21 ottobre 2011

Cambierà tutto, non cambierà niente

In un vecchio film, che ho amato da bambino, un ragazzo scolasticamente demotivato, ma hacker motivatissimo, entra nel sistema informatico della scuola e modifica i voti della pagella e, in una catena di eventi imprevedibili, scatena una quasi Terza Guerra Mondiale.

Ero solo in seconda elementare e quella possibilità (la pagella modificata, non la Guerra Mondiale) mi piaceva. Vedremo qualcosa di simile ora che le pagelle si leggeranno soltanto on-line?

Da quando il web è entrato a scuola ne stiamo vedendo di tutti i colori. Per lo più colori piacevoli. Come insegnante faccio uso del registro elettronico da un anno e non devo più preoccuparmi dei soliti errori. Risparmio tempo e sono piacevolmente costretto alla trasparenza. Se inserisco un’assenza alle 8,05, la mamma di Annibale lo sa alle 8,06. Se invece è presente e gli ho dato un 8 o un 4, lei si organizzerà per preparargli la dovuta accoglienza a pranzo… Non devo più assicurarmi, con tecniche più o meno oblique, che i genitori sappiano. Se hanno un pc e una mail: sanno.

Ai ragazzi sembra un Grande Fratello scolastico che non consente più quella furba e a volte perversa inventiva nella comunicazione di trionfi e insuccessi, così da evitare punizioni intempestive e favorire premi sempre tempestivi. Forse si perde qualcosa in termini di fiducia e responsabilità personale, ma viva la rapidità e trasparenza di comunicazione a scuola: i professori devono dare i voti; le famiglie sapere.

Il web adesso diventerà protagonista anche per le pagelle. Per risparmiare sulla carta il governo ha deciso di privarci di quel rito salutare e inquieto della consegna della pagella cartacea, che comporterebbe la presenza di almeno due professori che incontrano il genitore (e il ragazzo, se vuole), anche se più spesso ci si accontenta di una già anonima segreteria.

Ho visto genitori commuoversi di fronte al trionfo del figlio; genitori scappare vergognandosi come ladri di fronte al fallimento dello sciagurato. Se questo elemento di umanità trionfante o ferita, nella consegna della fatidica pagella, si è già perso nella maggior parte dei casi, non vedo nessun problema al risparmio di questa benedetta carta (per non parlare di quelle scuole dove le pagelle si compilano a mano e il professore si trasforma in una specie di impiegato da romanzo di Kafka). E troppa se ne spreca di carta a scuola, credetemi. Magari si potessero pubblicare sul web anche le circolari e le comunicazioni burocratiche. Sarebbe una bella educazione pratica, come quelle scuole con i cestini differenziati.

Risparmieremo milioni di pagelle, e di euro. Ma perderemo anche il gusto un po’ vintage di un rito tremendo e dolce insieme. Tutto si consumerà freddamente davanti ad un computer. I genitori scruteranno quei voti come si fa con un giornale on-line e non potranno conservare orgogliosi quei documenti nel cassetto dei trionfi filiali. Qualcosa di umano mancherà, come per tutto ciò che si virtualizza, ma i benefici mi sembrano prevalere. Hacker a parte.

Cambierà tutto, ma non cambierà niente. Non esiste niente di più gattopardesco della scuola. Risparmieremo carta, e di quella raffinata, perché quella delle pagelle è un po’ speciale. Risparmieremo milioni di euro. Bene, ma… aspetto il giorno in cui un decreto per lo sviluppo annuncerà che oltre a risparmiare, si investirà sulla scuola, cioè sui professori: altrimenti fra poco sarà necessario mettere sul web anche quelli.

La Stampa, 20 ottobre 2011

38 risposte a “Cambierà tutto, non cambierà niente”

  1. Ilaria ha detto:

    Condivido! Il web sicuramente permette una più efficiente comunicazione scuola-famiglia. Se anche al mio liceo fosse stato così si sarebbero evitate molte polemiche tra insegnanti e genitori increduli della bocciatura del figlio o del voto in condotta. Questo lo vedo anche da mio fratello la cui scuola superiore gode di una segreteria con un ottimo servizio informatico e che per questo ha la fortuna di essere molto più seguito e controllato dai miei genitori.
    Devo però ammettere che, da inguaribile romantica, per me il cartaceo ha sempre un suo fascino misteriosamente malinconico e purtroppo, come per i libri, sarà un duro colpo assistere in futuro alla sua progressiva scomparsa.

