6 marzo 2012

Oliver Twist: imparare con le mani

Sono stato ospite alla scuola professionale Oliver Twist di Como.

Ho incontrato ragazzi che si occupano di “Legno”, “Tessile” e “Servizio Bar”. Sono rimasto colpito dalle loro domande sulla scuola, sui libri e soprattutto su questioni affettive che le righe dei miei libri sollevano. Per alcuni di loro erano i primi libri letti per intero. Ne sono stato felice.

Mi hanno posto domande impossibili: “Come si fa ad amare?”, “Come si fa a riconoscere l’amore vero?”, “L’amore per sempre esiste?”, “Cosa c’è dietro una storia d’amore”.

Ragazzi che vogliono afferrare la realtà con le mani, come sono abituati a fare con il lavoro che imparano e che amano, come si vede in questo video, nel quale li ho riconosciuti tutti.

Quanto c’è da fare in Italia per l’istruzione professionale, spesso relegata a un rifugio per abbandonati. Quanti ragazzi troverebbero una strada, una vocazione, una vita, se ritornassimo a credere anche nel lavoro manuale e nella formazione relativa. Senza rinunciare allo studio di Dante e Michelangelo, come fanno i professori di questa scuola: chi conosce Dante, lavora meglio il legno.

Me ne sono tornato a casa con il cuore pieno di ordine e bellezza e uno slancio rinnovato verso il mio lavoro. Anche i ragazzi dei licei dovrebbero fare un periodo così… come andare a bottega, come accadeva nel Rinascimento.

Trovate qualche minuto e ascoltate questi ragazzi e ragazze. L’incontro è nato da una di loro che aveva letto Bianca come il latte, rossa come il sangue: grazie, Benedetta!

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=eLFo7Jzq90g[/youtube]

“La bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro per risorgere” (C.Norwid)

29 risposte a “Oliver Twist: imparare con le mani”

  1. Anna ha detto:

    Perchè scuole professionali così sono un’eccezione e non la norma? Capisco che sia difficile per ogni scuola riuscire a mettere in piedi una struttura del genere, visti i tempi che corrono, però qualcuno lassù in cima alla gerarchia potrebbe un attimino riflettere su questa cosa. ^.^

  2. ElyB ha detto:

    Vero, e ti assicuro che quando anche questi “abbandonati” cominciano a “digerire” la verdura che insegni un pezzettino di paradiso dantesco lo tocchi anche tu con un dito!

    P.S Ho cominciato a far pace con il tuo libro.

  3. fabiana fago ha detto:

    Bisognerebbe credere di più nell’istruzione e nell’istruzione CREA-TI VA …. Conosco la realtà dei professionali e in quel tipo di scuola si può fare tantissimo grazie ai ragazzi…

  4. Raffaella ha detto:

    E’ pazzesco piangere davanti ad un video così! Eppure a me è successo. Due settimane fa avevo mandato a questa scuola una mail di richiesta di contatto (per mio figlio, quello stufo della scuola, che sciorina giorni e ore in disordinata noia). Li avevo trovati saltando di link in link come si salta sui sassi quando cerchi di attraversare un torrente in montagna. In un sabato in cui cercavo di guadare il torrente in piena della sua rabbia surfando nel web alla ricerca di qualche artigiano che prendesse un giovane apprendista.
    Le cose belle hanno un profumo che si avverte di lontano, come il pane appena sfornato; e questa gente ha un odore familiare di casa. Che il Signore li benedica come sta già facendo. Io spero che qui in Toscana qualcuno riesca a metter su qualcosa di simile, altrimenti carico in macchina il giovanotto e lo porto lassù (fornito di tenda da campeggio…vedo che il giardino è grande!)

