19 aprile 2009

Quello che c’è

Ieri ho passato una giornata insieme ad un amico. Oltre ad avere salvato il mondo e la letteratura almeno un paio di volte (cosa che puoi fare solo con i veri amici), abbiamo salvato anche un po’ noi stessi, che è quello che veramente due amici possono fare reciprocamente.

Come?
Aiutandosi a vicenda ad essere fedeli a se stessi.
Il mondo ci appiccica addosso attese, sogni fatui, ansie, angosce… e questo a volte ci fa perdere di vista “quello che c’è”.
Solo chi ci vuole bene davvero può fare da specchio non deformante.
Ne sono sempre più convinto, solo chi ha amici veri (o che lottano per esserlo) rimane fedele a se stesso.”Secondo te dovrei mollare tutto e iscrivermi ad un corso di biotecnologie? Sarebbe più utile…”
“Secondo me dovresti leggere questo romanzo e scriverne un altrettanto bello. Questo sarebbe utile”
“Perché?”
“Perché sei fatto per questo”

25 risposte a “Quello che c’è”

  1. Claire ha detto:

    Anche io ieri ho avuto un incontro molto piacevole con uno “specchio non deformante”; è stato molto bello sentirlo snocciolare delle mie caratteristiche,che io consideravo come difetti,e dar loro una connotazione del tutto particolare,ma molto vicina alla realtà.
    Incredibile come,talvolta,gli amici riescano a guardare dentro di noi molto meglio di quanto noi stessi sappiamo fare.

    p.s.se ho capito bene,complimenti per il romanzo.
    Ciao,Claire.

  2. Anonymous ha detto:

    Mmm, domanda: a chi non ha veri amici, per un motivo qualsiasi, che futuro si prospetta? E’ quindi inattendibile? Perché non ne fai parola? Spiegamelo, perché una mezza verità non mi basta.

  3. Giovanni Affinita ha detto:

    ennesimo bellissimo post.

    ps: hai visto il film “la bottega di Mr. Magorium” ? Che ne pensi?

  4. Prof 2.0 ha detto:

    Claire: già è davvero sorprendente. Quanto al romanzo incrociamo le dita…

    Anonimo: perché vedere le cose o bianche o nere? Io mi sono limitato a raccontare un episodio che mi fa convincere sempre più che solo il confronto con chi ci vuole bene ci aiuta ad essere noi stessi. Per chi non ha amici non è impossibile, ma senz’altro più difficile.
    ps. mezza verità è menzogna, io direi piuttosto un aspetto della verità (nella pretesa che lo sia…)

    Giovanni: non ho visto il film. Me lo consigli?

  5. Anonymous ha detto:

    “Un gruppo di simpatici topolini decidono un giorno di partire per un’avventura molto importante: un viaggio alla ricerca della felicità. Nessuno di loro sapeva bene che cos’era , ma tutti la desideravano fortemente e per trovarla ognuno doveva seguire la propria strada. Durante il cammino, incontrano tanti personaggi. Per uno sciame di api, che ronzano nell’aria, la felicità è un cespuglio di rose profumate. Per i fiori del prato è la rugiada del mattino. Per la volpe, la felicità è una tenera gallina e per un uccellino è un campo dorato di chicchi di grano.
    Ma in nessuna di queste cose i topolini avevano trovato la felicità. Alla fine del viaggio, delusi per la mancata scoperta, i topolini si ritrovano insieme e….sorpresa!Scoprono proprio in quel momento di essere davvero felici: felici di essersi ritrovati, di volersi bene, di volersi prendere cura dell’altro…insomma, felici di essere amici!!!”

    Mi dispiace essere un pò lunga nei miei commenti, ma ho voluto lasciarti questa favola per bambini (letta proprio oggi)…
    L’Amicizia è preziosa, non possiamo farne a meno, fa tornare il sereno quando vedi solo nuvole, ti aiuta a scalare la montagna della paura, della tristezza e del dubbio!!!
    Proprio per questo ti dico grazie!
    Ciao prof

  6. Giovanni Affinita ha detto:

    Se ti consiglio il film? ASSOLUTAMENTE! E voglio sapere che ne pensi! Penso che ci siano alcuni scambi di battute veramente interessanti!

