14 marzo 2016

100 giorni alla Maturità: ma quale?

foto 3Se l’adolescenza è l’età chiamata a scoprire per cosa valga la pena morire e quindi vivere, e si può protrarre per questo indefinitamente, la maturità è l’età chiamata alla fedeltà a quanto intuito. Se la prima è diapason sensibilissimo verso ciò che ha valore in termini di bellezza, verità, bontà, e le loro gradazioni, la seconda è esercizio per ampliare nello spazio e nel tempo quei valori liberamente assunti come portanti.

Se l’adolescente si innamora con un vigore che lo rende folle è perché scopre che il valore primo dell’esistenza è amare, ma poco a poco l’incanto dell’innamoramento narcisistico scema e quella ricerca di sé è chiamata a diventare vera apertura all’altro: o l’io uccide l’amore o l’amore uccide l’io. Non finisce l’amore, come molti adolescenti credono, ma l’amore comincia: quello maturo, che richiede affermazione del valore intuito in origine, a costo della mia carne per farlo essere. Solo così l’amore diventa più interessante dell’innamoramento e lo supera, perché va a incidere sulla fibra della vita ad un livello più profondo, da cui sgorga la pienezza di sé e dal quale diventiamo capaci di dire: sono felice. Altrimenti l’amore, soltanto inaugurato, viene scartato e si cerca un nuovo innamoramento, non gustando mai la solidità della maturità, ma accontentandosi dei movimenti caotici, frenetici, spesso regressivi, delle emozioni.

La maturità è la trasformazione dell’incanto iniziale in canto della vita, passando per l’inevitabile disincanto che tutte le cose umane, con il loro fardello di imperfezione, si portano dentro. Maturità è il canto della vita, modulato da chi ne comincia a conoscere le asperità, dopo essersi reso conto che la realtà non è a disposizione dei propri desideri, ma resiste, e resiste non in modo “cattivo”, anzi, fornisce il materiale per l’avverarsi (diventare vero) di quel valore intuito e che si vuole realizzare. La realtà è come il legno di una foresta, che servirà come “materia” (parola che in latino significava appunto il legno fornito da un bosco vivo, come wood in inglese è sia il legno sia il bosco) per il lavoro ispirato e paziente dell’artigiano, che vi scava e leviga con sudore e fatica un bellissimo tavolo attorno al quale molti potranno riunirsi per banchettare e parlare.

L’adolescente non sopporta la resistenza, perché si deve ancora affrancare dal pensiero magico dell’infante che tutto vuole e tutto pretende, ma proprio quella resistenza, accolta e trasformata, diventa pienezza di vita, che cambia se stessi e il mondo attorno a sé, attraverso l’incarnarsi di un nuovo inizio. Così la filosofa ebrea Hannah Arendt definiva quest’avventura esistenziale: “Il fatto che l’uomo sia capace di azione significa che da lui ci si può aspettare l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità. Solo la piena esperienza di questa facoltà può conferire alle cose umane fede e speranza”.

Di questa maturità, nutrita di fede e speranza, oggi abbiamo bisogno tutti, i ragazzi ne sperimentano solo una rituale tappa simbolica fra 100 giorni, il principio di massima resistenza “scolastico”, necessario a misurarsi con il nuovo da realizzare, prima di un cammino fatto finalmente di scelte più libere e consapevoli. Maturità è fedeltà all’unicità della propria vita, che si svincola dal principio di piacere o d’obbligo, e si lascia guidare dal principio di ispirazione, che più si realizza, cioè diventa reale, più si rafforza, al contrario del piacere, che brucia rapidamente e cerca altro piacere dopo averne distrutto la materia stessa che lo ha provocato, e dell’obbligo, che costringe ad una realizzazione senza libertà, e quindi fonte di stanchezza e tensione.

Maturità, se dovessi oggi definirla, lo farei con quelle parole che Leopardi scrisse nello Zibaldone ormai trentenne, considerando la sua fedeltà alla vocazione di poeta, nonostante gli scarsi riscontri dei suoi contemporanei: “e in fine il piacere che si prova in gustare e apprezzare i propri lavori, e contemplare le bellezze e i pregi di un figliuolo proprio, non con altra soddisfazione, che di aver fatta una cosa bella al mondo; sia essa o non sia conosciuta per tale da altrui”.

