar-me la vostra matèria. Ara demostreu-me que tot és veritat, que sou mediadors d’una cosa desitjable i indispensable, que posseïu i voleu regalar-me. Demostreu-me que perdeu la son per ensenyar aquelles coses que –dieu- mereixen el meu esforç. Vull mirar bé els vostres ulls i si no brillen m’avorriré -us ho dic ara- i em dedicaré a altres coses. No podeu mentir-me. Si no hi creieu vosaltres, per què ho hauria de fer jo? I no em parleu dels vostres sous, dels sindicats, de la LOCE, dels vostres problemes familiars i sentimentals, dels vostres fracassos i de les vostres obsessions. No. Parleu-me de com estimeu la força del Sol que crema des de fa 5 bilions d’anys i transforma el seu hidrogen en llum, vida i energia. Digueu-me com succeeix aquest miracle que durarà almenys 5 bilions d’anys més. Digueu-me per què la Lluna em dóna sempre la mateixa cara i ensenyeu-me a interrogar-la com el pastor errant de Leopardi. Digueu-me com és possible que la rosa tingui els pètals disposats segons una proporció divina infalible. Expliqueu-me per què el cor és un múscul que batega involuntàriament i com s’ho fa l’ull per transformar la llum en imatges.

Hi ha tantes coses en aquest món que no sé i que vosaltres em podeu explicar, amb els ulls que us brillen, perquè només l’estupor coneix.

I conteu-me el misteri de l’home. Digueu-me com s’ho han fet els grecs per construir els seus temples que sembla que dialoguin amb els déus i com ho han fet els romans per unir bellesa i utilitat com ningú. I digueu-me el secret de l’home que crea bellesa i obliga a tots a millorar només amb el fet de respirar-la. Digueu-me com ho va fer Leonardo, Dante o Magallanes. Expliqueu-me el secret d’Einstein, de Gaudí i de Mozart. Si ho sabeu, digueu-m’ho.

Digueu-me com ho he de fer per decidir què fer de la meva vida, si no conec la dels altres. Com trobar la meva història si no tinc ni un bri de passió per aquelles que han marcat el món? Digueu-me per quina cosa puc jugar-me la vida. Però millor no; no m’ho digueu, ho vull decidir jo. Vosaltres feu-me veure el ventall de possibilitats. Ajudeu-me a descobrir els meus talents, les meves passions i els meus somnis. I recordeu que només ho aconseguireu si vosaltres també teniu somnis, projectes i passions. Altrament, com m’ho creuré? Recordeu-me que la meva vida és una vida irrepetible, feta per a la grandesa, i ajudeu-me a no acontentar-me de consumir petits plaers reals i virtuals que em satisfan al moment, però realment, per dins, m’avorreixen…

Poseu-me reptes, poseu a prova les meves millors qualitats. Registreu-les més enllà d’aquelles notes que al final sempre són les mateixes. Ajudeu-me a no enganyar-me, a no viure de somnis roses, però al mateix temps ensenyeu-me a somiar i a obtenir la paciència per realitzar els somnis, per convertir-los en projectes.

Ensenyeu-me a raonar perquè no prengui les meves idees de llocs comuns, del pensament dominant, del pensament no pensat. Ajudeu-me a ser lliure. Recordeu-me la unitat del saber i no m’expliqueu la unitat d’Itàlia. Estigueu units dins el claustre de professors: no parleu malament l’un de l’altre, mai, us ho prego. I recordeu-me com n’és de bonic aquest país. Parleu-me’n, feu-me venir ganes de descobrir tot allò que amaga abans de desitjar viatjar a Miami. Ensenyeu-me els llocs en comptes dels no-llocs.

I, si us plau, un últim favor: tingueu ben empresonat el cinisme dels traïdors. No m’amagueu les batalles, però feu-me fort per poder afrontar-les i no enverineu les meves esperances, abans inclús que les hagi concebudes.

Per això, un dia, us recordaré.

Tradotto da Oriol Maduell Creus

 

Versione rumena

Prima zi (de școală) așa cum mi-aș dori-o

Ce aș fi vrut să aud în prima zi de școală de la profesorii mei sau ce aș vrea să îmi spună dacă aș fi din nou elev?

Relatarea întâmplărilor din vacanță? Nu. Relatările prietenilor mei? Nu. Aș ști deja totul. Trebuie să înveți? Va fi greu? Va trebui să te străduiești mai mult? Nu, nu, mulțumesc. Asta știu deja. Pentru asta mă aflu aici, și apoi, cu urechea datoriei nu aud. Spuneți-mi ceva diferit, nou, ca să nu mă plictisesc imediat, ci să simt măcar puțin dorința de a începe un nou an școlar. Cu urechea pasiunii aud foarte bine.

Demonstrați-mi că merită să stau aici un an întreg să vă ascult. Spuneți-mi, vă rog, că toate acestea au legătură cu viața de fiecare zi, că mă vor ajuta să înțeleg mai bine lumea și pe mine însumi, că merită să stau aici. Demonstrați-mi, mai ales cu viețile voastre, că efortul pe care trebuie să îl fac ar putea umple viața mea așa cum efortul dumneavoastră vă umple viețile. Ați dedicat studii, eforturi și vise pentru a putea preda o disciplină, acum demonstrați-mi că totul e adevărat, că dumneavoastră sunteți mesageri pentru ceva dezirabil și indispensabil, ce dețineți și vreți să îmi dăruiți și mie. Demonstrați-mi că vă pierdeți somnul pentru a mă învăța acele lucruri care – spuneți – merită efortul. Vreau să mă uit în ochii dumneavoastră și, dacă nu strălucesc, mă voi plictisi, vă spun de la început, și voi face altceva. Nu mă puteți minți. Dacă nu credeți dumneavoastră, de ce ar trebui să cred eu?

Și nu-mi vorbiți de salarii, de sindicat, de problemele familiale și sentimentale, de falimentele și obsesiile dumneavoastră. Nu. Vorbiți-mi despre cât de mult iubiți forța soarelui care arde de 5 miliarde de ani și transformă hidrogenul în lumină, viață, energie. Spuneți-mi cum are loc acest miracol ce va dura alte 5 miliarde de ani. Spuneți-mi de ce luna îmi arată mereu aceeași față. Spuneți-mi cum e posibil ca trandafirul să aibă petalele dispuse într-o simetrie divină și de ce inima e un mușchi ce bate involuntar și cum reușește ochiul să transforme lumina în imagini.

Sunt atâtea lucruri în această lume pe care nu le știu și pe care mi le puteți explica, cu ochii strălucind, pentru că doar uimirea ajunge să cunoască.

Și mai spuneți-mi despre misterul omului, spuneți-mi cum au reușit grecii să construiască templele ce par a fi o conversație cu zeii, și cum au reușit romanii să îmbine frumosul și utilul ca nimeni altcineva înaintea lor. Și spuneți-mi secretul omului care creează frumusețe și îi determină pe toți să devină mai buni doar privind frumusețea creată de el. Spuneți-mi cum au reușit Leonardo, Dante, Magellan. Spuneți-mi secretul lui Einstein, Gaudi și Mozart. Dacă știți aceste lucruri, spuneți-mi.

Spuneți-mi cum să decid ce să fac cu viața mea, dacă nu cunosc viețile altora? Spuneți-mi cum să îmi aflu propria poveste, dacă nu am o fărâmă de pasiune pentru acele povești care au marcat omenirea? Spuneți-mi pentru ce să îmi dedic viața? De fapt, mai bine nu îmi spuneți acest lucru, vreau să decid eu, dumneavoastră arătați-mi paleta posibilităților. Ajutați-mă să îmi decopăr talentele, pasiunile și visele. Și amintiți-vă că veți reuși doar dacă aveți și dumneavoastră visele dumneavoastră, proiectele dumneavoastră, pasiunile dumneavoastră. Altfel, cum să vă cred? Și amintiți-mi că viața mea e unică, și mi-a fost dăruită pentru a o trăi la un nivel înalt, și ajutați-mă să nu mă mulțumesc doar să consum mici plăceri reale sau virtuale, care pentru moment îmi oferă satisfacție dar, în interiorul meu, mă plictisesc…

Provocați-mă, puneți la încercare calitățile mele cele mai bune, însemnați-le într-un catalog, lângă acele note care, de altfel, sunt mereu aceleași. Ajutați-mă să nu mă amăgesc singur, să nu trăiesc din vise bazate pe nimic, dar, în același timp, învățați-mă să visez și să mă înarmez cu răbdarea necesară pentru   a-mi realiza visele, făcându-le să devină proiecte.

Învățați-mă să gândesc, pentru a nu lua idei prefabricate, din gândirea comună, din gândul negândit. Ajutați-mă să fiu liber. Amintiți-mi unitatea pe care o dă gândul, nu-mi povestiți despre unitatea țării, ci fiți dumneavoastră uniți în consiliul clasei: nu vă vorbiți de rău unul pe altul, vă rog. Și amintiți-mi cât e de frumoasă această țară, vorbiți-mi, determinați-mă să doresc să descopăr toate frumusețile ei ascunse, înainte de a-mi dori o vacanță la Miami.

Și, vă rog, o ultimă favoare, țineți departe de mine cinismul. Nu îmi ascundeți bătăliile, dar ajutați-mă să fiu puternic pentru a le putea înfrunta și nu îmi înveninați speranțele, înainte chiar ca eu să le fi nutrit.

Pentru aceasta, într-o zi, îmi voi aminti de dumneavoastră.

Tradotto da Corina Leonte

233 risposte a “Il primo giorno (di scuola) che vorrei”

  1. Monica ha detto:

    “L’unica gioia al mondo è cominciare. E’ bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante”. (C.P.)
    Bello vivere perché è cominciare; ma è divino che qualcun altro possa farti cominciare al meglio.
    Buon inizio anche a te!

  2. Antonella ha detto:

    Cantami qualcosa di pari alla vita. Mario Luzi
    Che queste parole possano diventare “vita” è la vera novità, il vero inizio ad ogni decade dei nostri anni. Antonella

  3. Matteo M. Vecchio ha detto:

    Che vorrei sentirmi dire io (se posso): Professore, non ci riempia di nozioni, ma ci insegni un metodo per comprendere il mondo.

  4. Marta ha detto:

    “Ogni stagione della vita è un po’ come la nascita: in ogni stagione veniamo un po’ alla luce e ci facciamo un pianto.”

    Anche in questo anno scolastico siamo chiamati a rinascere e a piangere, ancora una volta, con la consapevolezza di guardare in alto, verso il cielo, specchio dei nostri sogni, e fare di tutto per raggiungere e realizzare i nostri progetti.
    Grazie Alessandro per questo stupendo regalo.
    Buon inizio d’anno!

  5. suor manuela ha detto:

    grazie! l’ho passato a tutti i miei insegnanti. Buon anno scolastico tutto da vivere con passione!

  6. Francesca ha detto:

    Stupendo! Parole sante che purtroppo i miei prof non sono riusciti a mettere in pratica….-.-

  7. raffaella ha detto:

    bellissimo!!!!vorrei che i miei figli vedessero negli occhi dei loro professori tutto quello che lei ha descritto, che potessero incontrare il vero gusto dell’andare a scuola e non avere di fronte gente stanca ed annoiata, sempre arrabbiata con il mondo e non aperta alla realtà che li circonda…..ma questi sono forse solo i desideri utopistici di una madre…..domani purtroppo non sarà diverso da ieri

  8. monica ha detto:

    …grazie per queste parole piene di passione e di fiducia. Le ho appena lette con una delle mie figlie (frequenterà la V ginnasio). E’ proprio questo l’augurio che vorrei fare a entrambe nella speranza che incontrino dei professori così!

  9. Marty ha detto:

    Wow! Magari i professori fossero davvero così invece di avvelenarti con la loro vita, invece di parlare male dei propri colleghi e augurarli addirittura la morte! La maggior parte dei professori che ho avuto non avevano la “luce” negli occhi. Venivano in classe solo intascarsi lo stipendio. Forse solo a 2 piaceva davvero insegnare la loro materia,perchè alcune loro lezioni sono state davvero appassionanti ma se un giorno, prima di iniziare a spiegare, si ricordavano dei loro problemi la lezione sarebbe stata sicuramente noiosa.è raro trovare dei professori a cui piace davvero il loro mestiere… I suoi alunni sono davvero fortunati! Non vedo l’ora di leggere il suo nuovo libro! ^____^

  10. manuela ha detto:

    che bellissime parole! dalle quali traspare in modo nitido l’amore incondizionato per l’insegnamento!!!!!Se soltanto potessero pensarle e crederci una piccolissima parte degli insegnanti che abbiamo in Italia, avremmo sicuramente dei ragazzi piu’ forti e piu’ preparati a credere in loro stessi… Peccato che molti di loro o hanno perso i loro sogni o non li hanno mai avuti. Complimenti per il bellissimo articolo che mi ha davvero emozionata!

  11. Anna ha detto:

    “Qualunque cosa tu voglia fare, o sognare di poter fare ,incominciala. L’audacia ha in sé potere, genio e magia. Incomincia adesso”.
    Grazie Ale, buon inizio anche a te!

  12. dialma ha detto:

    Una lettera bellissima,illuminante,nel senso che mi ha aperto gli occhi e mostrato il mondo come,probabilmente,lo vede e lo vorrebbe mio figlio.
    Una lettera da far leggere a tutti i genitori,a tutti gli insegnanti, per poter avvicinarsi al cuore dei nosri ragazzi,dolcemente, per accompagnarli con voce e mani invisibili in questa strada meravigliosa, che è la vita.
    Terapeutica…..
    Grazie di cuore
    DG

  13. GiuliaSTD ha detto:

    Ogni volta che ti leggo, il cuore si riempie =) ..in realtà comincia ad aprirsi già quando vede che c’è qualcosa di nuovo da leggere, per cui si prepara e non resta mai deluso =) già per questo: GRAZIE! =) quando però parla il professore/studente che è in te, be’..lì davvero resto incantata, senza parole..perchè sento tutta quella “bellezza che costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla”. Ho sempre avuto un debole per la scuola, per gli insegnati, per quella vita che si costruisce giorno dopo giorno su quei banchi, in mezzo a quei corridoi.. E quando ami tanto una cosa, vederla deturpata, privata della sua essenza più profonda, ti ferisce abbastanza.. Ma ogni volta che vedo un insegnante che E’ un insegnante e non si limita solo a FARE l’insegnante, allora il cuore si rinvigorisce e continua a lottare =) GRAZIE perchè “il Sognatore” è ciò che amo di più della scuola., GRAZIE perchè so che tu SEI un’insegnante. =)

  14. Saverio Tribuzio ha detto:

    Davvero bello, credo proprio che lo leggerò in classe il primo giorno di scuola, prima di vedere la programmazione del percorso che faremo assieme durante l’anno. Grazie!

