Overture

Questo video d’apertura resta sempre in cima, perché tutte le volte che ne hai bisogno puoi guardarlo. Ma non fermarti qui: il resto cerco di aggiornarlo periodicamente.

Viviamo in un tempo in cui raccontare qualcosa di positivo desta sospetto. Credo che dovremmo abbassare le nostre difese e cercare ciò che in mezzo all’inferno non è inferno, farlo durare e dargli spazio, come dice il Marco Polo creato da uno scrittore a me caro. Questo però richiede coraggio, perché accogliere qualcosa di bello, vero, buono, cioè riconoscerlo come bello, vero, buono, significa mettersi in gioco personalmente per difendere e ampliare quel bello, vero, buono. Il cinismo è scorciatoia che ripara dal coinvolgimento personale e dal conseguente impegno, e a volte sembra un rifugio comodo, ma alla lunga inaridisce. Invece non nascondersi l’inferno e far crescere qualcosa di bello, lì in mezzo, è molto più appassionante. Per me questo si fa vita di tutti giorni in due modi: come insegnante, ascoltando e ampliando persone, e come scrittore, ascoltando e ampliando personaggi. Faticoso, ma entusiasmante.

La data del post? Il giorno in cui ho visto la luce per la prima volta. Per questo non sono cinico: perché mi è piaciuto, anche se ci ho pianto sopra.

4 novembre 2025

Ultimo banco 261. Per quando ti perdi

Non so come funzioni la memoria ma so che è tutto, perché la continuità dell’io dalla culla alla tomba non è nella materia (le cellule del nostro corpo mutano di […]

28 ottobre 2025

Ultimo banco 260. Inclinazioni

Non ci sono più le mezze stagioni? No, sono proprio le stagioni a non esserci più: nella nostra carne. All’inizio le raccontava la terra, Omero infatti ne trova tre nel […]

21 ottobre 2025

Ultimo banco 259. Senso e consenso

«Sono contenta, perché gli insegnanti hanno tutti la vocazione». Così ha risposto una studentessa a cui avevo chiesto come stesse vivendo l’inizio delle superiori. Ha poi dettagliato: «Appassionati, capaci di […]

15 ottobre 2025

Ultimo banco 258. Per un pugno di alberi

Ho dato questo compito ai miei studenti: fare una passeggiata senza cellulare lungo un notissimo tragitto cittadino, parco compreso. Dovevano trovare: tre alberi diversi, un pozzo, un mercato, delle palle […]

7 ottobre 2025

Ultimo banco 257. Il dio delle solitudini

Ho chiesto ai miei studenti la loro paura più grande. La maggioranza ha risposto: rimanere soli. Un timore connaturato all’uomo, ma che stupisce nell’epoca della condivisione costante. Sebbene iper-connessi siamo […]

30 settembre 2025

Ultimo banco 256. Uno all’ora

Ho scoperto che molti quattordicenni non sanno leggere l’orologio a lancette. I cellulari hanno reso obsoleto insegnarlo o impararlo. Sembra strano alla mia generazione che ne ha un ricordo indelebile. […]

23 settembre 2025

Ultimo banco 255. Duello o duetto?

Tutte le guerre in atto (Ucraina, Gaza, Yemen, Myanmar, Sudan) e in particolare le due vicine ci hanno risvegliato dal sogno della pace perpetua (un miraggio a cui ha creduto […]

16 settembre 2025

Ultimo banco 254. Non cambi mai

In questi giorni in cui inauguravo l’anno con una nuova classe di quattordicenni ho incontrato tre ex-alunni, guarda caso tre tornate di maturità: 30, 25 e 20 anni. Questi incontri […]

9 settembre 2025

Ultimo banco 253. Colpevoli di realtà

Il divieto di utilizzare i cellulari a scuola tassativamente voluto dal Ministero è un’occasione educativa. Se alibi significa «altro qui» (non ero sulla scena, ero altrove, sono quindi innocente), oggi […]

2 settembre 2025

Ultimo banco 252. Il dovere dello stupore

Non sembra ma la scuola e le ferie hanno la stessa essenza: l’incontro con la meraviglia. Durante le ferie è lo stupore che cerchiamo. In montagna o al mare, in […]