  5. Patrizia, Acireale ha detto:

    Questo video ha il profumo, e con il profumo non può che esserci anche il sapore, di una favola antica, scritta con parole comprensibili, accessibili e come dice uno di questi bellissimi ragazzi “Mi piace perchè è una scuola reale”. Ecco, in questo aggettivo così facile, c’è tutto quello che spesso manca alle scuole italiane, dalle materne all’università.Avverto che cresce intorno alle tue proposte, caro Alessandro, un forte (strong, very strong)movimento di pensiero che accomuna genitori, ragazze e ragazzi, insegnanti,religiosi…E siccome tu ci nutri di bellissime parole, questi pensieri voleranno alti, speriamo che arrivino in alto e speriamo anche che, come dice Anna, qualcuno in cima alla gerarchia abbassi lo sguardo e cominci a riflettere… Grazie sempre per quello che ci proponi per migliorare!

  6. LO ha detto:

    Caro Alessandro, faccio la prof in un centro di formazione professionale e mi ha fatto piacere leggere ciò che hai scritto: hai dato valore a quei ragazzi che la società spesso li emargina…. Grazie a nome mio e loro, per essere riuscito a leggere nei loro sguardi la loro bellezza.
    Insegnare in un centro di formazione è decisamente impegnativo ma coinvolgente e i miei ragazzi sono capaci di amare oltre misura, quando scoprono di essere amati e di essere importanti perchè con il loro lavoro riescono a “sfondare”….
    Grazie.Lo

  7. susanna ha detto:

    perchè non pensare anche ad un posto di lavoro così!?!
    non solo una scuola stupenda
    anche un ufficio stupendo…
    magari..

  8. Sara ha detto:

    “Voler imparare è molto più gratificante che voler studiare…” lo trovo giusto!!!!

  9. Sabrina ha detto:

    Semplicemente meraviglioso. Non avevo nemmeno idea che esistessero realtà così costruttive, così positive e capaci di “nutrire” davvero le giovani vite che si affacciano ai loro sogni. La scuola professionale non dovrebbe essere un rifugio per abbandonati e ringrazio di cuore quanti lavorano ogni giorno per valorizzarla, per farne un luogo di vita, in cui ognuno possa nascere alla propria vocazione. Grazie per aver diffuso questi pensieri.

  10. Patrizia ha detto:

    E’ stato un bell’incontro!
    Non solo per i ragazzi della scuola Oliver Twist,ma anche per gli adulti presenti,in questa scuola ti insegnano che non è forte chi non cade…ma chi cadendo ha la forza di
    rialzarsi più forte di prima!!
    Grazie
    Patrizia

  11. gabriela ha detto:

    ciao Alessandro, grazie per condividere la tua esperienza. Quando uscrà il secondo libro tuo? Sarà un’altra storia d’amore? Anche si penso “tutte le storie sono storie d’amore” come ha detto un scritore irlandese. Leo è fantastico. A prestisimo. G

  12. rita zaghini ha detto:

    E’ veramente commovente sentire l’entusiasmo dei ragazzi ma anche dei docenti. E’ raro che ciò accada. In questa scuola è accaduto un miracolo!
    Come condividere questa esperienza meravigliosa?

  13. Benedetta ! ha detto:

    GRAZIE A TE ALE!! MI HAI FATTO UN REGALO FANTASTICO, SPERO DI RIVEDERTI PRESTO! UN ABBRACCIO E UN SALUTO DA TUTTA COMETA! 🙂

  14. maria rita ha detto:

    Scuole così nascono se c’è passione per la vita e per l’umano; i nostri ragazzi, tutti i nostri ragazzi hanno delle doti che noi abbiamo il compito di valorizzare. Chi prende 10 nelle versioni di greco è bravo come chi sa carteggiare con precisione una sedia. L’inganno non sta nel seguire i propri sogni, ma nel perseguire sogni di altri.
    Bravo Alessandro, come sempre hai raggiunto il cuore dei ragazzi, perché TUTTI hanno un cuore che palpita, a prescindere dalla scuola che frequentano, un cuore che ama la bellezza e cerca di renderla viva, reale, presente.