  15. Jose ha detto:

    Grandes verdades¡¡
    Gracias por ser tan agudo comosiempre

  16. Daniela ha detto:

    Grazie…lo attendevo questo tuo articolo e tornata a casa l’ho trovato.
    Buon inizio di cuore.
    Un abbraccio
    Daniela

  17. Paolo ha detto:

    Prof, è un pò che ho preso l’abitudine di girare per il suo blog, per cercare parole che mi diano forza, o speranza. Ho appena letto quest’articolo e mi è venuta l’idea di scriverle. Domani comincerò la quarta ginnasio di liceo classico (devo dire che il suo libro è stata una delle cose che mi ha fatto scegliere questa scuola) e stranamente non sto più nella pelle. Non so perchè. La ringrazio tantissimo per quello che mi ha fatto, anche senza saperlo. Continui così, io credo nelle persone del suo stampo, anche perchè ho avuto la fortuna di avere un professore come lei, che tra l’altro ci leggeva a scuola stralci del suo libro. Non è necessario che mi risponda, sarà preso dall’inizio della scuola, ma spero che prima o poi legga quello che ho scritto. Comunque grazie: comincerò la scuola con la speranza che mi ha trasmesso.

  18. Silvia! ha detto:

    semplicemente grazie!

  19. Roberta ha detto:

    Torno da due giorni via per preparare con altri educatori i cammini ado e 18/19enni degli oratori del mio paese, e trovare questo testo mi invita ancora di più a uno stile attento e sempre rinnovato per questo nuovo anno di catechesi..

    spero davvero di riuscire anche io, nel mio “diverso” ruolo educativo, a trasmettere passione per ciò che mi cambia ogni giorno la vita e le dà senso. Spero fin dalla prima sera di riuscire a parlare con passione ai miei ragazzi della storia di quel uomo di nome Gesù che “ha lasciato il segno” in me!

  20. gian ha detto:

    Grazie! Un aiuto per noi genitori, una via per i nostri figli, con l’augurio che trovino professori con la luce negli occhi… Se ciò non accadesse, leggere e fare nostro questo ci farà essere migliori, comunque.

  21. maria ha detto:

    questo è tutto quello che ogni anno mi auguro di sentire ma che non ho sentito mai…grazie alessandro 🙂 saluti da polizzi!!

  22. annarita ha detto:

    Dopo “Stupitevi. Stupiteli…” aspettavo proprio questo…
    Grazie..
    Annarita

  23. Chiara ha detto:

    …e fatemi scoprire che imparare una lingua straniera vuol dire conoscere un popolo pieno di sorprese e che il cuore di un inglese che viveva alla fine del ‘500 sa descrivere lo stesso amore di due ragazzi del 2011..
    Buon Anno a te e a tutti quelli che decidono di prendersi la responsabilità di vivere una realtà”difficile da affrontare ma bella da esplorare”.(Jovanotti,”La Linea d’Ombra”, tua segnalazione su “Noi, genitori e Figli”)

  24. Antonella ha detto:

    Sempre dal mio piccolo, trovo sia straordinario ciò che stai facendo, sia come insegnante, sia come scrittore.
    Ciò che riesci a trasmettere, i fili che riesci ad intessere… Se pure tu, straordinariamente, scrivessi un libro al giorno, ci sarebbe sempre la coda in libreria!

  25. maria rita ha detto:

    Ci speravo in un tuo messaggio per iniziare la dura, bella vita del prof. Avevo già deciso di introdurre l’anno leggendo la storia di Amal dal libro di Calabresi e accogliere i primini dicendo loro che mi consideravo veramente fortunata ad averli come alunni… spero solo di non raccontare mai falsità ai miei ragazzi, ingannando me stessa e ancor più loro.
    Grazie e buon anno anche a te.

  26. Maria Teresa ha detto:

    Ringraziandoti per le tue parole emozionanti, ti auguro un buon inizio di anno scolastico ed un buon lavoro.

  27. francesca alvino ha detto:

    un giorno un amica mi prestò un libro io mi innamorai di ogni singola pagina perchè il senso di quel libro è un po’ in tutti noi; tutti siamo dei piccoli “leo ” innamorati della passione travolgente , di quell’amore così forte che spesso acceca l’amore come quotidianità. Infine dopo aver letto il libro dalle meravigliose verità volevo sapere chi era l’autore , mi sono informata e ho conosciuto un GRANDE PROFESSORE , di quelli che perdono il sonno per i propri alunni, che amano essere un INSEGNANTE , che non nascondono le problematiche ai loro ragazzi però li aiutano a risolverle , di quelli che ad un colloquio scuola-famiglia ti raccontano chi è tuo figlio almeno in classe. GRAZIE infinite PROF. non dimenticherò le sue parole ne farò tesoro perchè in questa vita meravigliosa che mi aspetta mi serviranno grazie ancora <3
    ps: spero sia andato tutto alla grande a mosca =)

  28. Antonella ha detto:

    Grazie Alessandro,sono una mamma con un bimbo che riprenderà la scuola,mi sono commossa,questo dovrebbe fare la scuola stupirli,accendere quella luce nei loro occhi e farli innamorare della conoscenza,insegnare loro a non annoiarsi mai.
    Antonella.

  29. Niki ha detto:

    E’ impossible non restare a bocca aperta , con il cuore che batte forte per quanto corrisponde : io sono una mamma ma vorrei che non solo i prof parlassero cosi alle mie figlie , ma che il mio capo, mio marito , il mio parroco parlassero cosi a me……..
    Grazie Alessandro

  30. Roberta ha detto:

    Ciao Prof! Sono sempre io, la collega di sogni come mi hai “appellata”. Sarebbe bellissimo tornare a scuola, mi manca davvero tanto. Invece sono qui a cercare disperatamente qualche nota o parafrasi di un testo per il prossimo esame che dovrò affrontare: storia e stilistica della lingua italiana. Anzi ora che mi sono ritrovata qui proprio in questo momento avresti qualcosa da dirmi sulla Balbuziente di Scipione Errico? Non sono riuscita a trovare notizie da nessuna parte, io ho solo il testo, privo di note e commenti. Con la meretrice spagnola morescata sono riuscita a muovermi ma con questo proprio non ci riesco, se hai del materiale te ne sarei immensamente grata! (devo fare parafrasi analisi stilistica figure retoriche e analisi di grammatica storica) Tornando al primo giorno di scuola, visto che io non l’ho avuto ed è ormai troppo tardi per averlo così, spero ci riesca mio fratello, quest’anno inizia una nuova avventura: il primo superiore!
    Questa è stata una delle più belle pagine che abbia mai letto, mi ricorda tanto le lettere al giovane poeta di Rilke, ne farò tesoro per quando mi toccherà stare dall’altro lato della cattedra, un giorno lontanissimo ancora, ma io lo aspetto 🙂

  31. bucci michela ha detto:

    Sono una mamma e non uno studente ma ciò che ho letto vale anche per me,mi aiuta astare difronte a mio figlio perchè mi sento accompagnata a stare difronte alle esigenze più vere del mio cuore e solo questo mi permette di vivere in modo non giusto ma vero ed essere così un luogo cui poter guardare.
    Grazie di cuore per l’aiuto

  32. Sabrina ha detto:

    Grazie di cuore, davvero! Per le tue parole autentiche, per la forza che irradia dai tuoi pensieri, per la speranza che sai trasmettere all’inizio di un nuovo cammino… Vorrei tanto che i miei figli incontrassero educatori e insegnanti così, capaci di accostarsi al loro mondo con la stessa forza e delicatezza. Vorrei essere anch’io una mamma con gli occhi che “brillano”! Grazie e buon inizio anche a te.

  33. marta ha detto:

    come vorrei che la mia professoressa di italiano ci parlasse così!la prof. che i miei sogni li sta distruggendo…la prof. che appena è entrata in classe ha detto che già non ci sopporta più e che la sua materia non serve a niente ormai…mi viene da piangere se penso che mi sta facendo passare la voglia di scrivere.le ho mandato una e-mail prima dell’estate intitolata “i sogni possono svanire?” vorrei solo sapere se l’ha letta per la risposta aspetterò 🙂

    • Prof 2.0 ha detto:

      Credo di non averla ricevuta, Marta. Mi spiace. Rimandamela!

      • marta ha detto:

        Te la mando qui…
        Probabilmente sarai stufo di ricevere lettere da ragazzi sconosciuti ma io scrivo lo stesso. Ho 15 anni mi chiamo Marta,ma per la mia prof. di italiano dopo nove mesi di scuola sono rimasta il numero 29 dell’appello, per lei sono una come tante,una come tutti gli altri; una che ha scelto il liceo classico perché ama la letteratura e ad ogni santo tema d’italiano prende” discreto”. Non ho mai preso un voto diverso,senza un commento o un consiglio,senza la correzione di una virgola. Cosa vuol dire discreto? Io c’è l’ho un sogno:scrivere, scrivere e scrivere e leggere e imparare …forse il mio sogno è troppo? Con una prof che dopo quarant’anni d’insegnamento ha perso la voglia di vivere,che non vede l’ora di andare in pensione e che odia la mia classe perché siamo in trenta (questo è bianco!)non so cosa fare… Ormai il primo anno di liceo è finito e mi domando:”cosa ho imparato quest’anno che mi possa essere utile per realizzare il mio sogno?” la risposta? “niente…”So che c’è ancora tempo e che avrò molte occasioni ma un sogno non può aspettare. Riguardo alla materia che amo ho imparato a dividere il testo in macrosequenze e a distinguere fabula e intreccio …io voglio amare quello che studio!Voglio che la mia prof mi consigli libri che mi facciano emozionare! Voglio che lei mi aiuti a rendere il mio sogno sempre più saldo,così vicino da poterlo sfiorare e assaporare! Voglio questo… voglio prendere un voto che mi faccia schifo(una bella insufficienza sarebbe perfetta) per poter dire :”adesso gli faccio vedere di cosa sono capace, di che pasta sono fatta!”voglio sudare per trovare le parole adatte e scrivere come Dio comanda e voglio prendere distinto a quel maledetto tema per avere la soddisfazione di pensare:” sto migliorando,ce la posso fare!”Per adesso appena ho un momento libero prendo carta e penna e con il potere delle parole rendo concreto tutto ciò che mi passa per la testa. A volte durante le lezioni di matematica mi nascondo ben bene e invento storie o corro fra le righe dei romanzi che mi piacciono di più(ringraziando il Signore perchè sono all’ultimo banco). Ultimamente sto crescendo molto in fretta, vedo la vita in modo diverso, come se scoprissi la bellezza in ogni gesto,come se vedessi per la prima volta, cercando di capire i piccoli segnali nascosti, vivo davvero, ed è fantastico! Affronto diversamente le difficoltà ( che non mancano di certo), mi sto rendendo conto adesso più che mai che è proprio superando i momenti difficili e affrontando i problemi che cresco e divento ogni giorno più forte. Una volta un mio catechista mi disse:” l’unico modo per sconfiggere una difficoltà è amarla,puoi sentirti piccolo e avere voglia di scappare,anche Gesù aveva paura,ma è proprio amando quella croce,abbracciandola che ha sconfitto il male” Potrei scappare non facendo niente tutto il giorno( come fa la maggior parte dei miei compagni) e avere lo stesso identico voto, cerco invece di amare la mia croce: l’indifferenza della mia prof. e della scuola in generale . Quel luogo che dovrebbe essere una fabbrica di sogni si sta trasformando in una prigione bianca e severa. Ho paura che il mio sogno, se non verrà alimentato,si possa affievolire e che con il passare del tempo svanisca. Non so perché scrivo a te ,sognatore,forse perché le tue parole mi danno la forza per continuare a sognare e per sentirmi dire che i sogni se sono autentici non si affievoliscono come i quadri dei grandi pittori non sbiadiscono nel tempo. Grazie.
        Marta

        • Prof 2.0 ha detto:

          Cara Marta, se mi dai il permesso io metto le tue parole in un post del blog e facciamo partire un dibattito sull’argomento. Che ne dici? Io per il momento posso solo dirti: le hai dette tutte queste cose alla tua professoressa?

          • marta ha detto:

            Wow! certo che puoi sognatore! Ne sarei felicissima!No,non ho detto queste cose alla mia prof. semplicemente perchè credo che non cambierebbe niente,non mi stupirei se la prendesse sul personale e mi affibbiasse invece che il discreto un bel non sufficiente(come è già successo a qualcuno).Per ora ho trovato un nuovo modo per imparare a sognare(anche se ovviamente non è lo stesso): mi basta leggere parole che mi diano la forza di credere ancora nelle mie passioni e che mi facciano emozionare 🙂 🙂

        • Mônica Leite ha detto:

          Ciao Marta,
          Mi chiamo Monica, io sono brasiliana, educatore sociale in Brasile.
          Grazie per le tue parole! mi ha fatto pensare a come io voglio essere un buon maestro per i miei studenti! Devo anche credere nei loro sogni!

          • marta ha detto:

            Se crederai in loro e nei loro sogni anche loro inizieranno a farlo ;)grazie a te Monica!

  34. La kikkina ha detto:

    Wow, bello questo testo …
    mi ha davvero colpita. Stupendo!!!
    Spero ke i miei prof, pur non sapendo di questo testo seguino questi consigli!!!
    E comunque oggi, come primo giorno di scuola, mi sono divertita, le prof hanno fatto un monte di battute, ma non ci hanno risparmiato la cantilena x l’esame di 3 media che mi aspetterà quest’anno!!!!

  35. elisa ha detto:

    “…E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza…Aiutatemi a essere libero…” un grazie a tutti quei prof che ci preparano ad essere le donne e gli uomini di domani mettendoci tutta la loro passione! Buon anno a tutti!

  36. Link ha detto:

    “Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri?”

    Sono rimasto colpito, quasi scioccato, quando ho letto questo tratto: è esattamente la domanda che cerco di pormi tutti i giorni, una domanda difficile della quale conosco al risposta ma che, per una ragione o per un’altra, tendo sempre a volermi nascondere.

    Io non sono un’insegnante, credo che non lo sarò mai, ma tutto quello che è scritto qui è quello che cerco di far venire fuori nei miei lettori con i miei articoli (a mio modo sono un giornalista) e, a chi mi segue su internet, con le mie ricerche. Ho usato dei termini un po’ pomposi, forse, ma è così che li vivo.
    Risvegliare la bellezza, in me per gli altri e dagli altri per me: in un certo senso, cerco di farlo quotidianamente. Insegnare a stupirsi, nel mio caso di ciò che la gente appiattisce e denigra.
    E sono pienamente convinto che abbia senso, nonostante in molti continuino a tentare di convincermi del contrario.