    • Prof 2.0 ha detto:

      Io non credo che “la carta” sia questione di romanticismo, ma di realismo: si usano 4 sensi anziché 1…

      • Ilaria ha detto:

        Non avevo mai visto la cosa da questo punto di vista e in effetti è vero! Ecco vome mai non mi capacito di come non si possa capire la sua importanza e l’enorme perdita a cui andremo incontro. La tecnologia è utilissima, ma bisogna sempre stare attenti a non perdere quel rapporto diretto e quasi “affettivo” con le cose che per esempio un libro o un disegno a mano permettono.

  2. carmen ha detto:

    Sono sempre d’accordo con te. Sai esprimere le cose nella maniera più giusta… ma come fai?
    Soprattuttosull’ultima parte che parla dei professori, anche perché spero sempre che, investendo un po’ di più sui professori, anche gli studenti ne potrebbero godere….

  3. Marta ha detto:

    Condivido in pieno!
    Proprio qualche giorno ho manifestato la tua stessa idea in un tema…
    La tecnologia è una medaglia a due facce: aiuta nel progresso, ma va a lenire quelle relazioni personali fondamentali in una società come la nostra.
    Tutto viene sminuito da un sms, una email, una chat, un profilo facebook.
    La tecnologia ci fa risparmiare del tempo prezioso, ma noi non lo impieghiamo per incentivare quello che già abbiamo e, così facendo, perdiamo delle esperienze di cui, un domani, potremo pentirci.

  4. roberta ha detto:

    Caro Alessandro, condivido ciò che scrivi ma nutro forti dubbi su un punto. “Se hanno pc ed email le famiglie sanno”.
    Forse altrove ma nel nostro paese dove molti adulti sono quasi analfabeti di pc…non ne sarei così sicura. La maggior parte dei genitori mette il pc in camera dei figli ignorandone uso ed abuso; chiama i figli per risolvere ogni intoppo compresa la deframmentazione o l’avvio di un antivirus banale…
    Io credo che molti registri elettronici e pagelle on line non saranno affatto trasparenti ma INVISIBILI…e credo i ragazzi non abbiano la smania di rendere i loro tutori esperti di web…soprattutto in tali casi!
    ERGO…buona l’idea a cui aggiungerei: corso di aggiornamento informatico per i genitori.
    Sarò la solita rompiscatole con i piedi cementati a terra…ma credo mi sopporterai!

  5. Elisa ha detto:

    Si, mi piace l’idea delle pagelle sul web ma, da insegnante, come sviluppare comunque con la famiglia (esigente, lassista, ignorante, fiduciosa, supponente, semplicemente ” normale” ecc.) quella comunicazione empatica, quel dialogo per far comprendere ed accettare i quattro e gli otto dei ragazzi? Sicuramente non via internet…io i miei genitori, per quanto faticoso ed a volte improduttivo, li voglio vedere in faccia e voglio che possano vedere la mia. Elisa

  6. francesca alvino ha detto:

    ecco finalmente un RISPARMIO intelligente ! io voglio sforzarmi e mettermi in gioco per il mio futuro poichè pare che lì passerò i miei prossimi anni però ho voglia di vedere risultati , ho voglia di sentire il profumo della novità e questo possiamo farlo soltanto attraverso la nostra storia , le nostre origini , perciò risparmiamoci le banalità, i giri di parole , perchè è della nostra vita che si sta parlando e cerchiamo di tirar fuori i nostri talenti, cerchiamo di affacciarci ogni tanto al momndo quello vero , fuori dalle mura scolastiche dove per adesso a orientarti ci pensano i nostri splendidi prof ma una volta usciti dalla scuola dovremo essere in grado di decidere per noi stessi . W la trasparenza , le innovazioni tecnologiche che ci permettono di approfondire e arricchire ciò che già noi possediamo. grazie prof ottimo articolo complimenti <3