Aver fatto una cosa bella al mondo, con o senza applausi, questa è la maturità che ci aspetta tutti. I ragazzi, con la loro “scolasticissima” maturità, non fanno altro che ricordarcelo.

La Stampa, 14 marzo 2016

NB. L’immagine è un quadro della mia collega di Storia dell’Arte, Valentina Grilli

9 risposte a “100 giorni alla Maturità: ma quale?”

  1. lavinia ha detto:

    ottimo articolo…dal mio piccolo punto di vista
    penso però di non raggiungere mai la maturità
    non ho neanche ben capito in cosa consista per me

  2. lavinia ha detto:

    ormai mi sono persa e sono troppo grande. optare per dovere è la cosa più facile e dolorosa, optare per il sogno è troppo rischioso e faticoso, optare per la vocazione non mi va più, è tardi ed è una strada ormai lontana

  3. Giovanni ha detto:

    Bravo Alessandro, non smetterò mai di apprezzare il tuo modo “solare” di proporre le tue riflessioni 🙂 . Anche in questo articolo, che parla di “resistenza” e di fatica per superare questa apparente opposizione della realta. Una fatica necessaria per crescere, lo diceva qualche anno fa il sacerdote del mio oratorio: – Senza far fatica non si cresce… E oggi sembra che la fatica sia la cosa più terribile da eviare, eppure proprio di lì si deve passare per maturare.
    Grazie Alessandro!

  4. Barbara ha detto:

    Bellissimo articolo…maturità significa proprio capire di aver fatto qualcosa di bello.Preso il diploma magistrale nei miei sogni c’era il desiderio di poter insegnare letteratura,storia,geografia ai ragazzi.Ho seguito il mio sogno e mi sono laureata in lettere moderne.Purtroppo,a cause delle molte riforme scolastiche non posso insegnarle e mi son trovata a fare la maestra elementare.Sono consapevole però di aver fatto qualcosa di bello lo stesso,che ancora oggi rifarei.Per il mio essere non esiste cosa più bella di leggere le parole di grandi letterati,che sono eterne e di immergermi nella loro bellezza.Educhiamo i ragazzi alla bellezza,tenendo sempre vivo in loroil sentimento di meraviglia.Maturita’ e’ saper andare oltre la superficialità e l’apparenza delle cose per scorgerne la profondità e arrivare all’essenza stessa della vita.Un saluto da una coetanea e collega,Barbara.

    • Prof 2.0 ha detto:

      La vita si incarica di metterci, se non resistiamo e se non rinunciamo ai nostri talenti, dove possiamo fare qualcosa di bello al mondo… Ciao, collega, e grazie!

  5. Adua ha detto:

    Mi piace come sai parlare di maturità, di resistenza, di realtà, di amore, di crescita, di ispirazione e di vocazione,così che sono protagonisti tutti. Il tuo è un pensiero diamante Prof. D’Avenia, dura nel tempo, è educazione.
    Grazie, un caro saluto..
    Adua

  6. Claudietta ha detto:

    Maturitá é buttarsi in questo meraviglioso viaggio chiamato vita, con la consapevolezza di esserne il protagonista.
    È riprende il cammino con uno zaino più solido dentro il quale ciascuno di noi ha collezionato i suoi valori, le sue bellezze, i suoi limiti e suoi obiettivi.
    È mettersi in cammino per scovare e cercare di portare nella vita reale quegli ideali che riempiono il cuore di una gioia indicibile.. A volte ancora difficile da trovare nella realtà.
    É sentire il desiderio di mettere in pratica quel’ amore vero, è saper passare oltre a un fallimento.
    È avere il coraggio di togliersi la maschera dell’ apparenza e rischiare, rivelandoci con sinceritá a chi è diverso da noi..
    Il viaggio è ricco di insidie, una delle quali quella di farsi travolgere dal’ ondata di superficiailità. Maturità è anche saper riconoscere e avere fiducia di quei “grandi”, che per noi saranno “Grandi” per sempre, che di vita se ne intendendo proprio tanto. E che soprattutto hanno un amore sconfinato per la vita. Ed è proprio grazie a questi “missionari di vita” che la bellezza trionferà.
    Grazie perchè nei momento delicati in cui il rischio di sbandare è dietro l’ angolo leggere le tue parole è come respirare aria buona fresca come quella mattutina di montagna. Il mondo è vita, la vita è bellezza. Nelle cose piccole della realtá è nascosta la bellezza che Dio ha voluto riservare all’ uomo. Basta cercarla.

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