    Grazie!

  37. Rosa Massaro ha detto:

    Questo post mi ha fatto riflettere sui miei anni di insegnamento(sono in pensione) e ricordo con amarezza di aver incontrato pochissimi colleghi con la passione per questa meravigliosa professione,purtroppo, per molti la scuola non è una “priorità”(parole dette da una collega)!
    Mi piace molto questo post,voglio condividerlo…citando ovviamente la fonte.

  38. […] Alessandro D’Avenia 12/09/2011 @ 21:15 (0) Segnalazioni » [ citazioni | scuola | vita ] […]

  39. Tonia ha detto:

    grazie!ogni tanto ci facciamo prendere dalle troppe cose che non vanno dimenticando l’essenziale, dimenticando perchè abbiamo scelto di essere insegnanti. Anche se precari, come nel mio caso, e ancora in attesa ad anno scolastico iniziato, queste parole mi danno la forza di aspettare e di iniziare con carica il nuovo anno. Grazie!!!!

  40. Marcella ha detto:

    Io l’ho avuto un prof così, alle medie, lo chiamavamo “Beppu”. Era la ragione x cui andare a scuola. Mi hainsegnato, prima ancora dell’ italiano e la storia, a farmi domande e cercare risposte, mi ha insegnato ci che prima di tutto viene l’uomo. E mi ha insegnato a scrivere. Prima o poi manterrò la promessa, proverò a scrivere un libro, non l’ho dimenticata anche se son passati 20 anni. È il mio sogno, risvegliato anche grazie al tuo libro.

  41. Cristina ha detto:

    da mamma, da insegnante, da donna ti dico grazie, grazie, grazie perchè intercetti i bisogni e i desideri di questi meravigliosi ragazzi che arricchiscono il nostro mondo e lo fai “semplicemente” con uno sguardo d’amore.

  42. Elena ha detto:

    Grazie Alessandro, ti ho conosciuto attraverso il blog di Socci, ho divorato il tuo libro in due notti e ora ho trovato questa tua lettera su l’Avvenire….adesso la stampo e l’attacco alla porta della cucina, sai dove si appendono i messaggi nella speranza che qualcuno di passaggio li legga, oppure l’appendo per me stessa, per ricordami che i miei figli (in qualsiasi ambiente) hanno bisogno di incontrare persone appassionate! Mi si infiamma il cuore dal desiderio, che crescendo, vogliano leggere questa tua lettera e farla sempre più loro.
    Buon inizio anno! Con affetto

  43. Mari ha detto:

    Grazie Alessandro…la giro ai miei figli!

  44. Maria Laura ha detto:

    Grazie, solo questo!

  45. monica ha detto:

    è un monito o un consiglio caro anche a noi genitori… contagiare i nostri figli con la nostra passione, per aiutarli a scoprire la loro.

  46. ornella ha detto:

    Grazie per regalarci un briciolo di speranza per ogni racconto

  47. Pina Cannas ha detto:

    Grazie Alessandro per questa lettera di incoraggiamento ai prof.
    Oggi è stato il 2°giorno di scuola.
    Sono docente della materia di SALA\BAR,all’istituto alberghiero SAFI\ELIS di Roma.
    Sono d’accordo con te nel fatto che siamo noi,prima di tutto, a dover credere in quello che facciamo per poi trasmetterlo con passione e spontaneamente agli alunni..hanno bisogno di vedere con l’esempio della nostra vita,che i loro ideali possono realizzarsi perchè noi glielo dimostriamo: io ho avuto la gioia molte volte, di veder brillare i loro occhi perchè avevano la sicurezza e la fiducia di farcela per raggiungere obiettivi da loro insospettati.
    Grazie Alessandro e….scrivici ancora.

  48. Martina ha detto:

    “Ti ho collocato al centro del mondo perchè potessi così contemplare più comodamente tutto quanto è nel mondo. Non ti ho fatto del tutto nè celeste nè terreno, nè mortale, nè immortale perchè tu possa plasmarti, libero artefice di te stesso, conforme a quel modello che ti sembrerà migliore. Potrai degenerare sino alle cose inferiori, i bruti, e potrai rigenerarti, se vuoi, sino alle creature superne, alle divine.”
    Questo dovrebbe essere letto ai ragazzi il primo giorno di scuola, come fecero con me.
    Complimenti per l’articolo!

  49. Maurino ha detto:

    …è bello sapere di genitori che leggono il blog con le figlie, e di ex alunni che ricordano nel bene e nel male i propri insegnanti.
    Io insegno, o almeno ci provo. E vi assicuro che la luce negli occhi l’abbiamo in tanti, noi colleghi insegnanti che non dormiamo -la notte prima del 12 settembre- e che speriamo di rivedere tutti i nostri alunni, anche i non ammessi o i ritirati, per un saluto o una nuova iscrizione. Credetemi, cominciamo ad essere tanti ad andare in bicicletta così come cominciamo ad essere in molti a fare con passione questo mestiere!

  50. Valentina ha detto:

    “Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite. ”
    Vorrei sentirmi dire questo, vorrei che mi aiutassero a sognare e non a farmi cadere addosso i miei sogni e vorrei che quei voti non fossero solo banali voti trascritti in un registro ma vorrei che fossero consigli, i consigli per percorrere meglio il mio cammino, consigli per sentirmi soddisfatta di questa scuola che oggi tenda ad annoiarci. Prof lei sa proprio capirci, noi giovani, lei è il prof che vorrei. Grazie, mi ha fatto capire molte cose. Spero di rivederlo presto a Marsala.
    Vale.

    • Prof 2.0 ha detto:

      Come dire ad un pittore che dipinge lo stesso soggetto… Che banalità…

      • Maestro Perboni ha detto:

        già, che banalità….il soggetto…

        • Prof 2.0 ha detto:

          Maestro caro, banale sarebbe se lei lo avesse ignorato. Non lo ha ignorato, lo ha commentato, ha dovuto addirittura nascondersi dietro un nickname… Insieme a lei più di 10 mila persona tra preferenze, commenti e mail ricevute. In una sola settimana. Strano vero?
          Non solo la trovo banale, maestro, ma anche un po’ superficiale.

  51. Danaide ha detto:

    Mia figlia è tornata da scuola con lo sguardo brillante e la luce negli occhi, mi ha fatto vedere la fotocopia dell’articolo pubblicato sull’avvenire, e che un professore ha passato a tutti i ragazzi in classe..grazie!! Alle mie figlie non brilla mai lo sguardo quando tornano da scuola, non hanno professori che insegnano loro la passione, ma solo semplici e fredde nozioni,i loro professori non sanno se hanno dei sogni, i loro professori non sanno nemmeno se hanno dei problemi, e se lo sanno per loro fa lo stesso,quel che conta alla fine della fiera è che loro siano diligenti studiose e beneducate, tutto il resto, i problemi ,dico quelli normali che hanno tutti,i padri che se ne vanno, che si fanno un’altra famiglia che fanno altri figli,le madri angosciate e oberate dal lavoro, i soldi che non bastano mai ecco dico tutto questo per loro non conta….grazie per aver fatto brillare gli occhi di mia figlia, cosa che non hanno mai fatto i suoi professori, ora aspetto l’altra e lo faccio leggere anche a lei, andrò a letto più serena vedendo brillare gli ochhi anche dell’altra mia figlia…Grazie

  52. Antonella ha detto:

    Ma che meraviglia leggere queste parole prima di spegnere la luce! Che nostalgia per i nostri giorni a scuola! E quanto e’ forte il desiderare per i nostri figli insegnanti così…perché spesso rimane un’illusione?

  53. Elisa ha detto:

    ..Sembra tu riesca a dire sempre la cosa giusta..E’ spiazzante..

  54. Irina ha detto:

    Ciao Alessandro, sono l’insegnante dalla Fiera di libri a Mosca che ti ha fatto le domande della pubblicazione del tuo libro in Russia. Oggi, finalmente, ho comprato lo, la cosa che non ho potuto fare alla fiera visto che hai affascinato tutte le ragazze e hanno terminato la scorta delle copie 🙂
    Condivido completamente cio’ che scrivi della scuola. Cambia il paese, ma i problemi sono sempre i stessi. Ho un figlio di 12 anni (Alessandro a meta’ palermitano) che fa la 7-ma classe qui’ a Mosca (corrisponde alla seconda media italiana) e tutti questi anni non ha nessun voglia di studiare. Non e’ che non sia capace a farlo, ma e’ che non vede la necessita’ per se stesso di avere le conoscenze che lo fanno studiare a scuola. Per me e i suoi nonni, visto che siamo tutti dottorati in ingegneria, vedere la svogliatezza di studiare alla sua eta’ e’ veramente pesante. E non riguarda solo mio figlio ma anche altri ragazzi. Conosco bene le loro maestre, ti assicuro che sono molto in gamba e hanno sia la capacita’ che il desiderio di insegnare le loro materie in modo migliore, ma i ragazzi non le permettono a farlo.
    Secondo me, le radici del fatto sono nella mancanza del rispetto dalla parte di bambini e di adolescenti verso i suoi genitori e sopratutto verso gli insegnanti. La cosa che vedo molto in Russia e anche in Italia fra le famiglie di miei amici.
    Magari, nella tua classe gli studenti ti sentano, ti ascoltano e anche studiano, te lo auguro…

    • Prof 2.0 ha detto:

      Cara Irina, grazie per la tua simpatia e vicinanza. Forse a volta le maestre, gli insegnanti, devono conquistare i ragazzi in un modo diverso dal passato: con un supplemento di passione per quello che insegnano e per le vite dei ragazzi, che a questo sono molto sensibili.

  55. LANFRANCO ha detto:

    da stampare e attaccare al portone di ingresso di ogni scuola .Forse tanti professori che ormai insegnano come se fossero’ programmati si ricorderebbero’ di quando erano innamorati del lavoro che avevano scelto di fare..il trucco sta li… innamorarsi..di una donna o di un mestiere, di un cane o di un tramonto .. la spinta è quella …se insegni con passione , lo strasmetti l’amore per cio’ che fai .

    • maria rita ha detto:

      E’ una questione di amore, di passione, ma soprattutto di sguardo: guardare i tuoi alunni come desideri essere guardato tu, più di come desideri essere guardato tu: mi ripeto, non è facile, ma semplice…
      Ciao, Ale!

  56. Melissa ha detto:

    Penso che quella che ho letto sia una delle riflessioni più profonde e concettualmente giuste sull’argomento “professori-alunni” che io abbia mai letto…prima di tutto ti volevo fare i complimenti, per quanto possano valere fatti da una giovane ragazza di diciotto anni…sei riuscito a cogliere in pieno l’effetivo compito che gli insegnanti di qualsiasi grado scolastico devono, o almeno dovrebbero avere all’interno della scuola…EDUCARE ALLA VITA!Nella tua biografia ho letto che nel tuo percorso scolastico hai trovato,testuali parole “dei punti di riferimento”…ed è proprio questo quello che i professori dovrebbero rappresentare per i propri alunni…ESEMPI DA SEGUIRE!!!
    Anch’io in questo senso sono stata FORTUNATA…nel mio piccolo,quando frequentavo la scuola primaria di primo grado, ho avuto l’opportunità di incontrare, conoscere e VIVERE GIORNO DOPO GIORNO dei veri PUNTI DI RIFERIMENTO , ed è proprio per questo che mi sono avvicinata agli studi definiti “umanistici”(liceo socio-psico pedagogico),ma NON posso poter dire di aver avuto LA MEDESIMA FORTUNA alle scuole superiori…PERCHè LA TENDENZA AD ESSERE CINICI, INDIFFERENTI E SUPERIORI NEI CONFRONTI DEGLI ALLIEVI PREVALE SEMPRE SULL’AMORE E SOPRATTUTTO SULLA PASSIONE CHE UN INSEGNANTE DOVREBBE TRASMETTERE E AVERE VERSO IL PROPRIO MESTIERE, O OSEREI DIRE, VERSO LA PROPRIA MISSIONE EDUCATIVA???????Perchè è proprio questo “insegnare”, una missione che non tutti si possono permettere di portare avanti…NON TUTTI i professori sanno cosa voglia dire essere un BUON INSEGNANTE,UN BUON ESEMPIO COERENTE IN PAROLE E FATTI e per questo non è giusto che ci rimettano i ragazzi…il mio sogno è proprio quello di poter pronunciare un giorno queste parole “Sono uno scrittrice e insegnante, perdutamente innamorata della realtà. Amo insegnare. Amo scrivere. E cerco il paradiso impastato nella polvere della vita quotidiana e nel cuore delle persone che incontro.” senza perdere la fiducia e la tenacia che mi portano avanti…anche se sono una goccia d’acqua in mezzo ad un oceano immenso ti volevo ringraziare per le tue belle parole, HANNO AIUTATO un ragazza sfiduciata del futuro a ricordarsi non arrendesi mai e perseguire sempre i propri ogno perchè”una volta sognato un sogno non può finire nel nulla…” Aspettando una tua risposta…GRAZIE di cuore… Melissa, Prato

  57. Edoardo ha detto:

    Ringrazio ogni giorno che entro in classe i professori come lei. Quelli che ti accolgono a braccia aperte e sanno consigliarti. Quelli che non si arrendono davanti ai casi disperati e ci sbattono contro la testa perchè la loro è più dura e perchè amano la loro materia e vogliono che sia compresa, non con voti negativi, ma a suon di esempi e spiegazioni chiare.
    Nella mia datata esperienza di studente di V liceo scientifico ho incontrato svariati professori e svariati metodi. E troppo spesso tristemente sono stato costretto a pensare “Se non ci credete voi, perchè dovrei farlo io?”. E mi rivolgo a tutti gli insegnanti dalle tipiche frasi come: “Che m’importa? tanto a me lo stipendio lo danno lo stesso!” e che mentalmente pensano “-3 alla pensione!”. Prof killer di sogni e speranze. Prof un po’ bambini che ti prendono in antipatia per futili ragioni e ti rubano i dolcetti dalla scatola dei voti. E della vita.
    Ringrazio questa giornata di scuola e il mio professore di italiano, che questa mattina per combattere la noia della prima ora (del terzo giorno) è entrato in classe con questo articolo vecchio di quattro giorni, ma per sempre giovane.
    Parole che dovrebbero essere lette da chiunque, prendendosi quei sempre più rari 10 minuti di tempo per ragionarci.