  7. Angela ha detto:

    Ho 49 anni, so usare un pc, lo uso anche a casa come adesso, per aggiornarmi sulle ultime notizie e non sostituisce nulla, ne’ una telefonata, ne una bella serata fuori con amici. cioe’, ciò che un pc e’ per molti ragazzi, ma anche adulti di oggi, quasi incapaci di tenere sane relazioni sociali. Presenza e pagella sul web, l’ho sperimentata 4 anni fa, quando mio figlio, ora universitario, frequento’ l’anno scolastico negli States, dove questo metodo era già normale. L’unica volta che e’ stato assente per un brutto raffreddore, e solo x il pomeriggio, ho patito le pene dell’inferno, perché x avere notizie dovevo aspettare 12 ore causa fuso orario….Ora non cambierei proprio con un PC, una chiacchierata con gli insegnanti del mio ragazzo di 3^ liceo, e’ l’unico modo di conoscerlo meglio, per chiudere il cerchio della sua giornata senza “stargli” addosso Per farmi raccontare come e’ andata a scuola per sentirmi rispondere “bene” e basta.
    Oltre che dargli la giusta fiducia, ed essere sicura che e’ a scuola.
    Incontro sempre con gioia la mia insegnante delle medie…spero non vengano mai a mancare questi momenti agli studenti di tutti i tempi, nei secoli a venire! Iniziando dai tuoi, ammirabile Prof!

  8. Antonella ha detto:

    A mio avviso – ma forse sono disfattista – è una sorta di placcatura d’oro su un oggetto arrugginito… Cosa si farà, tanto per cominciare, con i soldi risparmiati? Si comprerà finalmente la carta igienica? Ehm… Si doteranno tutte le aule dei dispositivi compensativi (così tecnologici anche quelli!) per chi ne ha necessità? Ehm… Il mio elenco disfattista potrebbe continuare, ma diventerebbe sgradevole, ahimé!
    Una cosa grande, bellissima, enorme, però, in questo modo si risparmia, come dici giustamente tu: le ore, le giornate, le serate intere passate a compilare le pagelle. Anche se, pur di avere finalmente la carta igienica e il lettore vocale che funziona, molti insegnanti bravi e professionali come te, sono certa, avrebbero accettato di continuare ad essere un po’ scrivani.

  9. Gianna Bellocchi ha detto:

    Ma il ministro è proprio sicuro che tutte le famiglie degli alunni possiedano un computer ed un collegamento ad Internet? In quale mondo vive?

  10. Melissa ha detto:

    Io rimango senza parole! Ma la FIDUCIA dove va a finire???Come scriveva Pietro Giordani “Non tutto ciò che è nuovo e necessariamente bello!!!” e io aggiungerei anche ” utile e di profitto UMANO!”.

  11. PAOLA ha detto:

    Grazie perchè ancora una volta mi fai sorridere e commuovere… e ripensare alle piccole pagelle della mia “vecchia” scuola elementare: ricordo affettuoso di un tempo spensierato e di una meravigliosa maestra, dalla quale ho imparato amore per la vita e per gli allievi.

  12. Nicoletta ha detto:

    Condivido in pieno! Sono nella scuola e grazie per il risparmio della carta. Devono però mettersi una mano sul cuore e rendersi conto che proprio perchè continuano a tagliare ne va della qualità della scuola. Se ne vedono di tutti i colori, che basterebbe un po’ di buon senso per ovviare a certi inconvenienti. Grazie per i tuoi interventi!
    Nicoletta

  13. silvia ha detto:

    Sono una mamma ( di 4 fanciulli) che non ama per nulla il registro on line. Ritengo sia un erroraccio togliere ai nostri ragazzi la facoltà di scegliere…Già, scegliere se essere onesti, scegliere come affrontare eventuali insuccessi, modi e tempi per comunicare con i genitori. La scuola dovrebbe insegnare a vivere…La scuola, la buona scuola dovrebbe essere fatta dalle persone…Caro prof. la tua battuta finale purtoppo la vedo come una possibile scelta futura data l’aridità dilagante..

  14. mrc ha detto:

    un’amica che ha un figlio nella scuola in cui lei insegna, mi ha raccontato del registro on-line. L’ho trovato incredibile perfetto, visto che faccio parte delle madri apprensive/controllori. Però settimana scorsa mia figlia, ragazzina che frequenta in una scuola pubblica la terza media, ha preso un 3 in una parte del compito scritto di matematica; quando l’insegnante ha consegnato i compiti ha realizzato di non aver capito nulla sulle radici quadrate. Ha quindi chiesto aiuto al compagno di banco (aveva preso 10+ come al solito) è ha chiesto alla prof di essere interrogata l’indomani. Così ha fatto e ha preso 7.5. Ovviamente mi ha comunicato tutto a cose fatte. Leggendo il suo testo non ho potuto che pensare cosa sarebbe successo se avessi saputo del 3 in tempo reale? insomma condivido con lei che forse l’on-line non è sempre cosa buona.

