Ultimo banco 261. Per quando ti perdi
Non so come funzioni la memoria ma so che è tutto, perché la continuità dell’io dalla culla alla tomba non è nella materia (le cellule del nostro corpo mutano di […]
L'Odissea e l'arte di essere mortali
Questo video d’apertura resta sempre in cima, perché tutte le volte che ne hai bisogno puoi guardarlo. Ma non fermarti qui: il resto cerco di aggiornarlo periodicamente.
Viviamo in un tempo in cui raccontare qualcosa di positivo desta sospetto. Credo che dovremmo abbassare le nostre difese e cercare ciò che in mezzo all’inferno non è inferno, farlo durare e dargli spazio, come dice il Marco Polo creato da uno scrittore a me caro. Questo però richiede coraggio, perché accogliere qualcosa di bello, vero, buono, cioè riconoscerlo come bello, vero, buono, significa mettersi in gioco personalmente per difendere e ampliare quel bello, vero, buono. Il cinismo è scorciatoia che ripara dal coinvolgimento personale e dal conseguente impegno, e a volte sembra un rifugio comodo, ma alla lunga inaridisce. Invece non nascondersi l’inferno e far crescere qualcosa di bello, lì in mezzo, è molto più appassionante. Per me questo si fa vita di tutti giorni in due modi: come insegnante, ascoltando e ampliando persone, e come scrittore, ascoltando e ampliando personaggi. Faticoso, ma entusiasmante.
La data del post? Il giorno in cui ho visto la luce per la prima volta. Per questo non sono cinico: perché mi è piaciuto, anche se ci ho pianto sopra.
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Non ci sono più le mezze stagioni? No, sono proprio le stagioni a non esserci più: nella nostra carne. All’inizio le raccontava la terra, Omero infatti ne trova tre nel […]
«Sono contenta, perché gli insegnanti hanno tutti la vocazione». Così ha risposto una studentessa a cui avevo chiesto come stesse vivendo l’inizio delle superiori. Ha poi dettagliato: «Appassionati, capaci di […]
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Ho chiesto ai miei studenti la loro paura più grande. La maggioranza ha risposto: rimanere soli. Un timore connaturato all’uomo, ma che stupisce nell’epoca della condivisione costante. Sebbene iper-connessi siamo […]
Ho scoperto che molti quattordicenni non sanno leggere l’orologio a lancette. I cellulari hanno reso obsoleto insegnarlo o impararlo. Sembra strano alla mia generazione che ne ha un ricordo indelebile. […]
Tutte le guerre in atto (Ucraina, Gaza, Yemen, Myanmar, Sudan) e in particolare le due vicine ci hanno risvegliato dal sogno della pace perpetua (un miraggio a cui ha creduto […]
In questi giorni in cui inauguravo l’anno con una nuova classe di quattordicenni ho incontrato tre ex-alunni, guarda caso tre tornate di maturità: 30, 25 e 20 anni. Questi incontri […]
Il divieto di utilizzare i cellulari a scuola tassativamente voluto dal Ministero è un’occasione educativa. Se alibi significa «altro qui» (non ero sulla scena, ero altrove, sono quindi innocente), oggi […]
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