  58. Patrizia, Acireale ha detto:

    Che bello trovare nelle tue parole il pensiero di Gregorio di Nissa “I concetti creano idoli, solo lo stupore conosce”(le ho scoperte grazie a un segnalibro delle Paoline): parole vere e ripetute nel tuo discorso con forza e acutezza. Troppi (falsi) idoli riempiono le menti di tutti noi, adulti, insegnanti, adolescenti, studenti…Passione, stupore e, perchè no?, divertimento devono guidare le “truppe” degli insegnanti per scendere in guerra contro la noia, la ripetitività, il pensiero senza fantasia,percorsi di studio dogmatici…Gli insegnanti dovrebbero essere tutti Sognatori!!

  59. Re Felix ha detto:

    “Non insegnate ai bambini” cantava Gaber e nei passaggi (per me) più significativi diceva:

    «non insegnate la vostra morale
    è così stanca e malata
    potrebbe far male
    […]
    ma se proprio volete
    insegnate soltanto la magia della vita.
    […]
    Non insegnate ai bambini
    ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
    stategli sempre vicini
    date fiducia all’amore il resto è niente».

    Buon primo giorno (di scuola)!

  60. emilio ha detto:

    speriamo che in tanti studenti possano dire così ed avere…risposte

  61. Ausilia Greco ha detto:

    Ma Lei e’ vero o e’ finto? Esiste il virus della professorite? Se si , La prego, vada in giro a contaminare il mondo.
    Dopo averLa letta, prima cado nello sconforto pensando ai professori di mio figlio, non tutti ma tanti, troppi,poi nasce la speranza: Lei esiste, L’ho vista in carne ed ossa e ho sentito la Sua voce.
    Bon, non sara’ unico, dai!, al mondo pare si abbiano almeno altri sei sosia. Speriamo di incontrarne qualcuno.
    Grazie, mille grazie .
    In tutti i sensi

  62. Elena ha detto:

    Un testo davvero bellissimo, ineguagliabile.
    E’ il mio scrittore preferito e non delude mai, davvero mai.
    Sono poche le persone dotate di così tanto spirito e forza di volontà, che delle volte ci dimentichiamo addirittura che esistano.
    Sono una studentessa, in prima liceo, e non ho mai trovato, nella mia breve vita, una persona capace di coinvolgere a tal punto.
    La mia stima è rivolta tutta a lei.

  63. Arianna, 17 anni ha detto:

    Come sempre sei splendido. . . In bocca al lupo per quest’anno scolastico anche a te alessandro 🙂

  64. Luciana ha detto:

    Ciao Alessandro,
    il tuo articolo (preso dall’Avvenire) è stato pubblicato sul sito della società sportiva, CAP Basket Genova, dove gioca mio figlio Alberto (16 anni a Dicembre). Lo condivido e mi piace pensare che gli insegnanti di mio figlio, come quelli di tanti studenti come lui, siano persone così “belle” da rispondere alla descrizione che viene fuori dalle tue parole, sarebbe fantastico…..ma c’è una cosa che manca, una parola, un avverbio ed è “solo” che io avrei inserito nella frase: “E non mi parlate (SOLO) dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini….” perchè non si può escludere dalla propria vita, scolastica e non, la realtà nella quale viviamo, perchè anche quella serve a far capire ai nostri ragazzi chi sono, chi vorrebbero essere, quali scelte vorranno fare. Trasmettere loro l’amore per la conoscenza del pensiero e degli scritti dei nostri autori classici e contemporanei, o degli scienziati e dei loro studi certamente è fondamentale per la loro crescita, per sviluppare il loro senso critico, questo non si discute ma, secondo me, non si può prescindere dall’affiancare a questo la realtà del presente, che, drammaticamente purtroppo e soprattutto in questo momento, li (ci) circonda.
    Proporre e discutere con i ragazzi anche di questi eventi non può che essere positivo, non credi?
    Con stima
    Luciana

  65. Bruna ha detto:

    Mi sono perdutamente innamorata di te.
    Spero che la tua voce raggiunga ogni dove. L’Italia e gli italiani hanno bisogno di gente come te.
    Mi auguro che tu abbia un’infinità di alunni e che i semini che deponi in loro fruttino quanto prima.
    Incontrare persone come te mi ricorda quanto è meravigliosa la vita

  66. Maria ha detto:

    grazie davvero per queste splendide parole.
    sono solo una ragazzina( devo fare la terza media) ma non posso fare a a meno di pensare alla verità di quello che hai scritto.
    io conosco una prof che è proprio come il sognatore che lei ha descritto nel suo fantastico libro( che ho divorato in 4 giorni).
    si chiama Valeria Lotta ed è una persona speciale.
    vorrei dirle che è una vera ” Sognatrice ” .sa raccontarci le cose più comuni con la passione di chi parla della propria vita.
    Anche io,come lei, penso esattamente le cose che ha scritto e mi ci sono ritrovata.
    vorrei solo dirle: viva quella persone, quegli insegnanti che non hanno dubbi su quello che devono dire durante una lezione. devono raccontare un sogno, una passione e far sviluppare nelle nostre menti i desideri e far svanire le paure.
    credo proprio che la mia prof faccia questo e credo che anche tu, in qualità di insegnane, la pensi così.
    saluto molto la mia prof8 che tralaltro è iscritta a questo blog e lo ama tanto) e le dico una mia citazione_:
    “Segui i tuoi sogni e non esitare mai, davanti a nulla; che sia un piccolo o grande ostacolo, perchè tu, se vuoi, sei sempre più grande di lui”:
    grazie =)

  67. Maria ha detto:

    Grazie, professore, perchè l’immagine dei suoi occhi che brillano mentre scrive questo articolo mi conferma ancora una volta il perchè vale la pena fare questo lavoro.
    Buon anno scolastico!

  68. FLAVIO ha detto:

    Ciao Alessandro d’Avenia, sono un ragazzo di 2 media e dopo aver letto questo testo bellissimo ho appreso che il rapporto tra insegnanti e alunni è essenziale.Secondo me,non ci deve essere solo un rapporto insegnanti- alunni ma,si deve instaurare un legame di amicizia e dialogo che possa poi far emergere in me la giusta via da intraprendere per il mio futuro dopo gli studi

  69. Martina ha detto:

    4mila mi piace a questo post. 4mila dita che pigiano per esprimere il loro compiacimento, nella società del social network. Altrettante dita che avranno lasciato un commento. Tante altre che si aspettano risposta. E io, un’altra delle tante. Scrivere è una mia passione, ma scrivere è una vocazione. Di che? Devo capirlo ancora. Per iniziare col piede giusto ho sbagliato liceo, tanto per fare un esempio, per il resto…che faccio io? Leggo il professor D’Avenia. Leggo, leggo tutto. Leggo e basta. Il mio mito diceva che scriveva canzoni per dare un senso di consapevolezza e di speranza alla gente. Prof, lei ne da tanta, davvero tanta di consapevolezza.

  70. […] what he would have wished his teachers had told him on the first day of school. It’s called Il Primo Giorno di Scuola… or The First Day of […]

  71. Ruggero ha detto:

    Ti vorrei come prof! 😀

  72. laura ha detto:

    Frequento il primo anno del liceo scientifico e la mia professoressa di italiano ha letto quest’articolo in classe, l’ho trovato molto bello,così reale..non conoscevo ancora nessun suo testo. Credo proprio che inizierò a leggerli..Penso che tutti i prof debbano insegnare instaurando un dialogo con gli alunni su problemi di attualità, non bisogna solo studiare sui libri. Le mie prof sono tutte simpatiche e amano così tanto la materia che insegnano che percepisco qualcosa di diverso rispetto a quando andavo alle scuole medie, ho più voglia di studiare, e non posso credere di averlo detto!

  73. raffaella ha detto:

    44 anni…tornerei a scuola molto volentieri!!!!

  74. sofia ha detto:

    parole stupende che nessuno però è riuscito a dirmi! diciamo che il mio primo giorno di scuola è stato un po’ diverso.. già alla prima ora traducevamo platone!! -.- aspetto comunque un ” sognatore ” che mi rassicuri!! grazie!

  75. Federica ha detto:

    In quel testo c’è scritto quello che vorrei anche io
    *-*
    Peccato che non succede ç_ç

  76. Shurta ha detto:

    Credo che questo scritto sia di una sensibilità bellissima…ho pianto mentre lo leggevo,è talmente diffusa l’idea che la scuola sia peso più o meno per tutti che ci scordiamo di quanti scambi,crescite,divertimenti,passioni potrebbero esserci.
    Grazie di averlo scritto,grazie davvero!

  77. maria Rosaria ha detto:

    Ciao Alessandro..ti ho scritto una mail all’indirizzo privato..si vede che sei impegnato…
    comunque grazie per ciò che fai…
    penso che in classe con i miei alunni leggeremo estratti del tuo romanzo in francese Blanche comme le lait, rouge comme le sang….

    • Prof 2.0 ha detto:

      Esce a ottobre in Francia!

      • maria Rosaria ha detto:

        bene allora me lo procurerò…quest’anno ho quasi 90 alunni di terza media…spero di farli riappassionare a questa storia anche in francese…la conoscono già..tanti mi hanno detto di aver letto il tuo libro…

  78. Lucia Coppola ha detto:

    E’ fantastico questo articolo! Ho deciso di leggerlo in classe, con un po’ di coraggio e tanta voglia di far capire a questi professori cosa dovrebbero insegnare a noi. Se loro già insegnano con la superficialità cosa dovranno aspettarsi da noi? Consigli?

    • Prof 2.0 ha detto:

      Con i tempi che corrono credo che il preside abbia fatto qualcosa che non gli costava nulla e che, strano ma vero, richiede forze esterne. Il problema non è la sfilata in sé, che può anche avere un senso se serve ai ragazzi per imparare a decodificare il mondo della moda da cui moltissimi sono abbagliati e illusi (non entro nel merito di questa sfilata perché non so né di chi sia né come sia stata), ma il fatto che si sia trovato solo questo tipo di progetto in un liceo come il Parini, con tutto quello che si potrebbe fare per aprire la scuola al mondo là fuori, che se ne va per i fatti suoi…

  79. Laura ha detto:

    Tra due giorni mi laureo. E ho voluto usare una frase di questo post per ringraziare la persona che mi ha insegnato il mio futuro lavoro. Perché ho visto i suoi occhi brillare quando mi spiegava dove stavo sbagliando, come ho visto i tuoi in una vecchia presentazione del tuo libro a cui ho assistito. E’ vero, esistono persone che riescono a regalarti quello che hanno imparato. Spero di farne tesoro.

  80. Mirko Palamini ha detto:

    Grazie Ale, grazie Collega Professore delle tue parole illuminate. Sono 15 anni che lavoro come formatore ed esperto di Relazioni nelle scuole di ogni ordine e grado. Racconto l’Eros della Vita – come psicosessuologo – e invito tutti a riconoscere il proprio Sé attraverso un metodo di lavoro esperienziale ludico e divertente: i giovani “Sentono” e facilmente si accendono, gli adulti che dovrebbero accendere i giovani fanno un pò fatica…. Ti auguro caro Prof. di accendere molti giovani e adulti con il tuo naturale talento, le tue parole e la tua creatività. Buon lavoro!
    Mirko Palamini

  81. Silvia ha detto:

    Se avessi trovato anche solo un’insegnante così forse la mia vita sarebbe diversa, avrei potuto coltivare i miei sogni e non accontentarmi, ora sono una mamma e spero che le mie figlie siano più coraggiose di me e possano realizzare i loro sogni stimolate da bravi insegnanti e soprattutto da bravi genitori.

  82. Marica ha detto:

    E’ vero se gli insegnanti amassero davvero il loro lavoro, per gli studenti sarebbe più bello ed entusiasmante andare a scuola, perchè potrebbero imparare a vivere. Purtroppo trovare un professore che ti colpisca e che ami il suo lavoro è quasi impossibile. Se anche all’inizio della loro carriera lo amavano con il passare degli anni smettono di trovarvi qualcosa di entusiasmante.
    Se un professore riuscisse a mantenere intatta quella vitalità e quell’amore per il sapere che lo ha spinto a imperare prima e poi a insegnare, la scuola sarebbe sicuramente un posto migliore.
    Insomma se ogni lavoratore pensasse a ciò di utile che sta facendo per gli altri prima che al proprio stipendio, molti problemi sarebbero risolti.
    La scuola poi prevede la formazione di giovani uomini e proprio per questo il professore che riesce ad aiutarli in questo ha sicuramente compreso il vero compito dell’insegnante.
    Spero che questo articolo possa aiutare a comprendere tutto questo.

  83. Gloria ha detto:

    Caro prof, 😀
    mi chiamo Gloria ed abito ad Ascoli Piceno, nelle Marche. Frequento il primo liceo scientifico 🙂 Amo la scuola, ma non ho scelto il liceo classico perchè nella mia città le condizioni di quella scuola sconcertano alquanto -.-” che ci vuoi fare…. comunque amo la matematica e la fisica tanto quanto la poesia e la lettura. Ho appena terminato il suo libro “Bianca come il latte, rossa come il sangue”… sono semplicemente stravolta, sottosopra!!!!Tutta la mia famiglia lo sta leggendo e siamo tutti dello stesso parere: che opera d’arte!!!!
    😀 Solamente con un articolo e un libro è riuscito ad arricchire la mia vita e ha rafforzato le mie convinzioni ed il mio Sogno. Voglio diventare insegnante di italiano proprio come lei!!!Vorrei proprio essere una sua alunna!!!!:D
    E poi ho stampato il suo articolo sul primo giorno di scuola, e l’ho appeso in classe perchè tutti i miei amici e professori si rendano conto del tesoro che abbiamo per le mani!!! E quindi è in atto una mega “propaganda scolastica” ;D
    Con tantissimo affetto
    Gloria ♥

  84. martina ha detto:

    Bellissimo, ancora più bello il fatto che quando i nostri prof l’hanno letto l’hanno preso sul serio, la nostra prof d’italiano l’ha messo addirittura come traccia di un tema.
    grazie mille.

  85. Giorgio ha detto:

    Caro Prof 2.0

    sono un ex ex ex studente 42enne, ormai imprenditore da diversi anni …

    Ho letto questo tuo post e mi sono detto: vuoi vedere che “la crisi” della scuola e dei giovani e dell’Italia è tutta qui?

    Ci manca la passione il coraggio il desiderio di scoprire il mondo. Quello che hanno i bambini di 3,4 5 anni … come i miei bambini che si svegliano e mi stressano con le domande più assurde:

    “Papà cos’è il lanciamissili termico? Perchè i dinosauri hanno i denti? Perchè oggi sei arrabbiato con la mamma e non le hai dato un bacio?
    Perchè fai la pipì in piedi? Da dove nascono i bambini ? E la signora con i capelli bianchi un po’ cicciona aspetta un bimbo?…..”