  7. Anonymous ha detto:

    Beh è proprio questo il problema: da qui, da “questo” punto di vista, il tuo Blog è completamente bianco, così tanto da accecare chiunque, o quasi.
    Permettimi di dissentire. La mezza verità non è pura menzogna anche se sicuramente nasconde un lato falso. E’ esattamente la locuzione che mi serviva, né più né meno.
    Comunque non importa, speravo in una risposta più nutrita, ma vabbé. Ho fatto solo una legittima domanda per dare parola ad una controparte che qui non sfiora proprio nessuno: sono in netta minoranza vedo… E questo mi rattrista. Ciao Prof.

  8. Anonymous ha detto:

    Per anonimo:
    Una mezza verità cambia aspetto da che punto di vista la “guardi”:
    sei tu poi a decidere se “vederla” come menzogna o come verità.
    Credo che l’amicizia deve essere coltivata, va costruito un legame giorno dopo giorno insieme…
    perchè non esistono mercanti di amici (è un invito a leggere il Piccolo Principe se già non lo hai fatto).
    E’ vero, è difficile avere un vero amico, ma non impossibile…
    Osserva bene chi ti sta attorno, solo chi riesce a non farti essere nessuno se non te stesso, allora è lì che troverai il tuo “vero” amico…
    Ciao

  9. Prof 2.0 ha detto:

    Anonimo: dici che il mio blog è bianco. Dici bene. Coerentemente col titolo: ricerca di pezzi di paradiso nella polvere della città. Sarebbero paradiso se non ci fosse quella polvere? Ma la polvere l’abbiamo tutti sotto gli occhi, la conosciamo. Secondo me la speranza richiede più fatica e attenzione. Io mi limito a illuminare questo, ma non per questo mento o sono falso. Semplicemente ho deciso di raccontare alcune cose e altre tenerle per me.
    Quanto all’essere minoranza e al fatto che la controparte non sfiora nessuno, ti sbagli. Non conoscendo la vita delle persone in gioco. Ma questa è un’altra storia. Neanche io conosco la tua, nè mi sogno di giudicarla, ma quello che scrivo non è certo per gettare fumo negli occhi.

    Anonimo due: la verità ha un aspetto storico, si coglie nella sua interezza poco a poco. Probabilmente io non vedo la parte che vede il primo anonimo e viceversa. Si tratta di dialogare e scoprire ciò che non si vede.

  10. sbit ha detto:

    Recentemente ho letto L’amicizia spirituale di Aelredo di Rievaulx. Un po’ datato nella forma (dopo 900 anni glielo si può concedere) ma molto interessante nel contenuto.

    Penso che all’ “Anonimo in minoranza” Aelredo suggerirebbe di fare due cose: 1. guardarsi attorno per decidere chi può valere la tua amicizia; 2. poi sobbarcarsi l’onere di offrirgliela sul serio.

    Voglio dire: avere veri amici non è solo una cosa “che capita” (magari “capita” di innamorarsi, non di diventare amici veramente), perché bisogna lavorarci un po’.

    Ok, la domanda non era su come farsi amici, ma su che vita fanno quelli che non ne hanno. Sorry, ma avevo voglia di scrivere questo. Magari ritorno con un altro tentativo di risposta, perché il problema è interessante.