    • Prof 2.0 ha detto:

      Cara mrc, come sempre ci sono pro e contro. Io però preferisco la trasparenza, non vissuta come forma di controllo.

  15. Jose ha detto:

    Juegos de Guerra¡¡ Qué película tan buena. De pequeño me encantaba. Gran artículo. COmo siempre

  16. Sabrina ha detto:

    Come mamma avevo inizialmente sorriso all’idea del registro elettronico e alla possibilità (un po’ “perversa” lo ammetto) di accogliere il brutto voto con un predicozzo già bello pronto e impostato, costruito subito nel momento stesso dell’apprendimento del famigerato brutto voto… Poi però mi sono immaginata la situazione inversa: il voto bello. E ho subito pensato che brutta cosa per un ragazzo essere privato della gioia di comunicare personalmente un suo successo! Oppure, tornando al brutto voto, assumersi la responsabilità di comunicare un insuccesso, magari dovuto a scarso impegno… Sono comunque cose che fanno crescere. Io non ho ancora avuto modo di sperimentarlo perché nella scuola di mia figlia ci stanno ancora lavorando per sistemare il tutto a livello informatico, e quindi vengo a conoscenza dei voti tradizionalmente dal libretto e dalla sua viva (o spenta) voce, ma rimango convinta del fatto che certi “riti” siano insostituibili. La pagella consegnata a mano e nella persona in carne e ossa del prof. è un’altra cosa… a volte non è magari quel che ci aspetteremmo e questo ci fa arrabbiare o rimanere delusi (so cosa vuol dire), ma ti costringe comunque a elaborare delle emozioni e a porre attenzione alle relazioni… Condivido le sue conclusioni, la scuola è una fetta troppo importante nella vita di un paese, bisognerebbe davvero investirci di più (e non solo in termini economici!). Grazie!

  17. maria rita ha detto:

    Investire sui prof: bravo, Ale!
    Una scuola senza la comunicazione personale non è più scuola. Sfruttiamo il web, ma non lasciamoci inscatolare in esso: al primo posto deve esserci sempre un io ed un tu che si guardano negli occhi e scoprono il miracolo dell’apprendimento che è un poco come innamorarsi: innamorarsi della conoscenza, innamorarsi della bellezza che è nel conoscere..
    E allora qualche vecchio rito dove ci sono di mezzo le persone ed i rapporti va salvaguardato!!!

    PS: il mal di pancia un genitore lo prova anche davanti al registro on line: ve lo posso assicurare!

  18. Afavordialibi ha detto:

    La mia pagella di terza media, era piena di tante belle lodi,ma concludeva con una frase che diceva pressappoco così”Alunna dotata di un’irruenza che spesso ha stentato a controllare”.
    E’ stato bello nel corso degli anni,tornare a casa, rispolverarla e scoprire che poco era cambiato.
    Ho letto delle pagelle on-line e ho letto anche di quella scuola di Brescia che ha sostituito i libri con l’iPad.
    Ma la tecnologia la può raccontare la tua storia?
    Queste novità mi hanno intristita un pò.
    Poi ho visto un film bellissimo:”84 Charing Cross Road” e finalmente ho capito.
    Sono semplicemente nata nell’epoca sbagliata.

  19. Oriella ha detto:

    ma i prof sono già online, oserei dire, per fortuna! quando la “mia bimba” era ricoverata in isolamento ha potuto seguire le lezioni e anche fare verifiche dalla sua camera d’ospedale! Non è riuscita a finire la V purtroppo ma il preside ha voluto consegnarle il diploma alla memoria: una piccola luce di umanità in questa scuola così poco personale ! per fortuna mi restano le sue pagelle cartacee… grazie per le sue riflessioni!!!