    Ti auguro di mantenere sempre viva la fiamma di questa curiosità, di questa voglia di vivere. E di instillarla nei tuoi studenti e nei tuoi colleghi!

    Oggi ho imparato una cosa importante: la cosa che conta di più è il desiderio di conoscenza.

    Come nel Mito della caverna di Platone: siamo tutti uomini incatenati al fondo della caverna dei nostri pregiudizi. Ma solo chi ha il coraggio di scappare e di vincere i propri pregiudizi scopre la verità!

    E vive pienamente!

    Scusa il pistolotto … ma sono certo che con insegnanti come te la scuola è in buone mani!

    Un caro saluto
    (e vediamo se hai capito chi sono … ci conosciamo da quando eri un pistolino!)

    • Giorgio ha detto:

      PS: la foto non doveva uscire in automatico … accidenti alla tecnologia! ma da dove è arrivata? 🙂

    • Prof 2.0 ha detto:

      Caro Giorgio, ben trovato! Sarebbe bello ascoltare le tue risposte alle domande dei tuoi figli…

    • Maria Rosaria ha detto:

      Salve prof!Magari avessi un professore come lei. Devo dire che nel mio viaggio scolastico che se Dio vuole si concluderà quest’anno,ho incontrato degli insegnati stupendi.Una professoressa di Italiano e Storia,che aveva una strana luce negli occhi quando spiegava.Grazie a lei,so fare la costruzione,la parafrasi e il commento di Dante.Cose che oggi a scuola neanche ti insegnano più!Ci interrogava a metodo universitario per abituarci!Era giovane come lei,bella e sorridente.Ahimè l’abbiamo persa insieme a tante professoresse giovani e di talento quando la nostra scuola a causa dei tagli ha chiuso.Dopo tre magici anni,la mia classe,i miei professori hanno incontrato strade diverse.Oggi sono in una scuola diversa,dove sto concludendo il percorso scolastico. Ci sono professori bravissimi,alcuni hanno la voglia,la passione di spiegare e quando spiegano è bellissimo. Ma ci sono altri,come la professoressa di matematica,che ha la faccia della tristezza.Sembra sempre che sia successo qualcosa.Quando spiega è ansiosa.Concludo dicendo che il mio primo giorno di scuola è stato bruttissimo,ho cercato di rimuoverlo,ma è impossibile.Menomale che poi il tiro si è aggiustato col tempo!L’ammiro molto e la seguo tramite facebook e il suo blog.Non vedo l’ora di leggere il suo ultimo libro!La saluto stimandola!

  86. c. ha detto:

    Ciao. Sono anch’io una prof, anche se della materia più odiata dagli italiani: matematica!
    “Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi…. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra.” : è quello che ogni primo giorno di scuola vorrei dire ai miei studenti, è quello che auguro a me stessa nella speranza di veder finalmente brillare i loro occhi, vederli illuminarsi per quelle stesse cose che hanno illuminato me! Ogni anno scolastico penso che, se anche uno solo dei miei studenti si appassionerà alla matematica, i miei sforzi non saranno stati vani, ma se anche uno solo dovesse odiarla di meno, ne sarà valsa lo stesso la pena!!!
    Ho appena iniziato la lettura del tuo primo libro e lo trovo davvero bello e appassionante, ma (ahimè!) per ora devo staccarmene per correggere quel pacco di compiti che sonnecchia sulla mia scrivania da giorni! Grazie a te e a tutti quelli che come te entrano in classe sorridendo e insegnano con passione, mettendosi quotidianamente in gioco!
    Prof. C.

  87. Ludovica ha detto:

    “Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro.”
    Salve! Dopo aver letto queste parole, dopo averle assaporate e vissute, non posso non lasciare un commento. Frequento il penultimo anno di liceo classico ed ho avuto la fortuna di avere un giovane professore di latino e greco così pieno di vita da essere riuscito a trasmettermi non solo un amore folle per lettere classiche, per quel mondo così lontano ma così vivo, ma anche per la conoscenza: mi ha trasmesso la voglia di imparare di conoscere, facendomi così vedere lo studio non come un dovere pesante e noioso ma come una fantastica opportunità per sfamare la mia curiosità, che non può che aumentare, e per vedere il mondo con occhi diversi e consapevoli. Mi accompagna continuamente con quel luccichio che ha negli occhi ogni volta.. Anche lei è così, lo so, lo vedo da ciò che scrive, lei scrive con il cuore. Dunque sono passata per scriverle semplicemente GRAZIE, grazie a professori come lei, a cui “brillano gli occhi”, sempre vicini ai propri alunni senza guardarli mai dall’alto di una cattedra, grazie a ragazzi come lei così pieni di passione e sempre pronti a trasmetterla. Grazie.

  88. ely ha detto:

    articoli come questi mi fanno sentire un fallimento totale come insegnante, perché io di passione ne ho tanta e ce la metto davvero tutta, ma ai miei studenti continua a non importare un fico secco di niente.

    • Prof 2.0 ha detto:

      Ma perché fallita, Ely? Tutto quello che dai lascerà il segno, anche se non è subito visibile. A volte serve anche passione per le loro vite. E poi a loro frega, anche se non lo danno a vedere…

      • Prof 2.0 ha detto:

        e io ti avevo già risposto… 😉

      • ely ha detto:

        ma,ti dirò che sono molto in crisi e sto seriamente pensando di cambiare lavoro. anche perché i colleghi mi suggeriscono di diventare dura e dittatoriale, e io non ci riesco, così, come si suol dire, mi lascio “mettere i piedi in testa” dai miei studenti. che amarezza.

    • Antonella Sasanelli ha detto:

      non sei l’unica…

  89. Enzalba Messina ha detto:

    L’anno scolastico è cominciato da un pezzo, ma io ti ho cercato solo oggi….e ti ho trovato.Venerdì ho letto l’articolo di Repubblica su “Cose che nessuno sa” e ho deciso che avrei dovuto contattarti. Si, proprio dovuto, come qualcosa di inevitabile. Comprerò il tuo libro appena andrò a Palermo….a Castelvetrano, dove vivo, non credo ce l’abbiano. Sono una “vecchia” insegnante con il cuore giovane e tanto amore per il lavoro che faccio da più di 30 anni. Al liceo Scientifico “M.Cipolla” organizzo da anni EfeboCorto Film Festival, un festival di cortometraggi per i giovani che accoglie le produzioni video delle scuole, dei filmaker e delle scuole di cinema di tutta Europa. A maggio ci sarà l’ottava edizione e mi piacerebbe molto invitarti a presentare il tuo libro e ad incontrare i nostri giovani. Non rispondermi subito, pensaci, e fammi sapere……..prima o poi
    enzalba

  90. Antonella Sasanelli ha detto:

    ciao, insegno anch’io Italiano e Storia e mi sono permessa di “smontare” l’articolo e rimontarlo in un dialogo Studente – Docente:
    S- 1 Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.
    D –1 Accogli la passione dei miei interessi e dei miei studi e lasciati meravigliare da quello che ancora non sai, come da bambino hai imparato a mettere i tuoi primi passi anche se non sapevi ancora dove andare.
    S – 2 E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla.
    D –2 Guardati intorno e scopri la bellezza che ti circonda: quella vera, che ti fa palpitare. Che sia un quadro, o un fiore, o un calcio di rigore, il sorriso di tua madre o quello del tuo amato… Che non sia, però, la bellezza falsa e derubata dei fantocci plastificati in TV! Chiediti, e chiedimi, com’è stato possibile che l’uomo, sceso dagli alberi, abbia edificato un mondo così pieno di bellezza, da goderne ancora oggi? E, di più, com’è possibile che ogni giorno lo stesso uomo rischi di distruggere il bello che lo circonda? Chiedi: insieme cercheremo, anche se forse (spero!) non troveremo risposte definitive…
    S – 3 Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità.

    D – 3 Ascolta il racconto di chi, prima di te, ha speso la propria vita per un’idea, ha inseguito il suo sogno, ha realizzato – o forse no- il suo progetto. Leggi, indaga, interroga. Solo così potrai stabilire il prezzo della “posta in gioco”.
    S – 4 Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi?
    D – 4 Mostrati, dimmi quello che ti piace. Non ci sono talenti o sogni migliori di altri. Ma ci sono modi facili e difficili, onesti e disonesti, per raggiungere le proprie mete. Dovrai comunque scegliere da solo/a.
    S – 5 E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto mi annoiano…
    D – 5 E ricordati che esisti anche sei non sei “connesso”, che l’amicizia non si “chiede”, che la grandezza non è fatta solo di numeri ma anche, soprattutto, di qualità e profondità. Non aver paura della solitudine: un buon libro è un ottimo amico!
    S – 6 Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
    D – 6 Suda! Perché solo così saprai di aver dato il meglio. Sogna, poi svegliati e inizia realizzare il tuo sogno. Non arrenderti, quando ti sentirai sfinito, saprai di essere vicino alla meta!

    S – 7 Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.
    D – 7 Osa: un pensiero nuovo, diverso, fuori dal coro. Sbaglia: accetta l’errore e ricomincia daccapo. Rispetta le regole; se le trovi ingiuste, studia: proponi e spiega le tue ragioni.
    Vieni con me, partiamo: dalle pagine di un libro, da un verso, da una foto, da un video o semplicemente un gesto o una parola, verso il mondo che ti aspetta e la vita che dovrai governare!
    P.S. i numerini servivano al gioco di ruolo in classe 😉

    • Prof 2.0 ha detto:

      Mi piace moltissimo! Soprattutto l’idea di trasformare in un imperativo la frase. Lettura “performativa” del testo…

  91. Chiara ha detto:

    E’ proprio questo che ogni insengante dovrebbe fare:educare. E’ tutto ciò che hai detto, perchè è tutto quello di cui abbiamo bisogno noi studenti:avere una buona ragione per continuare questa grande missione che ci è stata trasmessa:la vita.
    E chi meglio,se non i professori, è chiamato a farlo?
    Non è facile,perchè spesso sono i primi che non trovano questa gioia nell’educare. Per questo penso che fare l’insegnante sia prima di tutto una vocazione!
    Complimenti professore per le sue parole,ispirano fiducia e amore verso la vita!

    • Prof 2.0 ha detto:

      Insegnare è una vocazione, è vero, Chiara. Solo se si ama ciò che si insegna, a chi lo si insegna e il modo di insegnarlo il gioco può funzionare, ma che fatica…

  92. Francesca ha detto:

    wooow!
    ti ho conosciuto oggi per la prima volta grazie ad un articolo su Repubblica e mi sono fiondata a prendere il libro..e ora sbircio il tuo blog..
    Wooow!Parole e spirito bellissimi…toccanti e sorprendenti…
    Avrei voluto si avere professori cosi…
    Non insegni ora Italiano ad “adulti”(ho 27 anni)?Ricomincerei tutto da capo e metterei tutta la passione che non ho messo in passato…

    :))

  93. Elisabetta ha detto:

    Ciao! Ho appena letto “cose che nessuno sa” e mi è piaciuto molto!!I Il personaggio di Giulio mi ha colpito molto perché fa il duro, ma alla fine ha bisogno di una come Margherita e di un amico come Filippo. Comunque è un libro stupendo!!! Io non so come si prova a perdere un genitore perché i miei sono (fortunatamente!!) ancora insieme, però ho provato la tristezza di Margherita sulla mia pelle. Questa sensazione è una cosa bellissima (non il fatto di perdere qualcuno, ma di provare i sentimenti dei personaggi), perché secondo me quando un libro è veramente scritto bene, riesci ad immedesimarti nei personaggi come se fossero persone che conosci da sempre!! Quindi grazie prof. per questo splendido libro!!!

  94. Irene Chesini ha detto:

    Caro Alessandro, ho letto tempo fa la tua pagina “Il primo giorno (di scuola) che vorrei” e ho sentito vibrare dentro di me quei tremori, quella sete di senso che provavo quando ero adolescente, quando anch’io arrivavo a scuola e mi tuffavo nelle ore di filosofia o nella poetica di Leopardi per capire, per dare risposte di senso…purtroppo allora il programma si chiuse con Montale e Nietzsche, con l’amarezza del senso non trovato. All’esame di maturità un tema fu proprio “Il male di vivere nella poesia e nell’arte del Novecento”, lo sentivo mio e mi gettai a capofitto. Fu un successo. A diversi anni di distanza ora sono anch’io insegnante e, proprio come hai scritto tu, insegno “come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini”…Provo tutti i giorni a farlo con la luce negli occhi e a coglierla in quegli occhi che mi guardano. Ho trovato il senso.
    Grazie, continua a scrivere. Stai dando voce a un popolo di giovani insegnanti con una certezza nel cuore.

  95. Lorenza Lazzari ha detto:

    Ho scoperto che ci sono altre persone che vivono come te il tuo lavoro, è bello, son più nascoste forse ma anche loro han fiducia negli uomini e nelle donne di domani
    http://giovanimissione.blogspot.com/2011/10/il-primo-giorno-di-scuola.html

  96. mariabeatrice ha detto:

    io sono fortunata perchè nella mia scuola avvengono queste cose, però non sempre , e quando manca noi studenti ne sentiamo il peso 😀

  97. Carmine R. ha detto:

    Salve prof! Sai queste parole non mi sono nuove, la prima volta me le ha lette la mia prof.ssa d’italiano che ci voleva incoraggiare per l’anno che doveva venire… Questo mi ha fatto riflettere, perchè leggere ad altri studenti il vero ideale di professore? All’inizio sottovalutai queste parole (seppur bellissime), ora però ho una risposta! A distanza di una settimana dalla lettura di bianca come il latte, so perchè ci ha letto quella lettera, voleva farci capire cosa cercare in un professore (“il sognatore” non a caso, è il mio personaggio preferito). E questo è davvero fantastico! Sei stato capace di dare un doppio messaggio: uno ai professori che devono essere entusiasti di insegnare la materia a cui hanno dedicato tanto amore e studio, e uno a noi studenti mostrandoci cosa cercare in un professore, l’amore per la conoscenza che viene molte volte sottovalutata. A proposito di questo mi viene in mente una versione di latino di Quintiliano che parla del rapporto tra alunno e maestro e la frase che mi piace di più è “ut praeceptores suos non minus quam ipsa studia ament et parentes esse non quidem corporum, sed mentium credant” -Affinchè (gli allievi) amino non meno i loro maestri quanto gli stessi studi e li considerino come genitori non certamente dei corpi ma delle menti- Detto questo, ti volevo ringraziare per aver dato alla luce dei capolavori! Continua così, i tuoi libri sono davvero toccanti e riflessivi, ma allo stesso tempo si fanno leggere ed è questo che noi adolescenti abbiamo bisogno…Grazie 🙂

    P.S. Scusami se non ti do del lei, ma dopo aver letto il tuo libro non ce la faccio, perchè ti considero già uno di noi: sei riuscito ad arrivare più in fondo di molti altri e a toccare il mio “io”.