  11. Anonymous ha detto:

    Lo so che si tratta di dialogare e scoprire ciò che non si vede, ma ognuno di noi in base alle nostre esperienze, ha le sue verità.
    Questo blog nasce per questo…tante probabili verità, che insieme possono arrivare alla scoperta di un’unica verità.
    Ciao prof

  12. Anonymous ha detto:

    Ce l’ho fatta! Sono contento. E’ evidente che sono riuscito a mettere in moto qualche mente, invece di annuire sempre e solo. Peccato però, che sia necessario un capo espiatorio per creare questa condizione…

    Anonimo2: Mi sembra ridicolo discutere sulla “mezza verità”. Non è qualcosa che cambia da contesto a contesto. Poi ti lascio libero di credere quello che vuoi. Il piccolo principe dici? Si l’ho letto, per mia sfortuna: è stato un grande errore. Mi sarei risparmiato tante sofferenze, rivelatesi poi inutili. Mio figlio non lo leggerà MAI…se non dopo che avrà sperimenatto una vera amicizia..allora sì che potrà essere appagante leggere quelle righe e pensare: «E’ davvero così!». Ma non prima, non ha senso prima. Ma poi, chi mai ha detto che stessi parlando PER ME, che mi venite a dire tutte queste belle cose? Vedete come non riuscite a seguirmi? Mai sentito parlare di avvocati del diavolo? Qualcuno dovrà pur parlare in loro veci no?
    Sai quant’è brutto quando ti chiedono “perché?””come?” e rimani con la voce rotta e impotente. Ripeto, sono in minoranza: evidentemente pensate che sia solo un attacco pesante che faccio al Prof. Un po’ sì e un po’ no. Mi è piaciuto quello che ha detto Sbit: “il problema è interessante”.

    Prof 2.0: Sai sono stanco del fatto che continui a scrivermi “mi limito…mi limito”. Non ho mai preteso che scrivessi cose che vadano a genio solo a me. Ci mancherebbe! Ma non ho mai detto che scrivi falsità e sciocchezze o che volessi gettare fumo negli occhi. E’ molto bello ciò di cui parli invece e solo sai anche tu…Ogni tanto però è come se lasciassi dei discorsi a metà..e questo, stando a quanto mi dici, è una tua scelta. Benissimo: ma io ti ho fatto due domande semplici e precise. Alla seconda hai risposto; sulla prima continui a girarci intorno e a fraintedere le mie intenzioni. Probabile che tu non sappia cosa rispondere, ma fa niente, non lo so nemmeno io.
    Forse, sto pensando, è la mia natura di mettere tutto in discussione che va oltre l’intento del blog. Corregimi se sbaglio.
    Vabbeh, Ciao Prof.

  13. Prof 2.0 ha detto:

    Mi sembra che cerchi in un blog una completezza che in questo tipo di comunicazione è impossibile. Comunque sia forse ti avevo risposto qualche commento fa quando ho detto: “…solo il confronto con chi ci vuole bene ci aiuta ad essere noi stessi. Per chi non ha amici non è impossibile, ma senz’altro più difficile”.

    Capro espiatorio? Avverto un certo vittimismo nelle tue parole, con una venatura eroica. Non so, qualcosa che è una mezza verità…
    Per questo “mi limito”, per non avere vittime sulla coscienza.

  14. Prof 2.0 ha detto:

    Sbit: Aristotele diceva che l’amicizia è “necessaria”. E quando usava “necessario” era come dire “come respirare”. Si può respirare con l’ossigeno artificiale, ma chi ne fa uso non sta certo bene.
    Il punto è che anche se necessaria l’amicizia non sembra essere per nulla facile, richiede “sforzo”, come dici tu. Questo mi piacerebbe approfondirlo…

  15. Anonymous ha detto:

    Per anonimo:
    “Chi ha mai detto che stessi parlando PER ME”…
    e poi…
    “Mi sarei risparmiato tante sofferenze, rivelatesi poi inutili..Ripeto, sono in minoranza”

    Anche se ti contraddici, l’unica cosa che posso dirti è che non sei l’unico a farsi delle domande e di sicuro il prof non ti trova la risposta, nè tantomeno io…
    la devi trovare tu. Forse è anche per questo che si lasciano i discorsi a metà, non credi?
    Ciao

  16. Anonymous ha detto:

    Sentite ma questo blog è frequentato da gente che fa parte di una setta? Il primo che ha una constatazione da fare su quello che c’è riporato, lo lapidate così? E’ questa la vostra tolleranza? No perché credo che la situazione sia alquanto degenerata.

