5 ottobre 2011

Istantanee di una scuola possibile

Qualche pomeriggio fa (non in orario scolastico) sono andato insieme alla collega di storia dell’arte e alcuni studenti di II classico (chi voleva e poteva) a vedere la Pietà Rondanini di Michelangelo. Non c’è modo migliore di spiegare loro le due anime del Rinascimento: quella levigata, armonica, perfetta della Pietà Vaticana e quella ombrosa, incompiuta, opaca della Rondanini. Eccoli all’uscita, prima del gelato…

Il giorno in cui comincio la Commedia in una mia nuova classe chiedo ai ragazzi di mettersi eleganti, perché la bellezza va accolta con i panni giusti e un po’ di ritualità. Ecco una foto scattata in classe con i maschi della III scientifico in giacca (che poi mi chiedo cosa mangiano le nuove generazioni…)

A entrambe le classi dedico il video della lettera a Dante di Benigni. Grazie, ragazzi, per quello che con fatica, vostra e mia, mi aiutate a scoprire.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=16z0IDaiU2E[/youtube]

23 risposte a “Istantanee di una scuola possibile”

  1. Anto Superbat ha detto:

    Che prof… complimenti! E voi alunni cercate di trarre il meglio da lui. 🙂

  2. marta ha detto:

    lei si che è un prof!

  3. Alessandra ha detto:

    La Pietà Rondanini… Semplicemente bellissima: due corpi uniti fin nell’anima, due figure che condividono lo stesso identico blocco di marmo, tra le quali nemmeno un soffio d’aria può passare per dividerli, inseparabili.
    Ottima scelta prof.

  4. roberta ha detto:

    “La bellezza va accolta con i panni giusti…”.
    Un semplice colpo di genio.
    Bravo Ale.

  5. angela ha detto:

    Caro prof ma esiste un tuo CLONE?????? Sai da distribuire in tutte le scuole …………..

  6. : ) ha detto:

    W Internet!!! Che bello iniziare in ufficio la mattina così!
    Fai venir voglia di andare a scoprire la bellezza nella città dove uno lavora!
    Mi sa che inizio una caccia al tesoro!
    Grazie!!!

  7. Doroteate ha detto:

    Sorrido. Mi sembra di aver trovato il blog di un Educatore. La scuola di oggi ne è carente. Sono convinta è che c’è una grande differenza tra un educatore, un maestro in senso classico ed un professore. C’è differenza tra chi ti fa comprendere il valore della cultura e sa trasmettere l’amore per la conoscenza e chi invece sciorina la pappardella e non si aspetta nient’altro dai suoi studenti che sentirsela ripetere per poi mettere un voto a registro. Cosa resta di questo? Educare è una missione e la scuola dovrebbe ricordare che ha il compito ed il dovere di educare e trasmettere una forma mentis, non solo un elenco di dati.
    Per quello che mi riguarda, sono fuori dal Liceo da quattro anni. Ma ringrazio ogni giorno i miei Maestri. Degli altri, faccio fatica a ricordare anche solo il nome.

    Buon lavoro! Con grande sincerità.

  8. Jessica ha detto:

    Quanto vorrei avere un prof così, lei si che è un Prof con la P maiuscola! A inizio anno quando ho saputo che non avrei avuto di nuovo la Prof dell’anno scorso ho pregato di avere un Sognatore come lei..non ho ottenuto ciò che speravo, anzi al contrario..beati i suoi alunni! Li invidio tutti. Complimenti!

  9. Spaces ha detto:

    Meravigliosi 🙂 lei, le sue idee e i suoi ragazzi !!

  10. Patrizia, Acireale ha detto:

    L’eleganza: che idea! Dovrebbe diventare un modo di essere e di pensare, oltre l’apparenza e la forma,poter fare una scuola elegante, cioè seria ma anche divertente, onesta ed essenziale. Essenziale: nella ricerca delle cose più belle, importanti e di conseguenza portatrici di essenza che l’umanità lascia generazione dopo generazione.W la giacca blu e la camicia bianca!

  11. Monica Poli ha detto:

    Sei speciale, l’idea della giacca è geniale! Lo faccio subito anch’io con i miei alunni..