  20. Flavia ha detto:

    Ho iniziato ieri il tuo nuovo libro, e sono già a pagina 130! 🙂 Adoro il tuo modo di scrivere, riesce a rapirmi anche quando, a fine giornata, ho mal di testa e gli occhi fanno fatica a stare dietro alle parole.
    I miei genitori mi hanno fatto una sopresa ieri mattina e mi hanno portato “Cose che nessuno sa” dopo la contentezza manifestata nei confronti di “Bianca come il latte, rossa come il sangue” . Quando leggo ciò che scrivi entro in un mondo tutto mio, e mi ritrovo tantissimo in quello che dici, perchè i personaggi dei tuoi libri sono miei coetanei ed è bello che qualcuno finalmente capisca il modo di pensare di noi complicati adolescenti!!

    Leo e Beatrice mi hanno cambiata, ho imparato a guardare le cose in modo diverso, e quando ho finito di leggere il libro ho quasi pianto perchè avrei voluto che quella magnifica storia non finisse mai!

    Ogni tanto mi appunto qualche frase, cose che avrei sempre voluto dire ma che solo tu sei riuscito a trasmettermi veramente, sei riuscito a trovare le parole giuste.

    Li sto consigliando a tutti i miei amici i tuoi libri perchè sono fantastici, passionali, affascinanti e coinvolgenti!

    Aspetto con ansia il prossimo libro 🙂 E ti faccio i miei più sentiti complimenti sia per i contenuti che per le copertine dei libri.

    Spero che avranno successo come lo hanno avuto per me!

    • Prof 2.0 ha detto:

      Cara Flavia, grazie per le tue parole. E’ vero i libri ci danno le parole per ciò che ci portiamo dentro. E senza quelle parole quel tesoro rimarrebbe nascosto…

  21. Flavia ha detto:

    P.S. : Mi sono appena accorta di aver scritto il mio commento qui, ma avrei dovuto scriverlo nell’altra pagina 🙂

    Vabbè, l’importante è che lo legga!

  22. Marisa ha detto:

    Caro prof, sono una collega. A proposito del registro elettronico io avrei delle perplessità: in primo luogo, il mio dirigente ha detto che in ogni caso il cartaceo non potrebbe essere eliminato perché legalmente quello elettronico non avrebbe alcun valore (fatica doppia, dunque, ma è vero?!); in secondo luogo, i genitori avrebbero un valido motivo per sottrarsi ai colloqui che secondo me non possono essere un optional, il contatto umano è pur sempre importante. Che ne pensi?

    P.S. oltre che collega, sono anche una scrittrice per diletto, ma non ho mai pubblicato nulla. Però ho due blog … Leggerò il tuo libro … quando i compiti da correggere mi daranno tregua.

    • Prof 2.0 ha detto:

      Cara Marisa, noi usiamo il registro elettronico e basta. Viene stampato quello e quello basta. Sarebbe assurdo usare due registri. Se i genitori si sottraggono ai colloqui perché vengono lì solo per sapere i voti e allora che se ne stiano pure a casa. Se un genitore si accontenta di sapere i voti siamo fregati. Però hai ragione, il fatto di sapere tutti i voti può essere un deterrente ad andare ai colloqui. Nella mia breve esperienza di registro elettronico vedo che i genitori vengono lo stesso, come sempre dipende dal tipo di rapporto che si instaura con loro. Passerò dal tuo blog e buona correzione di compiti, anche a me tocca, oggi. Fuori piove.

  23. yetiste ha detto:

    dubbio da padre di figli ancora in età pre-scolare. il rito del pranzo, con la necessità di buttar fuori quel votaccio che proprio non ti va giù, e la tipica frase “è ora di capire che ti succede” che mio padre doveva dire di copione… quel rito dicevo che ha qualcosa di assai simile alla confessione, perchè ciò che conta è che tu abbia il coraggio di rendere “parola tua” il tuo errore, e lo debba confidare al Padreterno tramite un altro, vien meno. e con i figli adolescenti a pranzo che dici? un twitter in cui gli fai presente che il mestiere del sarto è davvero onorevole?

    • Prof 2.0 ha detto:

      Caro yetiste, questi sono i tempi in cui ci è dato vivere. Si tratta di trovare strade e modi nuovi all’interno dei nuovi modi che semplificano la vita e il lavoro di altri. Il fatto che i voti siano online non significa che padre e figlio non possano accordarsi sul fatto che il papà non li leggerà ma lascerà che sia il figlio a parlare. Insomma di fronte ai cambiamenti ognuno può agire educativamente come meglio crede. Avere più possibilità è meglio che nessuna: hai la libertà di scegliere e questo è educativo. Non ho capito la battuta sul sarto. Spiegami.