    Mi caro anonimo2, la sequenza con cui ho scritto le frasi che mi rinfacci è opposta a quella che usi tu. Se per te questo è contraddirsi, permettimi di farti notare che ciò vuol dire che non sai leggere fra le righe e non è certo colpa mia questa tua mancanza. Quanto ne sai tu della vita, che ti esponi così tanto?Senza offesa, ma ci vuole davvero molta faccia tosta per rimarcare ancora qualcosa che ho già chiarito col prof. Né tanto meno capisco questo tuo accanimento nel dar manforte a qualcuno che se la cava benissimo da solo. Davvero complimenti.

    Prof 2.0: Non ho per niente la presunzione di fare la vittima. Non so come si può migliorare nel proprio essere se non si ha qualcuno con cui esprimere delle divergenze di opinioni. Poi, se non desideri che questo sia un luogo nel quale aprire piccole parentesi, potevi troncarmi subito la prima volta: lo avrei capito.
    Patetico: mi rinfacci una frase che non voleva affatto essere dispregiativa. Complimenti anche a te. E sai che ti dico? che se avessi almeno la presunzione di essere un piccolo eroe non starei qui a discutere con qualcuno che dimostra di avere tutto nella vita; perché ha l’unica cosa che davvero serve: un’amico! Io di certo non gioisco per la mia vita come fai tu, ma ho cercato di alleviarla ad altri. Potrei raccontarti di un ragazzino che voleva buttare al vento la sua vita perché stanco di parlare solo con un libro; oppure di un altro che a causa della sua omosessualità a stento si è rialzato, dopo esser stato rifiutato dal mondo e aver perso il padre, morto per lo choc subìto.
    Oh…e la lista è lunga…No, non capire subito qualcosa che non è vera: non è merito mio…per lo meno non solo, proprio perché non so dare loro risposta. Dici che anche loro non vedono quello che li circonda? o è il contrario?
    Ecco, se ti facessero loro quella domanda che per primo ti feci io, cosa risponderesti questa volta? Dici che sto andando fuori argomento? Per lo meno adesso, forse potrei essere creduto.

    Avanti, ditemi ancora che devo guardarmi intorno, bla bla…
    E in tutto questo sapete cos’è buffo? Che sono sempre io quello che perde, perché avrei fatto meglio a non farmi prendere la mano e stare in silezio. Pensavo invece di poter essere aiutato a comprendere. “Le apparenze ingannano”…non è solo un modo di dire.