  15. silvia ha detto:

    Dopo aver visitato la scuola Oliver Twist sono tornata nel “mio” Professionale ed ho avuto voglia di cominciare a trattare i ragazzi in modo diverso, ho contattato le ditte del territorio e gli imprenditori per farli venire a scuola, insieme al Dirigente Scolastico ed altri colleghi abbiamo iniziato a proporre ai ragazzi di incontrare il mondo del lavoro e da li’ siamo partiti per costruire i saperi teorici….la strada e’ lunga ma un tentativo è avviato ed i primi risultati si vedono con ragazzi piu’ contenti, che ci fermano nei corridoi per chiedere se e’ meglio scegliere un indirizzo o l’altro a seconda di quello che le aziende ci hanno fatto sapere, iniziano a guardare la realtà cosa che spesso purtroppo non fanno per la troppa noia!

  16. Sergio ha detto:

    Benedetta (pagina 200!) era raggiante. Anche la mamma che è venuta all’incontro. E quello che ha scritto Patrizia 7/3 vale non solo per i ragazzi, ma anche per i padri e le madri.

  17. lucia gazzaniga ha detto:

    sono contenta che tu abbia potuto vedere una scuola come quella, il sapere molte volte passa attraverso il fare, attraverso il “mettere le mani in pasta”.
    Io lavoro da 10 anni in una scuola simile a quella che tu hai visitato,è un centro di formazione professionale, si chiama “La Nostra Famiglia” e si trova a Castiglione Olona (VARESE).E’ una scuola “speciale” la nostra, rivolta a ragazzi con disabilità di vario tipo. qui i miei allievi scoprono, attraverso il fare, di avere delle enormi potenzialità che spesso sono tenute nascoste (…purtroppo vediamo prima i loro limiti e non ci accorgiamo della ricchezza che hanno). qui i ragazzi si stupiscono della bellezza e perfezione di una scatoletta di legno che proprio loro hanno realizzato, qui il fare, in tutte le sue sfaccettature, viene esaltato alla massima potenza.
    Io insegno italiano, materia aimè spesso “rifiutata e ostacolata” da loro, perchè è nella scrittura e lettura che i ragazzi incontrano le maggiori difficoltà. Stando con con loro ho capito che il limite di una persona non può essere un ostacolo all’incontro con la Bellezza, anche loro possono sperimentare il gusto della bellezza! del resto sono loro stessi che attraverso il “fare manuale” me lo mostrano!
    E’ per questo motivo che, ricca dalla lettura del tuo libro “Bianca come il latte rossa come il sangue”, ho colto la sfida e ho deciso di iniziare a leggerlo con una classe di ragazze (età 16 anni),affinchè anche loro potessero riempirsi il cuore di quello che Leo ha vissuto. Stiamo “mettendo le mani in pasta” attraverso il loro (e mio)”fare mentale”!! E’ un lavoro intenso, difficile,ricco di provocazioni, contraddizioni e domande, ma estremamente edificante!. a me piacerebbe molto che loro ti conoscessero, per questo ti invitiamo a vedere la nostra scuola e a fare una chiaccherata con le mie ragazze!!! grazie
    Lucia

  18. Silvia ha detto:

    l’esperienza di un corso professionale è come una corsa che inizia in salita ma ad ogni curva puoi trovare un nuovo paesaggio che ti spinge a continuare. Anche la nostra scuola a Milano insegna a diventare grandi attraverso un mestiere, a diventare padroni del proprio viaggio diventando responsabili di un lavoro che è fatto di “cose” da fare e di relazioni da scoprire. I nostri ragazzi riscoprono i loro sentimenti, le loro passioni, i dubbi e le gioie anche attraverso la lettura…anche leggendo Bianca come il latte rossa come il sangue che una loro prof. centellina come premio dopo un lavoro impegnativo e loro le chiedono “legga ancora prof”. sono giovani cuochi, sala bar, panificatori, elettricisti, orafi ed informatici. sono il nostro futuro e noi vogliamo essere il loro presente. vienici a trovare prof. e a leggerci la tua storia.

