Overture

Questo video d’apertura resta sempre in cima, perché tutte le volte che ne hai bisogno puoi guardarlo. Ma non fermarti qui: il resto cerco di aggiornarlo periodicamente.

Viviamo in un tempo in cui raccontare qualcosa di positivo desta sospetto. Credo che dovremmo abbassare le nostre difese e cercare ciò che in mezzo all’inferno non è inferno, farlo durare e dargli spazio, come dice il Marco Polo creato da uno scrittore a me caro. Questo però richiede coraggio, perché accogliere qualcosa di bello, vero, buono, cioè riconoscerlo come bello, vero, buono, significa mettersi in gioco personalmente per difendere e ampliare quel bello, vero, buono. Il cinismo è scorciatoia che ripara dal coinvolgimento personale e dal conseguente impegno, e a volte sembra un rifugio comodo, ma alla lunga inaridisce. Invece non nascondersi l’inferno e far crescere qualcosa di bello, lì in mezzo, è molto più appassionante. Per me questo si fa vita di tutti giorni in due modi: come insegnante, ascoltando e ampliando persone, e come scrittore, ascoltando e ampliando personaggi. Faticoso, ma entusiasmante.

La data del post? Il giorno in cui ho visto la luce per la prima volta. Per questo non sono cinico: perché mi è piaciuto, anche se ci ho pianto sopra.

16 settembre 2025

Ultimo banco 254. Non cambi mai

In questi giorni in cui inauguravo l’anno con una nuova classe di quattordicenni ho incontrato tre ex-alunni, guarda caso tre tornate di maturità: 30, 25 e 20 anni. Questi incontri […]

9 settembre 2025

Ultimo banco 253. Colpevoli di realtà

Il divieto di utilizzare i cellulari a scuola tassativamente voluto dal Ministero è un’occasione educativa. Se alibi significa «altro qui» (non ero sulla scena, ero altrove, sono quindi innocente), oggi […]

2 settembre 2025

Ultimo banco 252. Il dovere dello stupore

Non sembra ma la scuola e le ferie hanno la stessa essenza: l’incontro con la meraviglia. Durante le ferie è lo stupore che cerchiamo. In montagna o al mare, in […]

1 luglio 2025

Ultimo banco 251. Nullafacenza o stupefacenza?

Vacanza viene da vacuus: vuoto. A che serve questo vuoto? A metterci qualcosa di nuovo. Ma che cosa è veramente nuovo? Ciò che non si esaurisce e ti rinnova. Può […]

24 giugno 2025

Ultimo banco 250. Dialogo tra uno studente e lo Stato

Siamo nel pieno degli esami di Maturità, detti anche di Stato perché è lo Stato a verificare che lo studente «colto» non sia né acerbo né marcio, pronto per nutrire […]

17 giugno 2025

Ultimo banco 249. Essere reali

David Foster Wallace ha scritto che veder giocare Roger Federer era un’esperienza religiosa, cioè l’esperienza del sacro, che è quando la vita dà e dice se stessa, una densità di […]

12 giugno 2025

Ultimo banco 248. A che servo?

Che cosa hanno in comune una racchetta, un pianoforte, una macchina fotografica, un microscopio, una penna? Dopo secoli di interpretazione cartesiana della tecnica (io, pensiero, ho l’idea e intaglio l’oggetto […]

8 giugno 2025

Inter-vita (non intervista) con Rkomi

«La morale, baby, è che a volte devi trovare il tuo nome, e altre volte è il tuo nome a trovare te». Lo dice Future all’amico Rabbit, Eminem in persona, […]

4 giugno 2025

Ultimo banco 247. Il giallo siamo noi

In questi giorni il Grande Detective popolare (parente dell’Allenatore, del Politico, del Fratello…) è ipnotizzato dalla riapertura di un caso giudiziario di 18 anni fa. Un’attenzione che corrisponde alla fame […]

27 maggio 2025

Ultimo banco 246. Senza pensarci due volte

Sono andato a vedere la mostra «De bello – Notes on war and peace» (Sulla guerra – Appunti su guerra e pace) organizzata nello spazio Gres Art 671 a Bergamo […]