  98. elisa ha detto:

    salve prof,
    è la prima volta che leggo queste parole ma è come se le avessi già sentite mille e mille volte perchè rispecchiano e esprimono ciò che penso della scuola.
    sono le stesse che mi incitano a iniziare e a continuare l’anno e che ripeto ai miei prof ai colloqui.(sicuramente stapensando che ho una bella faccia a dire così ed è vero!)
    incomincio oggi a leggere il suo nuovo libro e,da quello che mi hanno detto,sono sicura che mi piacerà un sacco!
    pensa di venire in provincia di savona o comunque in liguria?

  99. magda ha detto:

    All’inizio dell’anno scolastico ho inviato questo articolo al preside della scuola di mia figlia (ITC , ultimo faticoso anno di 5 faticosi anni) e il suo commento durante un colloquio è stato: “Non capisco perché mi ha mandato questo articolo.” Volevo alzarmi e andarmene…

  100. Chiara ha detto:

    Quest’anno ho iniziato la prima liceo scientifico e ancora non ero sicura della mia scelta ma dopo aver letto questo articolo sono rimasta direi sconvolta!! Non ho mai trovato professori innamorati della loro materia e quindi non ho mai avuto una gran voglia di studiare, ma quest’anno è diverso! I professori purtroppo non hanno quegli occhi e quello sguardo che mi fa innamorare ma almeno io cerco di averlo, nella speranza che prima o poi se ne rendano conto anche loro. E’ difficile, lo so, ma io sono pronta a farla questa fatica perchè ci tengo e non voglio “buttare via” altri anni della mia vita perchè dei professori insegnano senza voglia. Se da soli non ci riescono, proverò io, nel mio piccolo, a farglielo capire.
    La ringrazio per questa lettera che mi ha dato la forza per fare tutto questo.

  101. Teresa ha detto:

    grazie perché ci aiuti a desiderare la gioia di vivere

  102. Teresa ha detto:

    grazie grazie grazie perché, ci testimoni quanto valga la pena vivere

  103. Alba ha detto:

    “…E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.

    Per questo, un giorno, vi ricorderò.”

    … anni fa, ad un seminario di discipline corporee, la maestra ci disse questa cosa, e ci invitò a non triturare il cuore dei giovani prima che esso sbocciasse, perché le nostre parole e i nostri comportamenti avevano per loro molto peso…
    … fino a quel momento pensavo semplicemente di “metterli in guardia” verso la vita, poi dopo quella riflessione mi resi conto quante volte parlavo a partire da una disillusione personale, e fu diverso.

  104. Irene ha detto:

    Sono all’ultimo anno di Liceo Linguistico.. e posso ancora ricordare i miei cinque “primi giorni di scuola superiore”: in prima, l’insegnante di matematica ci fece ambientare subito (dopo le ovvie domande sugli anni di scuola media precedenti e sul perchè si è scelto questa scuola). Anche se la sua materia non era di indirizzo e sarebbe risultata difficile per molti,ci consigliò di non scoraggiarci mai e di affrontarla come un piccolo ostacolo in una corsa campestre: con un salto. In seconda il nostro già conosciuto insegnante di italiano ci disse: raccontatemi i momenti più belli vissuti nella vostra ultima estate. In terza e in quarta sopratutto, aleggiava l’odore della Quinta e il primo giorno di scuola di entrambi gli anni è servito solo per discussioni inutili sul lontano esame.. Ma il mio “ultimo” primo giorno di scuola ha avuto una valenza particolare. “Siete in Quinta, è vero, ma non focalizzatevi su quello che succederà a Giugno: questo ultimo anno di scuola deve servirvi per informarvi, per capire le vostre passioni, per conoscere voi stessi in maniera quasi definitiva. E sulla tesina, parlate di voi: farete senz’altro una bella figura.”
    Credo che il primo giorno di scuola sia importante per la vita di ogni singolo alunno che sta immergendosi nell’abisso scolastico che dura nove mesi.. il mio “ultimo” primo giorno di scuola mi ha dato una quantità infinita di ossigeno, che tuttora mi sta aiutando a nuotare felicemente in questo bellissimo abisso..
    ps: ammiro tantissimo la sua personalità che sto conoscendo attraverso i suoi libri.. è stato capace di lasciare un profondo segno su di me e allo stesso tempo di insegnarmi tante cose.. di questo la ringrazio infinitamente!
    Irene

  105. carla ha detto:

    Curiosando su internet per conoscerti meglio ( i tuoi libri mi sono entrati nel cuore)ho trovato quest’articol che mi ha fatto ” tremare” il cuore. Sei un insegnante che vorrei avere nella mia scuola : attenzione non sono una probabile studentessa, ma una stagionata dirigente scolastica, che pensa di aver avuto e di avere ancora la luce negli occhi, ma, che guardandosi intorno, troppo spesso vede docenti ( ahimè anche giovani) pronti a nascondersi dietro a quelle improbabili scuse di cui tu parli ( lo stipendio la Gelmini ora, la Moratti ieri ecc ecc; i mariti , i figli, le mogli…). Le tue parole mi fanno capire che per fortuna c’è ancora in giro qualcuno che riesce a vedere il lavoro dell’insegnante come una splendida opportunità e non come un povero ripiego.
    Continua a scrivere, non solo per i giovani d’età, ma anche per chi come me è giovane dentro e ha bisogno di continuare a sognare.
    Buon lavoro
    Carla

    • Prof 2.0 ha detto:

      Grazie, cara Carla. Grazie per il tuo lavoro paziente e prezioso. Per le tue parole che fanno sentire meno soli…

  106. irene ha detto:

    Frequento l’ultimo anno di un liceo linguistico di Verona. I cinque anni di liceo sono stati molto impegnativi, ho attraversato anche brutti momenti caratterizzati da attacchi d’ansia,come molte mie compagne di classe. Devo dire,però,che è un’esperienza che rifarei.Nonostante la fatica, lo studio matto e disperatissimo,rifarei tutto quanto e nessuno può immaginare che cosa pagherei per ritornare indietro e cominciare tutto dal principio. I miei mi hanno vista esaurire sui libri,mi hanno vista sudarci sopra,eppure non sanno le reali emozioni che ho vissuto..
    Ero e sono tuttora continuamente in cerca dell’equilibrio perfetto tra la media del 9nelle materie umanistiche e la media del 4 e mezzo,se va bene, in matematica. Eppure i miei professori sono straordinari, in particolar modo quelli avuti nel triennio.
    Dunque,si,rifarei tutto…perchè ho avuto una bellissima impressione di quel liceo,di quell’ambiente,del suo odore fin dal primo giorno,fin dalla lettera del preside scritta a tutti i primini(anche lui era nuovo quell’anno!). Posso dire dunque di essere stata particolarmente fortunata ad avere uno stupendo primo giorno di liceo e ad averne avuti altri cinquemila e più di giorni così..Ogni giorno da liceale è come quello che lei ha qui descritto, e sono talmente felice di rispecchiarmi nelle parole che lei ha scritto, che per alcuni sono invece una semplice utopia. Io amo i miei insegnanti, io amo il mio liceo…e queste sono cose che non si dimenticano perchè costituiscono il migliore dei ricordi per una persona.
    Purtroppo nessuno può avere la mia stessa fortuna e lei fa bene a scrivere bellissime utopie bellissime parole sulla scuola anche per quelli che non vivono benissimo la realtà scolastica,anche per quelli che non credono nella figura dell’insegnante..grazie per scrivere a tutti, dando a tutti la possibilità di vivere una bella scuola,fatta di amore nel dare e nel ricevere,grazie per scrivere a chi vive questa scuola,grazie per scrivere a tutti quelli che vivono una bella scola semplicemente attraverso le sue parole..

  107. Silvia ha detto:

    Prof. se solo avessi avuto più professori come lei a scuola… che ci credessero sul serio al loro lavoro, ma più che altro avessero quella scintilla viva di passione per ciò che insegnavano, forse uno… il migliore che abbia avuto, professore di Lettere, greco, latino, insegnante per 42 anni, e per tantissimi anni insegnante al liceo classico di Perugia, ahi-loro (studenti che verranno) che non lo conosceranno come insegnante, per la sua umanità, ironia e voglia di vivere, perché è andato in pensione, proprio pochi anni dopo la mia maturità. Un professore vecchio stile, nemico di burocrazie scolastiche e registri di classe e di voti, amante dello sport, dell’aria aperta, ancora a più di 60 anni è capace di fare km e km in bicicletta… e gli piaceva un sacco, quando era ancora in servizio, ritrovarsi la domenica con gli studenti e fare gare di velocità. Una forza della natura. Una volta a casa, smetteva i panni del Professore (MAI chiamarlo Prof!) e si dedicava alla sua famiglia e al suo orticello e ai suoi animaletti da cortile e all’amato cane boxer. Un professore d’altri tempi, amato e odiato allo stesso tempo… Capace di divertirsi come uno studente in gita. Di fare gare di salita di gradini in una sperdutissima cittadella in collina in Grecia (classica meta per il liceo classico!!!) e di spiegarti sempre aneddoti e spaziare da un argomento ad un altro con estrema facilità. Ce ne fossero stati altri come lui all’epoca… sarebbero potuti essere i miei anni più belli…

    Infine penso che il testo di questo articolo andrebbe fatto girare come circolare, e per una volta non dal Preside agli studenti, ma al contrario, compresi i professori. Come memorandum e appeso in classe, come una guida da seguire, per risvegliare le anime di professori dormienti o troppo ligi al loro dovere, più che piacere, di insegnanti; più presi da voti, circolari, interrogazioni, compiti in classe e assemblee sindacali… che dalla vera passione che li ha motivati la prima volta a scegliere di insegnare a degli studenti come si vive e come si impara.

    Grazie

  108. […] tempo fa ho ricevuto una lettera legata ad un articolo apparso su Avvenire, in cui provavo a immaginare i desideri e le aspettative di un ragazzo o una ragazza il primo […]

  109. Alessio Cossu ha detto:

    Docte ac humanissime Alexander,
    hoc situ forte inveni et verbis tuis lectis mira docendi voluptate flagravi! Tibi maxime adsentior: scholam ingredi non potes nisi id agas fide, spe et ardore inductus; aliquando tandem aliquis (scilicet tu) apertis verbis dixit quales magistros alumni sibi esse velint. Tua verba mihi monent quod iam Cicero scripsit: “nemo dat quod non habet”. Hac de causa gratias tibi ago et confiteor me cras nulla solitudine affectum iri, quia perpulchrum est scire magistros sua munera diligentes superfuisse. Solitudo est interdum comiti probis. Veniam habeas quod tibi Latine scripsi, sed … Latinitatem colo diligoque.

    Maxime valeas!

    Magister quidam.

    • Prof 2.0 ha detto:

      Mirifice dictu, auditu, visu! Possumus latine loqui, si vis. Gratias tibi ago verborum tuorum gratia. Ave atque vale, comes.

      • Alessio Cossu ha detto:

        Ut tibi scriberem consilium inivi quia puto tristia fata scholae quae liceum classicum nuncupatur impendere. Universis magistris qui apud hanc scholam studuerunt et eam ex imo corde dilexerunt manifestum est hodie plurimis alumnis in dies odio Graecam Latinamque linguas esse. Harum rerum ratione habita, timeo ne progrediente tempore parvus iam numerus adulescentium qui nomen dant huic scholae eo minor fiat ut ipsa schola in discrimine versetur. Detracta enim una hora singulae hebdomadi magistris qui Italice docent, adiectis incommodis et difficultatibus quibus extra scholam discipuli afficiuntur, cum a theatrocratia eorum animi nimis alliciantur ideoque rarius libros legantque, Latina Graecaque linguae videntur adulescentium hostes factae esse. Quod mea sententia fit quia ipsa docendi ratio hostilis illis est. Percontare adulescentes: quantus est numerus eorum qui grammaticam diligant? Minimus, scilicet. Quantus est autem numerus eorum qui viva lingua delectarentur? Maior. Ergo abiectis libris qui modo ratione grammatica linguam docent, aliquando Lingua Latina ad alumnos alloquendos utamur!

        Gratias ob patientiam a te adhibitam ago. Gratiam iterum ob affectum quod in docendo effundis.

        Valeas.

        Magister quidam.

  110. riccardo ha detto:

    tante belle idee;ma perche non le scopri tu stesso tutte quelle cose?lasciali dormire quei poveri insegnanti;forse non hanno avuto in gioventu´tutte le opportunita che hai tu.
    firmato:un insegnante che non ha dormito troppo.

  111. Katia Miscia ha detto:

    Ciao prof!
    Quanto è vero ciò che hai scritto…mi sono commossa, mi ci son oritrovata quando andavo a scuola e spesso avevo la sensazione che fosse qualcosa di estraneo alla realtà che mi circondava. Adesso sono dall’altra parte della barriccata, insegno alla scuola primaria e spero di poter essere l’insegnante che descrivi tu nella tua “lettera”. E’ questo è l’augurio che dò a tutti i miei colleghi.
    Grazie mille per queste bellissime parole. Ho deciso di farne un video se non ti dispiace, mi hai ispirato tanto…

    A presto.
    Katia Miscia

  112. […] chi volesse altri spunti ecco un articolo dell’anno scorso che è stato tradotto in alcune lingue data la diffusione che ha […]

  113. Roberto ha detto:

    veramente bello. sono un papà di una bambina di quasi 7 anni, che affronterà la seconda elementare tra poco, quindi solo all’inizio della sua lunga (spero) carriera scolastica. comunque, anche se in misura rapportata all’età modesta dei coetanei della mia bambina, le cose lette nell’articolo valgono comunque. trovo talmente importante il fatto che voi insegnanti siete oltre che istruttori anche educatori, in quanto i nostri bambini passano molto tempo con voi e ci vorrebbe quella cooperazione che continui il lavoro di noi genitori a scuola. Carissimo professor D’Avenia le auguro un buon anno scolastico e le rinnovo i complimenti per tutto quello che pensa e che fa per i nostri ragazzi. A presto

  114. mari ha detto:

    prof! voglio appendere questo suo articolo quest’anno sul cancello della nostra bellissima scuola nuova…devo solo cercare la preside e farmi dare l’autorizzazione;;D

  115. […] Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo. Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi……….”     CONTINUA QUI  […]

  116. Daniela C ha detto:

    La passione è il vero motore del mondo..e se tornassi indietro vorrei avere te come professoressa!

    http://www.confessionsonacatwalk.com

  117. Federica Santini ha detto:

    Bellissimo Sandra..mia mamma e’ insegnante e grazie a lei ho sempre potuto capire quello che tu oggi scrivi..e grazie ad un insegnante davvero speciale che io porterò sempre nel mio cuore, perché se non ci fosse stato lui, io forse adesso, non sarei diventata quella che sono…

  118. chiara ha detto:

    Professore, per la prima volta ho trovato una professoressa che è riuscita a credere in quello che diceva, solo in un un ora è stata in grado di farmi brillare gli occhi, e anche a lei brillavano, era sicura, convinta di sé e del suo programma e di ciò che ci avrebbe insegnato..sono state parole semplici, forse quasi come quelle degli altri ma gli altri certe cose le dicono perchè devono, lei no. E si vedeva. Non ho mai smesso di credere che esistessero professori cosi, finalmente dopo 5 anni l’ho incontrata.