  19. mauro ha detto:

    Bellissimo video! La scuola O.Twist mi sembra proprio un bell’esempio di cosa vuol dire “imparare” e di cosa vuol dire “insegnare”! Grazie!

  20. Maria De Ponti ha detto:

    l’esperienza di un corso professionale è come una corsa che inizia in salita ma ad ogni curva puoi trovare un nuovo paesaggio che ti spinge a continuare. Anche la nostra scuola a Milano insegna a diventare grandi attraverso un mestiere, a diventare padroni del proprio viaggio diventando responsabili di un lavoro che è fatto di “cose” da fare e di relazioni da scoprire. I nostri ragazzi riscoprono i loro sentimenti, le loro passioni, i dubbi e le gioie anche attraverso la lettura…anche leggendo Bianca come il latte rossa come il sangue che una loro prof. centellina come premio dopo un lavoro impegnativo e loro le chiedono “legga ancora prof”. sono giovani cuochi, sala bar, panificatori, elettricisti, orafi ed informatici. sono il nostro futuro e noi vogliamo essere il loro presente. vienici a trovare prof. e a leggerci la tua storia. Silvia .

    Ciao , io sono Maria De Ponti , una ragazza di 15 anni… Io come vedete … ho ricopiato dal blog di Alessandro D’ Avenia la lettera della preside della mia scuola superiore ” Galdus ” e penso che la mia preside abbia fatto un bel lavoro e mi ha molto commosso perchè parlava di noi alunni della scuola Galdus e lì mi sono sentita prottagonista . Ciao Maria De Ponti

  21. Giulia ha detto:

    Caro prof,
    è la prima volta che le scrivo .Spero lei possa leggere questo commento,più che altro è una domanda.
    Ho 14 anni e frequento la terza media ,in provincia di Varese.Io vedo che nei suoi articoli e anche nei suoi libri parla spesso di “bellezza”,ma non sono riuscita a capire cosa intende.Io penso che ogni cosa ha la sua poesia,ma la bellezza,per cosa sta?Ci sono cose a questo mondo che non sono belle ,tipo guerre,violenza…
    Lei intende bellezza interiore o esteriore?
    Come si fa a trovare la bellezza vera?
    Non so se riesco a spiegarmi ,ma il mondo ha tanti volti.
    come si fa ha capire qual’è il volto giusto?
    Ecco ,queste sono le mie domande.La mia non è una critica,vorrei solo delle risposte alle mie domande.
    Spero legga questo mio commento
    Giulia

    • Prof 2.0 ha detto:

      CAra Giulia, io credo che la verità sia amore che si manifesta e la bellezza amore che si realizza. Questo per me è bellezza: il compimento – di cose e persone – nella loro chiamata ad essere se stesse.

  22. Gloria Sini ha detto:

    Caro prof. io quel giorno c’ero ed è stato lì che per la prima volta l’ho conosciuto, l’indomani avevo comprato i suoi due libri e me ne sono innamorata persino da leggerli in 4 giorni facendo notti in bianco. Mi è piaciuto il modo in cui lei poneva situazioni di tristezza, filosoficamente, quasi in modo poetico. In più nell’inserto “La Lettura” del Corriere della Sera ho trovato che i suoi due libri: “Bianca come il latte, rossa come il sangue” e “cose che nessuno sa” erano stati classificati rispettivamente all’ottavo e al tredicesimo posto nella categoria narrativa italiana e il mio primo impatto è stato quello di pensare che i critici secondo me non avevano capito il vero significato di entrambi i libri e quindi non erano riusciti a capirne le frasi. Ecco perché invito chi sta leggendo il blog ma non ha ancora letto i libri di farlo, perché si può rischiare di criticare una cosa senza neanche averla capita.
    Grazie.
    Gloria S.

    • Prof 2.0 ha detto:

      Tranquilla, cara Gloria. Quella posizione in classifica è una grande vittoria: i due libri sono tra i primi 15 della narrativa italiana da quando sono usciti. Pochissimi libri hanno una vita così lunga in classifica.

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