      • yetiste ha detto:

        Chiedo scusa, ogni tanto da prolisso divento eccessivamente sintetico. su tutti i giornali si fa presente che mancano mestieri di pregio. Penso che una frase storica tra genitori e figli che non studiano sia “se non vuoi studiare, ti mando a lavorare”… di qui la battuta del twitter.
        ha ragione a dire che questo è il mondo in cui viviamo, e che l’educazione e i metodi educativi si devono evolvere. tuttavia, trovo che certe limitazioni (anche teoriche) della libertà siano pericolose per la reale crescita dei ragazzi. ma forse ho semplicemetne cambiato la visuale, passando da figlio a genitore. grazie per la cortese risposta.

        • Prof 2.0 ha detto:

          Concordo con la battuta. Magari riscoprissimo il valore del lavoro manuale… Quanto al secondo tema: anche io desidero una realtà migliore, ma questa che ho è quella in cui mi gioco la vita. Non è disfattismo, ma tentativo di non difendermi con i “magari fosse diverso”…

          • yetiste ha detto:

            Risposta saggia (per la seconda parte), che condivido. grazie per il cortese scambio.

  24. Raffaele ha detto:

    Il film è “Wargames”, del 1983, diretto da John Badham e scritto dalla coppia Lawrence Lasker – Walter F. Parkes.

  25. Nadira ha detto:

    Sarete anche adulti eppure tutti lo avete fatto. Chi non ricorda la scappatella, la prima volta che non si andava a scuola, la prima volta che si marinava la scuola?…. Le mani tremanti … il cuore che pulsa… l’eccitazione che si prova quando si esce dalle regole… la paura di essere scoperti dai professori o, peggio ancora, dai genitori… le aspettative che ci riserviamo e poi se tutto va bene la vittoria, si ci sente per un attimo in estasi, capaci di tutto:vivi. Chi non ricorda tutto questo? Marinare la scuola è una cosa che accomuna tutti gli alunni dal più scapestrato al più calmo. Tutti almeno una volta nella vita abbiamo passato qualche ora nel vecchio deposito dell’autobus, nella villa comunale, in una piazza o in un qualsiasi altro luogo sognando chissà cosa assieme ai nostri amici più cari giocando e scherzando tra di noi e sentendoci realizzati. Ora non più, ora c’è il registro elettronico, il messaggino o la telefonata che arrivano subito a casa non appena si entra con qualche minuto di ritardo. Che senso ha avvisare subito i genitori se un ragazzo per un giorno decide di non andare a scuola perché vuole restare con i suoi amici a godersi un po’ di quella cosa meravigliosa che dovrebbe essere la vita? Perché impedirglielo con una tecnica che mi sa tanto di ricatto? Perché pensare subito a punire il ragazzo che entra con qualche minuto di ritardo perché, forse, stava comprando un fiore per la fidanzata o stava abbracciando un amico dopo un bel gol? Alla fin fine di tutte quegli anni non saranno proprie queste perle di vita che si ricorderanno di più? E se la scuola deve insegnare a vivere allora perché non lasciare agli alunni la possibilità di scegliere? Perché non lasciare al ragazzo la possibilità di scegliere tra l’essere sincero o tra lo scegliere la via sicuramente più facile della bugia e della meschinità? Lasciamo invece al ragazzo la responsabilità di scegliere cosa fare, di prendere una decisione da solo e di capire sin da ora che tipo di uomo sarà, lasciamo che sia lui a scegliere cosa fare e chi essere, lasciamo che sia lui ad ammettere i propri errori prima con se stesso e poi con i suoi genitori sarà un buon allenamento per lui e una prova di crescita e di maturità per i suoi genitori. D’altra parte sono però favorevole ad avvisare i genitori nel caso in cui le assenze e i ritardi ingiustificati siano un abitudine così come sono d’accordo ad avvisarli quando si ha più di un voto negativo. Per il resto penso che ai ragazzi bisognerebbe dare più libertà e più fiducia perché , comunque sia, cadere è la conseguenza del sbagliare e sbagliare è la conseguenza del rischiare e solo chi rischia e sbaglia può dire di vivere: nella vita, e soprattutto nell’ adolescenza, non sono importanti i momenti in cui respiri ma sono importanti i momenti che il respiro te lo tolgono e solo rischiando si possono vivere quest’ultimi.

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