15 novembre 2016

50 motivi per amare Leopardi e un’anteprima del racconto teatrale

In “L’arte di essere fragili” (Mondadori) Alessandro D’Avenia racconta del suo incontro con Giacomo Leopardi e della scoperta di un ragazzo e poi di un uomo completamente diverso dallo sfortunato pessimista descritto dai libri di scuola. Ora che quel libro diventa un “racconto teatrale” (il debutto il 15 novembre al Carcano di Milano), abbiamo chiesto allo scrittore una lista di 50 motivi per farsi trasportare nella conoscenza del poeta recanatese. Ecco la prima parte del suo elenco.

Repubblica, 14 novembre, 2016 – Link

Il link al video del racconto teatrale in anteprima

Cinquanta motivi per amare Leopardi (prima parte, la seconda con un video dello spettacolo fra qualche giorno), e non ditemi che sono troppi perché ne ho almeno altri 50.

  1. Perché ha lottato tutta la vita per tenere insieme verità e bellezza.
  2. Perché al grande intellettuale che gli consigliava di esercitarsi per almeno 20 anni sulla prosa prima di cominciare a far poesia rispose: “Quando io vedo la natura in questi luoghi che veramente sono ameni, mi sento così trasportar fuori di me stesso, che mi parrebbe di far peccato mortale a non curarmene, e a lasciar passare questo ardore di gioventù e a voler divenire buon prosatore e aspettare una ventina d’anni per darmi alla poesia“.
  3. Perché amava nascondersi in soffitta e giocare con l’ombra e la luce sin da bambino, consapevole che la vita è tenerle insieme.
  4. Perché fu il primo a dedicare un verso a un creatore di gelati, di cui andava pazzo: “l’arte onde barone è Vito”.
  5. Perché quando da bambino lo portavano via da una festa o dai giochi con gli amici cominciava a piangere come un forsennato.
  6. Perché ha scoperto che la Moda è la sorella minore della Morte.
  7. Perché ci ha fatto capire che la malinconia è molto di più del pessimismo e non possiamo sbarazzarcene ma solo imparare ad abitarla.
  8. Perché a 21 anni aveva già scritto l’Infinito.
  9. Perché a 21 anni aveva già scritto che non c’è siepe senza infinito e infinito senza siepe.
  10. Perché nessuno come lui ha inveito contro un cuore che non riesce a far a meno di amare e cercare la felicità e perché nessuno come lui ha inveito contro una ragione assetata di verità.
  11. Perché nessuno come lui sapeva che l’immaginazione non è fuga dalla realtà, ma penetrazione e comprensione della realtà.
  12. Perché ha tentato di fuggire di casa scrivendo la lettera che ogni ragazzo dovrebbe scrivere in questi casi.
  13. Perché alla piccolezza preferì sempre l’ardore scomodo della bellezza.
  14. Perché nel 1836 definì l’uomo un “viatore confuso” nella sua poesia penultima.
  15. Perché voleva scrivere una “Lettera ad un giovane del XX secolo”, ma non fece in tempo. O forse sì.
  16. Perché riuscì nella poesia del pensiero e non si accontentò mai del solo pensiero.
  17. Perché creando versi andò oltre le sue stesse conquiste razionali e superò le amare conquiste delle sue Operette morali.
  18. Perché si aggrappò all’amicizia come l’amore più grande.
  19. Perché “Dolce e chiara è la notte, e senza vento” è un endecasillabo capace di allontanare la tristezza.
  20. Perché la sua Luna è quel che resta della Luna a noi che l’abbiamo conquistata.
  21. Perché quasi cieco continuò a comporre e a farsi leggere versi e libri.
  22. Perché tutti gli italiani sono dolcemente naufragati nel suo mare.
  23. Perché nascondeva i dolci vietati dal medico sotto il guanciale e li divorava di nascosto.
  24. Perché scrisse un sonetto alla cuoca Angelina di cui amava sorrisi e lasagne.
  25. Perché come tutti i poeti fu anche ciò che non era: fu Silvia, Nerina, pastore errante, Cristoforo Colombo, passero solitario, ginestra… e lo è tutt’ora.

(1 – continua)

6 risposte a “50 motivi per amare Leopardi e un’anteprima del racconto teatrale”

  1. Roberta Rambaldi ha detto:

    Ho appena finito il suo libro……ho 58 anni e amo Leopardi.
    Grazie per quello che ha scritto, per l’entusiasmo che mi ha trasmesso, come avrei voluto averla come prof!!!!!!!!!!
    Roberta.

  2. […] blog di Alessandro D’Avenia ed è stato scritto da lui per Repubblica il 14 Novembre 2016 (qui e qui i link all’articolo diviso in due parti sul suo blog; qui e qui sul sito del giornale). […]

  3. Anna Maria ha detto:

    Salve,
    ho da pochi giorni cominciato a leggere il suo libro: ”l’arte di essere fragili”. L’ho comperato per me e per mia figlia adolescente al primo anno di Liceo Classico.
    Sono stata da subito, affascinata dal suo modo di raccontare la vita e le poesie di un autore così grande, Giacomo, ma forse non ben compreso da molti. Non compreso da chi soprattutto come me, purtroppo molto fragile da adolescente e ancora una donna fragilissima, non ha incontrato nella sua vita un insegnante che la guardasse e le facesse sorgere da subito la domanda “che storia sono venuta a raccontare”, o che con il suo sguardo le dicesse “tu sei bella e unica”
    Per ora ho solo voglia di dirle una parola : GRAZIE !

  4. pasquale ha detto:

    Ieri sera 8 settembre dopo un’ora e mezza in piedi fuori dalla Triennale Milano desistiamo e lasciamo la coda. Un po’ delusi dall’organizzazione che ci è parsa un po’ latente.
    Oggi sono pentito perchè se avessi avuto un po’ di pazienza in più (ma a cinquant’anni non è facile) saremmo riusciti ad entrare.
    Pace.
    Ci sono altre date in calendario? Magari con la possibilità di una “Prenota on line” che non guasterebbe

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