6 dicembre 2008

Lezioni di silenzio

Sulla scorta di una suggestione letta da qualche parte, vorrei introdurre a scuola delle lezioni di silenzio. La teoria è contenuta nell’incontro tra la volpe e il piccolo principe. La volpe insegna al piccolo principe che il segreto per conoscere cose e persone è addomesticarle. Addomesticare vuol dire “essere molto pazienti… in principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non mi dirai nulla…Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…”.

Oggi non conosciamo più le cose e le persone perché non le addomestichiamo.
Stiamo più tempo su msn che faccia a faccia.
Stiamo più su facebook che su una panchina con un amico.
In silenzio. Mezz’ora in silenzio ad addomesticare il cielo, un albero, una rosa, un amico, un’amica, un fratello, una sorella, Dio.
Ogni giorno qualche centimetro più vicini.
Cosa ci guadagni?
Il colore del grano. Il cielo. Un albero. Una rosa. Un amico. Un’amica. Un fratello. Una sorella. Dio…
…tutto quello che non si compra al mercato.

***

Il dramma degli uomini è non trovare mezz’ora di silenzio ogni giorno

(Blaise Pascal)

7 risposte a “Lezioni di silenzio”

  1. Baffo racconta ha detto:

    Com’è possibile addomesticare qualcosa o qualcuno col silenzio?
    Secondo me ci riusciremo soltanto lasciando parlare liberamente il cuore, avendo la necessaria
    pazienza.
    Baffo

  2. Prof 2.0 ha detto:

    Baffo: in silenzio non significa rimanendo muti, ma ascoltando e partecipando alla vita che ci si svela davanti. La provocazione nasce dal fatto che oggi vedo molte persone correre correre correre e non soffermarsi su nulla…

  3. Franca Maenza ha detto:

    Per l’appunto! Il silenzio che addomestica, cos’è se non un modo di declinare l’arte sublime e perduta dell'”ascolto”?

  4. Francesco M. ha detto:

    Sono d’accordo. Una buona immersione nel silenzio è fondamentale sia per chiarire le idee sugli altri che per agire in prima persona.
    Non bisogna evitarlo. Non bisogna avere paura di rimanere soli con se stessi.

    Visto che hai citato Pascal, mi permetto anche io di ricordare le sue considerazioni sul “divertissement”, ossia sulle distrazioni in cui ci disperdiamo:

    « […] ho scoperto che tutta l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera. […] ho voluto scoprirne la ragione, ho scoperto che ce n’è una effettiva, che consiste nella infelicità naturale della nostra condizione, debole, mortale e cosí miserabile che nulla ci può consolare quando la consideriamo seriamente. »

    Non me la sento di biasimarlo, perchè il problema della nostra strutturale precarietà esiste realmente ed è ineludibile.

    Tuttavia, questa deriva pessimistica potrebbe non essere l’unica via praticabile.

    Nell’esercizio costante del silenzio potremmo trovare anche qualcos’altro. Perchè no?, un’apertura di senso…

    Ci si potrebbe anche accorgere che la nostra condizione di debolezza è proprio l’elemento che più rivela la nostra essenziale dipendenza.

    Una dipendenza che, con scandalo della ragione, ci fa grandi.

    Certo, bisogna saper conciliare silenzio, ascolto ed apertura dialogica. Non è affatto facile.
    Le distrazioni sono sempre dietro l’angolo.

    Ma ne vale la pena.

    Alla prossima!

    p.s. Una piccola osservazione: Stiamo attenti a contrapporre Facebook o Msn al “faccia a faccia”. Virtuale è l’opposto di attuale non di reale (che invece è l’opposto di possibile).

    I programmi di instant messaging e i social network in genere hanno introdotto una tipologia di comunicazione potentissima (per certi aspetti più “spirituale” di quella cosiddetta reale). Ovviamente non sono sostitutivi. Ma non sono neppure una copia sbiadita. Sono diversi…

  5. fioridiarancio ha detto:

    Avevo scritto un commento lunghissimo al post sul colloquio con i genitori ma quando l’ho inviato si è cancellato.
    Colgo allora l’invito al silenzio.
    A presto.
    Fioridiarancio

  6. Baffo racconta ha detto:

    Anche la mia era una provocazione,
    poichè il cuore è capace di ascoltare e di rispondere di conseguenza, attingendo alla vera
    realtà delle cose e delle persone,
    Baffo

  7. Prof 2.0 ha detto:

    Franca M.: siamo d’accordo.

    Francesco M.: dovresti venire più spesso con le tue chicche. Grazie per la citazione di Pascal che mi rigiocherò e poi lui parla di naturale infelicità, ma noi sappiamo che la natura non è tutto o sbaglio? Quanto a virtuale/attuale, reale/possibile hai perfettamente ragione da aristotelico. Non ce l’ho con msn e Fb che uso quotidianamente o quasi. Dico solo che a volte diventano schermi alla realtà, in quel senso si oppongono a reale.

    fioridarancio: ma no! Scrivi!

    baffo: lo so e sappiamo quanto quella mezz’ora conti…

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