  119. Lara ha detto:

    Professor D’Avenia,
    ancora una volta la ringrazio per questo suo meraviglioso testo.
    Oggi in classe, un nostra professoressa ha deciso di leggerlo. Inutile è dire che ne sono rimasta affascinata, benché lo conoscessi già.
    Le cose che dice sono molto importanti, fondamentali.
    Le persone come lei, che credono in quello che dicono fino all’ultima parola, che amano ciò che fanno, credo diano una possibilità in più a tutte le vite di noi ragazzi, che ci stimolino al sapere e alla conoscenza.
    Grazie! Una, cento, mille volte grazie a lei a chiunque dedichi passione e impegno al quotidiano.

  120. Mariapia Borghesan ha detto:

    Bravo Collega! Ti ringrazio per l’entusiasmo e la passione che sai trasmettere. E’ bello trovare colleghi che amano a tal punto il proprio lavoro!Grazie!

  121. Serena ha detto:

    Senza parole… Un nuovo articolo meraviglioso… Sarebbe stato bello ai tempi della scuola, trovare un professore con la sua grinta e la sua voglia di insegnare qualcosa di importante a noi studenti e non la solita paginetta del libro…Sicuramente avrei affrontato gli anni, soprattutto delle superiori, con uno spirito molto diverso..;)

  122. antonella d'antonio ha detto:

    bellissimo, come sempre tu sai trasmettere grandi emozioni, lo faro’ leggere subito a mio figlio oggi che e’ il suo primo giorno in 2 liceo classico

  123. Clelia ha detto:

    é BELLISSIMO poter trovare espresso a parole ciò che porti dentro!
    Il Prof migliore è quello che riesce a suscitarti tanta tanta curiosità!!!!
    Grazie di tutto Prof

  124. Francesca ha detto:

    Caro prof,
    spero che le tue righe diventino come l’influenza,contagino insegnanti e studenti,in particolare dove dico io.
    Per quanto mi riguarda farò il possibile per contribuire all’epidemia.
    Grazie da chi ha amato profondamente il mondo della scuola fino a che la propria figlia non ne ha fatto parte.
    Non dispero,comunque.

  125. Barbara ha detto:

    In altre parole…insegnatemi a VIVERE!

  126. Marta ha detto:

    Sono una studentessa liceale di Palermo. Caso vuole che prima che leggessi questo articolo io ti mandassi un messaggio dove ti esponevo i miei desideri sull’avere dei professori che amano il loro mestiere. Non so da cosa sono stata spinta,ma in quel momento ero sicura dalla mia azione,chiamalo destino o fato o come si vuol chiamare. Poi mi sono imbattuta in queste righe e ho ricevuto la mia risposta. Ho stampato ciò e ne darò una copia ai miei professori. Il perché è semplice. Credo che queste parole rappresentino le emozioni di noi alunni,mi hanno veramente colpita. Spesso non abbiamo voce in capitolo,ma adesso la mia voce voglio che rimbombi,quindi nel mio piccolo penserò a diffondere questa fotocopia che secondo me dovrebbe essere appesa all’ingresso di ogni scuola. E quando farò la maturità alla fine della mia interrogazione finale da liceale leggerò questa lettera a commissari esterni ed interni perché rappresentano ciò che ho sempre voluto dire e ciò che ho sempre pensato.

  127. Giulia ha detto:

    Caro professore, sono una studentessa di Milano , frequento il quarto anno di liceo classico, che ho scelto perchè tutti i miei dubbi si risanassero , perchè la mia mente si aprisse a nuovi mondi , a un nuovo modo di vivere , a una realtà in cui so che parole e testi possono essere il mio arricchimento migliore. Non so quanto lo studio del greco e del latino possa servirmi un giorno per lavorare, ma so che sono proprio le materie umanistiche a trasmettermi quei valori che cerco di seguire ed imitare.
    Ogni giorno mi siedo sullo stesso banco, con gli stessi libri e la stessa lieve voglia di iniziare quelle 6 ore , e ogni ora spero che i professori mi dicano qualcosa di nuovo , qualcosa che non conosco , ma ancora di più ciò che non posso immaginarmi , vorrei scoprire cose che non saltano all’occhio all’istante , ma che solo guardando attentamente si riescono a comprendere , sarebbe fantastico se quelle piccole cose le scoprissimo insieme ,che anche noi alunni fossimo insegnati di vita ai docenti .
    Amo le mie passioni , e amo chi ha passioni ,perchè ritengo che senza queste non ci sarebbe motivo di trascorrere la giornata , e amo quindi chi ha passione e soprattutto chi me la trasmette .
    Perciò quello che avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai professori è che non erano lì per spiegarci dei concetti , ma per dare ciò per cui loro hanno dato tutta la vita e anche per inculcare non solo nel cuore , ma anche nei muscoli,nelle ossa e in tutto il nostro corpo la voglia di conoscere noi stessi e ciò che è stato prima di noi .
    Un ‘alunna a lei vicina

  128. Hope ha detto:

    Ehm, salve. Ho trovato questo testo linkato su Yahoo Answers. Io sono una frequentatrice assidua del sito, una studentessa universitaria prossima alla laurea e un’aspirante scrittrice da quando ho imparato a disegnare la lettera “A” sul foglio e a leggere la parola “casa”.
    Sono stupita da questo messaggio di inizio anno, un po’ perché in genere non ci si aspetta un testo di valore da un autore diventato celebre da pochissimo tempo, anche a causa dei soliti noti, e un po’ perché spinge a riflettere su un cliché più volte visto, anche durante i corsi universitari. Nella mia breve vita ho dovuto sopportare professori pomposi e impettiti che insegnavano la loro materia senza amarla, con la noia tipica di chi fa un determinato lavoro soltanto per portare a casa un po’ di pecunia. Che siano professori di Lettere o di Scienze, senza quel bagliore negli occhi è davvero difficile che uno studente riesca ad affezionarsi alla materia e anche che gli sia difficile iniziare un nuovo anno con il consueto entusiasmo.

    Mi auguro che molti professori leggano e comprendano il significato di questo appello e che, al tempo stesso, molti miei compagni di studio e professori del prossimo futuro possano comprendere l’essenza del messaggio e portarlo nel cuore, iniziando a percepire l’insegnamento non come una bieca forma di reddito e basta, ma come una missione di vita.
    È proprio questa concezione che manca e me ne sono accorta più volte nell’arco degli anni trascorsi all’università. Molti s’iscrivono a Lettere perché credono che sia un semplice corso di studi e una futura facile fonte di guadagno, ma non è così. L’insegnante ha il dovere e la missione di plasmare le nuove menti e aiutare il raziocinio di ogni individuo a svilupparsi per il meglio.
    Anche il governo ha una concezione sbagliata del sistema scolastico, o forse continuano a tagliare sull’istruzione per avere molte più pecore decerebrate al seguito.
    In definitiva, mi auguro che questo scritto risvegli le coscienze assopite e diventi precursore di grandi speranze per il futuro. Che i giovani vedano la scuola come un luogo di speranza e non come una prigione fatta di sbarre, lavagne e antipaticissimi compiti per casa.
    _Hope

  129. […] c’è il link al sito del prof  D’Avenia (per chi vuole andare a […]

  130. Lia ha detto:

    Molto bello tutto….in linea di principio. Io che insegno da oltre 30 anni e conosco bene tutte le frustrazioni, i sacrifici, le sconfitte di questa maltrattata professione e ci metto comunque l’anima, non ho forse la scintilla di cui si parla ne’ l’entusiasmo che potevo forse coltivare agli inizi della mia carriera. Inviterei tutti coloro che non fanno altro che screditare il lavoro dei docenti ad entrare in classi spesso sporche e fatiscenti, con dentro magari piu’ di 30 alunni scalmanati, ciascuno con i propri problemi, le proprie inclinazioni e la propria individualita’. E vorrei non sentirmi sempre troppo sola nell’affrontare tutto questo carico….

    PS. la traduzione in inglese e’ a dir poco indecente: studia Chiara!!!

    • Prof 2.0 ha detto:

      Forse si potrebbe aiutare Chiara a tradurre meglio, sarebbe più proficuo.

      • Luca ha detto:

        Le sue sono parole molto belle e mettono in rilievo aspetti importanti della professione di insegnante: attrarre l’attenzione degli studenti e farli sognare. Molto poetico!
        Mi permetto di rilevare un aspetto pratico: sarebbe importante ricevere un programma preciso, in cui siano illustrati quali nozioni/autori verranno spiegati durante l’anno, in che periodo, quando si terranno i compiti in classe, etc..
        E’ la prima cosa che ho imparato a strutturare durante la mia esperienza lavorativa ma non l’ho quasi mai visto fare dai miei professori. Molti corsi erano tenuti senza nessuna struttura e alcuna prevedibilità. E di conseguenza senza alcun controllo.
        Non ho mi saputo se i miei professori avessero sviluppato completamente il programma annuale.
        Spero che in futuro ci siano riforme in questo senso.
        E che l’inglese venga insegnato meglio!

  131. […] ps. buon inizio d’anno a tutti con un augurio! […]

  132. Patrizia Pucello ha detto:

    Splendido!!! Sono insegnante da tanti anni, ma questo appello mi trova in sintonia perfetta!! Spesso ci si sente soli col proprio entusiasmo e con il proprio stupore … le tue parole, prof, mi danno conferme, carica e rinnovato vigore!! Grazie grazie grazie!!!!!!!

  133. Ludovica ha detto:

    Sono al quarto anno di un liceo scientifico di Lecce, mi ritengo estremamente fortuna ad avere una professoressa che incarna tutto quello che è descritto sopra. Insegna storia e filosofia con entusiasmo, passione e, giuro, una luce negli occhi che non avevo mai visto. Pretende molto dai suoi alunni e noi siamo contenti di studiare le sue materie, perché si merita il nostro studio. Ricordo che l’anno scorso, il primo giorno di scuola, ci disse:”Ragazzi purtroppo sono costretta a darvi dei voti durante l’anno, ma ricordate: voi non siete un numero, potete prendere tutti i 4 del mondo ma per me voi sarete sempre un 10!” Le sue spiegazioni sono esemplari, nella mia classe non c’è mai stata tanta attenzione e partecipazione, perché lei riesce ad alternare alla storia e alla filosofia momenti di riflessione in cui ci domanda spesso e volentieri il nostro parere, senza giudicare. La lezione più bella fu quella che anticipa la spiegazione dell’amore di Platone, dedicò tutta l’ora a farci parlare di cosa fosse per noi l’amore, dicendomi sempre che non esistevano risposte sbagliate a quella domanda.
    Ringrazio lei, signor D’Avenia, per queste parole e per tutto quello che mi trasmette con i suoi scritti, e ringrazio soprattutto tutti i professori che sono maestri di vita oltre che insegnati di liceo, anche se rari. Auguro a chiunque di incontrare almeno uno durante il proprio percorso formativo.

  134. Pietro Federico ha detto:

    Grazie Ale.

  135. EMMA RICCI ha detto:

    BELLO DAVVERO BELLO QUEL CHE HO LETTO ..MI HA COMMOSSO E AVREI VOLUTO DIRE IO AI MIEI INSEGNANTI TUTTO QUESTO !! INVECE MI SONO SEMPRE ANNOIATA A MORTE !! la scuola deve essere un esperienza da voler vivere ogni giorno con fame di sapere …e non una tortura da subìre !! LUPASOLITARIA

  136. Mammaalcubo ha detto:

    “Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni”: grazie a tutti gli insegnanti che con la loro passione ci provano ogni giorno.
    Grazie per questo post, che mi ha davvero commossa.

  137. Nicoleta ha detto:

    Carro Alessandro. Il mio cuore piange di gioia quando legge quello che hai scritto, avrrei voluto incontrare durante il liceo un insegnante come te, credo che adesso eravo altrove. Ma Dio esiste, e io mi appresto a diventare una insegnante a scuola, spero di parlare sempre con il cuore e di non indulgere nella parola no c’e la faccio piu. Perche i adolescenti, studenti e anche noi adulti deviamo imparare gli uni dagli altri, e cosi il ciclo della natura umana che gli deve rispettare.Non c’e cosa piu affascinante che indulgere la passione, il rispetto, il coraggio, il spirito d’esploratore tra alunni, e vedere nel loro occhi la gioia di essere ascoltati da qualcunno in qui hanno fiducia e possono ricevere sempre un feedback. Un meraviglioso inzio di scuola questo atunno, e spero che quando saro grande anche io in questo lavoro, vengo a parlarti e dirti che ostacoli ho incontrato. Grazie per queste piccole parole piene di tanta luce e saggezza!

  138. roberta ha detto:

    Oggi primo giorno di scuola per tanti ragazzi…..quanto vorrei spostare l’orologio e tornare indietro di qualche anno…gli occhi rossi di primo mattino, l’ansia della sveglia, lo zaino sempre pieno di libri….pieno di sogni. Quanto vorrei poter riportare sulle mie spalle quello zaino, correre per strada per non fare tardi. Quanto avrei voluto che i miei professori il primo giorno di scuola invece delle solite promesse di impegno maggiore mi avessero spronata a non essere solo un voto su di uno squallido registro. Quanto avrei voluto qualcuno che mi preparasse al futuro, al giorno in cui la scuola sarebbe finita e mi sarei scontrata con la realtà. Quanto avrei voluto che avessimo fatto una lezione a libri chiusi sulla politica, sulla disoccupazione, sulle ansie e sul futuro. Quanto avrei voluto sentirmi dire che non conta che tu sappia un paragrafo a memoria o la data della prima guerra mondiale perché una volta messo il piede fuori la realtà é ben diversa. Allora mi sento di dire….ragazzi impegnatevi per voi, per i vostri sogni, per i vostri progetti e non per un bel voto…..non fatevi abbattere dalle parole che vi diranno per buttarvi al suolo…alzatevi combattete perché la scuola non é solo matite, penne e ramanzine. La scuola e l’istruzione sono l’arma più potente del mondo, acculturatevi, crescete e prendetevi sempre cura del vostro essere.