  12. Federica Paccamiccio ha detto:

    Pienamente in accordo con te!Una scuola così è possibile e non solo, esiste e ne ho le prove!!
    Da precaria quale sono, quest’anno l’unica scelta a me possibile alle nomine era Arcevia (AN).
    Tra le lacrime, non me ne vergogno, non riuscivo a distogliere il pensiero dal fatto che si trovava a più di un’ora da casa mia e dalle mie bimbe troppo piccole.
    Poi…la bellezza…per fortuna avevo abiti eleganti per accoglierla.
    Da lontano ho cominciato a sperare che la mia scuola fosse proprio quella arroccata sul monte.
    E quando ho conosciuto i miei studenti ho sentito forte che non avrei voluto lavorare da nessun’altra parte.
    La scuola è un IPSIA, la classe una terza meccanici, 18 ragazzi e una ragazza.
    Il primo giorno ho scritto alla lavagna una regola :”IN CLASSE SI STA CON UN SORRISO VIVO ADDOSSO”.
    Tra lo sguardo perplesso di qualche collega, ho cominciato a spiegare Dante, ho affisso vicino alla lavagna le ultime righe de “Le città invisibili”.
    Ieri ho scritto a caratteri cubitali “STAY HUNGRY, STAY FOOLISH” e ho assegnato come compito per lunedì la visione dell’intero video, poi ho iniziato ad interrogare. Ho ricordato loro che doveva essere un’esperienza serena e il numero del voto l’ultimo dei loro pensieri.
    E’ stata un’esperienza decisamente ricca. Con un sorriso vivo addosso, ho scoperto che non avevano perso una sola parola di quelle dette a lezione. Neanche quelle della prima ora quando hanno gli occhi ancora impastati di sonno, né quelle del V canto che ho letto loro tutto d’un fiato e hanno voluto ascoltare con le finestre chiuse, nonostante il caldo quasi estivo.
    Non hanno perso neanche le parole del tuo romanzo, di cui ho letto loro qualche pagina quando erano ancora diffidenti perché “i libri prof so’ tutti pallosi un bel po'”.
    Lo so, perché a poco a poco lo stanno prendendo in prestito dalle biblioteche dei loro paesi o mi chiedono se gli presto il mio, e poi tornano con un sorriso da sedicenne e mi dicono che l’hanno finito perché non riuscivano a smettere.
    Uno di questi giorni propongo loro di organizzare una lettura pubblica della letteratura che li emoziona…ci mettiamo in piazza, o sul belvedere, a condividere bellezza, magari quando torna primavera 🙂
    Un abbraccio stretto stretto.

  13. Daniela ha detto:

    Anche io e i miei alunni ci vestiamo eleganti quando iniziamo un argomento speciale…
    Succede una o due volte all’anno e faccio togliere il grembiulino ( siamo alla scuola primaria) e io vado dal parrucchiere!!!
    Ci intendiamo proprio!
    Grazie e un abbraccio

  14. Afavordialibi ha detto:

    Visto che andrai in Francia, ruba qualche idea dalla moda parigina per le future classi.
    Christian Dior e Dante………. l’avessero fatto con me, adesso ne saprei di più sulla Commedia?
    Forse o forse no.
    Paolo e Francesca a parte, naturalmente.
    Da quando li ho incontrati, quei due, non li ho mai più dimenticati!

  15. Giovanna Maria ha detto:

    Anche i sorrisi sono proprio belli! Non somigliano per niente ai ghigni televisivi che mostrano i denti…

  16. alberto ha detto:

    Ho dedicato questo, su Facebook, agli studenti del “Gioia” (LIceo Classico dove sono stato preside per 15 anni) che si lamentavano perché non accettavo che venissero in tuta o in calzoni corti… La bellezza (e quanta bellezza hanno la fortuna di incontrare i ragazzi del “Gioia”!) va accolta anche con giacca e cravatta… Bravo Alessandro D’Avenia. Grazie
    Alberto

  17. Monica ha detto:

    La dedizione di chi pensa in grande si vede dal fatto che tutto, ai suoi occhi, può essere un’occasione speciale…

    E poi c’è lo sfondo del Castello (il mio parco): bellissimo!!!

  18. Mônica Leite ha detto:

    Che Bello!
    Penso che mi prendo una classe così piena di bellezza e di gioia con i miei giovani apprendisti.
    Grazie per averci dimostrato la vostra esperienza!

  19. Rosario ha detto:

    …e bravo il mio prof. Splendido!!! Ci sai veramente fare!!! Ottima la scelta del video di Benigni…

  20. Asia ha detto:

    Che meraviglia!
    Con la giacca con un po’ di timore reverenziale e rispetto per la poesia e la bellezza…ce ne fossero di prof come lei!!

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