    Buona scuola a tutti….

  139. […] è stato il primo giorno di scuola dell’anno. In questo stesso giorno, 21 anni fa, veniva ucciso 3P, padre Pino Puglisi, professore di […]

  140. luciana giuliani ha detto:

    I miei complimenti a chi ha scritto questo stupendo articolo, siete entrati nei miei sogni nei miei desideri. Forse non si realizzeranno mai,
    se le ns istituzioni non eseguono una riforma che sia degna di chiamarsi tale, al passo con i tempi. Vi prego insegnanti cambiate metodo , attualmente siete la causa di questo sfamigerato abbondono scolastico, salvate i ragazzi, trasmettendo delle passioni, cambiate vi prego . Queste generazioni si annoiano e la ns e’ una scuola esclusivamente basata sulla nozionistica. I ragazzi che attualmente sono sui banchi di scuola SONO IL NS FUTURO, RICORDATELO. VI PREGO GRAZIE

  141. Chiara ha detto:

    Grazie prof per queste belle parole, mi ha letto nel pensiero!
    Ho letto tutti I suoi libri, inutile a questo punto fare I complimenti, soprattutto per lo stile (lo dice una ragazza che ogni due mesI deve leggere “I promessi sposi” o “il piacere” di d’Annunzio per leggere qualcosa di scritto bene,)ora a questa lista si sono aggiunti i suoi libri.
    Ho studiato per un anno al liceo linguistico cercando di seguire I miei sogni, purtroppo non sono riuscita e quest’anno ho ricominciato facendo economia, sperando di riuscire a raggiungere il mio sogno con una strada differente. Sono stati proprio i racconti del sognatore mi hanno dato la forza di andare avanti.
    Ho trovato due professoresse al liceo con la passione per l’insegnamento, insegnavano le materie più odiate: latino e matematica, ma sono riuscite a farmi amare anche quelle materie. Ringrazio entrambe, soprattutto la prof di matematica che ha sempre avuto le scintille negli occhi ed ha seminato sorrisi per I corridoi della scuola. Quindi Grazie prof, ma soprattutto grazie a lei, prof 2.0

  142. elisabetta ha detto:

    Queste parole dicono tutto. Credo che le stamperò e le metterò in bella vista nel mio ufficio. Già, io non sono una insegnante, ma credo che questa voglia di scoprire, di imparare con quel “luccicolìo” negli occhi dovrebbero averla TUTTI, indipendentemente dal ruolo e dal proprio lavoro. Proprio ieri, incominciando il primo cammino scolastico con il mio bimbo, ho ripensato ai miei insegnanti… a quante delusioni ho avuto da chi, ancora oggi, non ha capito NULLA di me. Ma quante soddisfazioni, invece, da quelle PERSONE che, prima di essere professori, mi hanno insegnato la VITA, hanno saputo incuriosirmi e spronarmi quando ne avevo bisogno, hanno stimolato la mia mente ed hanno acceso emozioni, passioni, talenti, voglia di FARE.
    GRAZIE ai miei professori e GRAZIE anche a te!

  143. MARIA GIORDANO ha detto:

    Questa mattina ho stampato ed inviato il suo articolo alla Dirigente Scolastica della Scuola Elementare che frequenta mio figlio.
    Mi ha appena telefonato. Ha detto di aver letto l’articolo, e mi ha ringraziato per averglielo trasmesso.
    Ha aggiunto: “fa riflettere”.
    Mi ha poi detto che lo invierà in tutte le classi e lo manderà in visione a tutti i suoi insegnanti.
    Spero tanto che farà riflettere anche loro!
    Maria Giordano

  144. Cristina ha detto:

    Quando ho letto questo articolo, l’anno scorso, l’ho stampato e lo faccio leggere a tutti i miei amici… E’ da un po’, quindi, che ce l’ho sotto mano eppure, ogni volta che lo leggo, mi salgono le lacrime agli occhi…grazie prof… :’)

  145. Lapo ha detto:

    Mio figlio piu grande non fa altro che parlare del Professore D’Avenia…..e sempre scatta la chiaccherata sui valori profondi della vita……anche come puó un ragno tessere la propria ragnatela….ed é per questo che dico Grazie!!!!! Grazie grazie e grazie…..

  146. Manuel Monge Gil ha detto:

    Hola Prof, enhorabuena por este formidable y precioso artículo que es capaz de inyectar en las aulas, en un tiempo de desencanto generalizado, una inyección de esperanza y optimismo tanto para profesores como para alumnos. Felicidades.Sin duda esta profesión es
    y cada uno intentamos reinventarnos cada día para poder llegar al corazón de nuestros alumnos a pesar de disparatados planes de estudios, desestructuraciones sociales y prioridades ideológicas.Su mensaje, sin duda, es muy oportuno y muy positivo.A través de él, por otra parte, conozco a un humanista de corazón por lo que le agradezco otra vez haya admitido mi solicitud de amistad. Hablamos el mismo idioma. Un saludo.

  147. Manuel Monge Gil ha detto:

    Perdón. Falta la palabra “vocacional” en el espacio en blanco de mi comentario.

  148. Stella ha detto:

    Ricordo di aver letto questa lettera 3 anni fa, all’inizio del mio secondo anno del liceo classico, e mi era piaciuta molto, ma non penso che all’epoca fossi davvero pronta per capirla. Rileggendola ora, durante il mio ultimo anno di liceo, credo di aver davvero compreso cosa lei, caro prof, vuole trasmetterci. Io sono stata molto fortunata, ho conosciuto tanti insegnanti meravigliosi che mi hanno insegnato ad apprezzare davvero la vita, a vivere intensamente ogni momento e ad affrontare le mie paure a testa alta. La luce che brilla nei loro occhi ogni volta che spiegano trasmette passione e amore per il latino, la storia, la filosofia, l’italiano, il greco… Tutti i miei insegnanti amano il loro lavoro, e io sono tanto orgogliosa di essere loro alunna. Spero, un giorno, di essere come loro, di amare il mio lavoro e i miei alunni e di non perdere mai la mia luce negli occhi. Spero, un giorno, di essere una buona insegnante, e nel mio primo giorno di lavoro mi ricorderò del loro esempio e di questa lettera. Spero, un giorno, di poter fare la differenza ed essere seguita e apprezzata.

  149. Gaia ha detto:

    La nostra professoressa di inglese,il primo giorno di scuola,è venuta a leggerci (in italiano) questa bellissima riflessione. Appena ha finito di leggere,ci siamo tutti alzati e abbiamo applaudito sentitamente. E’ meraviglioso sapere che uno dei miei scrittori preferiti,Alessandro D’Avenia,si metta un po’ nei “panni” degli studenti,facendo capire che se sono gli insegnanti i primi a non spiegare come si deve,gli alunni non vedono il motivo per studiare.Davvero complimenti! Lei mi stupisce sempre!

  150. Cecile ha detto:

    So che è un po tardi per commentare queste parole, ma ho scoperto il suo blog poco tempo fa e ora, quando ho del tempo libero, mi immergo nelle sue bellissime parole, che riescono ogni volta ad articolare alla perfezione i miei pensieri. Ho deciso di commentare proprio questo post perché mentre lo leggevo ho visto ritratta alla perfezione la figura della mia professoressa di italino e latino… a settembre ho iniziato il liceo scientifico, ero terribilmente insicura e non conoscevo nessuno, avevo paura di non riuscire ad affrontare una scuola così impegnativa… finché non ho incontrato quegli occhi, occhi che brillano sempre e in ogni circostanza, occhi che, in fondo, mi fanno anche paura, ma quella prof ha qualcosa che non pensavo potesse esistere davvero, lei è innamorata di ciò che insegna, è innaorara del suo mestiere ed è innamorata dei suoi alunni, in ogni sua lezione sono presenti quell’amore, quella passione e quell’infinita energia che trasmette sempre di più a noi, suoi alunni a tal punto che oggi io, personalmente, sono quasi pentita della mia scelta a indirizzo scientifico proprio a causa di quella sua interminabile passione contagiosa. Nonostante questo però non cambierò direzione ai miei studi, voglio continuare ciò che ho scelto con l’impegno e la determinazione di sempre, anche se non sono sicura che sia la strada giusta, voglio continuare ad ascoltare i suoi amori dietro quella cattedra per i prossimi cinque anni. Mi ritengo davvero fortunata ad trovarmi in classe quotidianamente una delle pochissime persone che meritano davvero di praticare il proprio mestiere, che portano in classe i propri amori e non gli umori, una di quelle rare prof che un bel mezzo di un discorso comincia a balbettare (pur essendo laureata e più che competente) di fronte alla bellezza di ciò che pensa, dice e insegna. So che un giorno la magia si completerà, le sue passioni diventeranno anche mie, perciò voglio ringraziarla, prof 2.0, per avermi fatto aprire gli gli occhi e aver ricostruito quello sguardo costantemente brillante della mia prof. Sono certa che anche lei ha dato questo effetto a qualche suo alunno alle prime armi con un liceo.

  151. Maria del Pilar Zamora ha detto:

    Palabras increibles que toxan lo mas profundo de mi corazon. A mis profesoras no le brillan los ojos, yo quiero Alessandro saciar mi alma que se inquieta cuando escucha este tipo de palabras, y que se muere porque sea tiempo para mi cumplir mis sueños de escribir, me dan ganas de mandarle este articulo a mis maestras. Lo hare prof, lo hare.

    • all ha detto:

      Prima di tutto buona sera.Questa mattina,per me, è stata abbastanza faticosa dato che ho iniziato a frequentare una nuova scuola,ovvero il liceo classico,e come prima impressione posso dire che sia un’ottima scuola infatti la Prof. di italiano ci ha omaggiato una lettura di questo brano il quale mi ha molto colpito con il semplice modo con il quale,lei,Prof. D’Avenia riesce a interpretare il ruolo da alunno difatti riesce ad entrare,nelle menti di noi studenti,con perfezione proprio per questo mi ci rivedo molto in codesto brano.Da questo si riesce benissimo a capire di quale bravura ed intelligenza lei è dotato,perciò complimenti,complimenti sul serio,lei è uno dei pochi che riesce a capire noi studenti al massimo. Buona fortuna per la sua,già,brillante carriera

  152. Adele ha detto:

    Parto dal presupposto che sono al 4 anno di liceo classico, e la scuola copre gran parte della mia giornata.
    A 12 anni avevo grandi speranze, obiettivi, sogni e tanta voglia di realizzarli.
    oggi, 21/9/15, a una settimana precisa dall’inizio della scuola,è stato il giorno in cui ho messo il countdown per la maturità. La scuola è L’esatto contrario di quel che dovrebbe essere: si lavora nello stress e nel mal contento generale. Non mi interessa di Cicerone, non mi interessa di Saffo, non mi interessa del Barocco, non mi interessa niente di niente. Ma come è possibile? Perché sono arrivata a questo punto? Perché lo vedo nel modo sbagliato.Me lo hanno fatto vedere nel modo sbagliato.
    Ho sempre fatto così, ma nessuno mi ha mai corretto. Mi correggono solo quando sbaglio le date o i nomi, non quando non capico niente della vita, della scuola, nessuno se ne frega se non apprezzo la scuola,per i professori è importante solo che io sappia date che domani non saprò più.
    Se aprissi un libro di greco sono sicura che ne rimarrei estasiata. E invece no.
    Che grande, infinita perdita.
    Dal primo giorno di scuola , ho sentito ininterrottamente professori parlare del programma da fare quest’anno, di quello volto lo scorso anno, di quanto sarà difficile, impegnativo e pesante il percorso di studi che mi accingo a iniziare.
    Come può sentirsi dire da un professore tali cosa un ragazzo di 16 anni che, reduce da un’ estate di divertimento , relax, ma anche studio, ritorna controvoglia a scuola, dispiaciuto e ancora più demoralizzato di prima? I professori sanno solo ripetere meccanicamente date, eventi e concetti detti e stradetti dal libro.
    Ecco cos’è la scuola. Valutare ragazzi con un numero da 1 a 10 in base a quanto meccanicamente e bene riproducano le parole scritte sul libro.
    La scuola come io la sogno esiste solo nei libri. Il professore che io sogno lo posso solo cercare su facebook sotto la voce di ‘Alessandro D’Avenia’, posso anche scordarmi di incontrare uno come D’Avenia nella mia vita.
    Che fregatura i libri.

    • Prof 2.0 ha detto:

      Spero ti leggano in molti, Adele, ma ti assicuro che di docenti validi ce ne sono molti, forse tu non li hai trovati nel tuo cammino.

  153. Marialuisa ha detto:

    E’ grazie a quest’articolo che continuo a credere nella scuola. Sono una semplice studentessa sedicenne che spera in ciò che teoricamente dovrebbe essere la scuola ma è circondata da persone che vivono in quell’istituto solo perché sono obbligate. Per mia fortuna ho potuto conoscere la vera scuola, con dei veri valori e dei veri professori che attualmente sembrano solo un sogno remoto. Secondo la mia opinione molto professori e di conseguenza tutti gli alunni vivono in quel modo la scuola perché non la sentono loro o perlomeno non fanno nulla per renderla loro. Ad ogni modo ho intenzione di divulgare questo articolo per i corridoi della mia scuola affinché venga recepita una nuova visione e qui devo solo ringraziarla. Ringraziarla per aver creato un articolo semplicemente perfetto.

  154. […] Qui trovate la lettera che scrissi qualche anno fa: Il primo giorno di scuola che vorrei se fossi uno studente tradotta in varie […]

  155. […] che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.” (dal bellissimo post nel blog di Alessandro D’Avenia) Allora la lezione che io adulto posso trattenere, da tutto questo, è che è bello iniziare, è […]

  156. Leonardo ha detto:

    Toccante e stimolante.
    Credo che la pratica più bella sia “sentirci dentro le cose e il loro accadere”.

Rispondi a Da Prof. 2.0: IL PRIMO GIORNO (DI SCUOLA) CHE VORREI | Michele Maffucci Annulla risposta

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