  17. Anonymous ha detto:

    Caro ultimo anonimo, il discorso si fa un po’ intricato e non sono sicura di aver colto bene tutta la discussione, quello che dici mi sembra bello e vero per certi aspetti e credo che esprimere quello che pensi sia una gran bella cosa, anzi personalmente ti ringrazio per aver reso vivace e dinamica la discussione…quando tutti la pensano allo stesso modo non c’è possibilità di confrontarsi.
    Sarei curiosa di sapere quanti anni hai, ma solo per farmi un’idea di chi sei, ti spiego…ho avuto un periodo della mia vita in cui davvero, come dici tu, non avevo amici veri. Non credo sia così raro e strano, soprattutto se si ha dell’amicizia un concetto molto alto. Questo periodo è durato un po’ e mi ha lasciato molto provata, per un bel po’ ho creduto che l’amicizia non esistesse. Poi qualcosa è cambiato ma non voglio dilungarmi perchè diventerei retorica e queste cose già le sai.
    Col tempo ho imparato a riconoscere le persone che davvero facevano risuonare il mio io come un’eco e ho iniziato ad aprirmi a loro e pian piano ho scoperto degli amici veri, ma per far questo ho dovuto, prima di tutto conoscere me stessa, e poi accettare il fatto che il mondo è anche pieno di persone che non saranno mai in sintonia davvero con me… Ho anche altri amici con i quali esco talvolta il sabato, con i quali mi ritrovo per ridere o guardare un film ma non li sento vicini davvero alla mia anima. L’importante è conoscere la differenza e poi saper stare bene con tutti. Gli amici veri li trovi come fiori sul tuo cammino e quando li trovi scopri anche qualcosa di te. Se poi uno non ha amici veri, magari è una scelta… e se non è una scelta credo che sia più che altro questione di tempo perchè se uno vuole trovare degli amici veri, prima o poi li incontra in qualche modo magico e misterioso; almeno per me è stato così 😉
    Personalmente, ma questa è la mia opinione, credo che per chi non ha amici sia più difficile scoprire i propri pregi ma soprattutto i propri difetti. Magari uno sta bene anche senza scoprirli ma anche questa è una scelta.
    Personalmente ti ringrazio della provocazione perchè mi hai permesso di riflettere e ricordare. Se la cosa poi era in generale e non ti riguardava precisamente meglio così.
    Ti auguro buona fortuna, con simpatia.
    P.F.

  18. Prof 2.0 ha detto:

    Anonimo: calma, calma… Setta, tolleranza… non esageriamo. non ne vale la pena. Molte delle persone che scrivono qui non si conoscono o non le conosco (non per niente sono anonime). Ciascuno esprime la sua opinione come hai fatto tu. Se si trascende si chiede scusa. Io per primo se ti sei sentito colpito e lapidato.
    Davvero mi interessa guardare dentro questo intricato discorso, purché abbassiamo i toni. Nel rumore non ci si ascolta.
    Tu dici di non aver risposte per quei ragazzi, ma a volte la risposta è la semplice presenza fisica, l’esserci. E questo che tu lo voglia o no credo sia merito tuo, perchè c’eri non ti sei tirato indietro.
    Quanto alla domanda che mi fai: cosa direi io a questi ragazzi?
    Darei speranza. Ho l’ottimismo di chi crede che in ogni situazione si può tirare fuori una storia, delle risorse. Per il semplice motivo che quella è la situazione, non ce ne è un’altra. Certo poteva andare diversamente, ma purtroppo non è così. Allora non resta che trovare un po’ di coraggio (e glielo dai tu che stai accanto) per accettare “il poco” che si ha a disposizione. In fondo se quei ragazzi hanno sperato è per questo. Io starei vicino. Neanche io a volte ho soluzioni, ma l’esserci è già una soluzione. E lo dico per esperienza di alunni con situazioni delicate come quelle che descrivi.
    Grazie della passione che ci metti e scusa ancore se mi è sfuggita qualche parola offensiva, non voleva esserlo. Ah se ti va di fare due chiacchiere di presenza hai la mia mail…

    P.F.: grazie per il tuo racconto, che mette “la scelta” al centro di tutto. Ed è la verità della tua vita: non ci sono mezze verità o mezze falsità, solo la tua vita, autentica.

  19. Anonymous ha detto:

    Per anonimo
    Non saprò leggere fra le righe e non è colpa tua di questa mia mancanza.
    Non difendo nessuno e mi dispiace se hai percepito questo.
    Se sono qui è per il tuo stesso motivo, cercare e capire, perchè, ribadisco, non sei l’unico a farsi delle domande.
    Scusa se ho potuto ferirti in qualche modo.

    Per Prof
    Anche le parole scritte feriscono, forse più di quelle dette a voce.
    In questa città manca una cosa…
    …il semaforo
    mi dispiace per ciò che è accaduto

  20. Anonymous ha detto:

    Voglio dire queste ultime parole e chiudere. Di certo non volevo arrivare a questo punto, con due parole che mi sono azzardato a scrivere. Vi assicuro che mi ha fatto più male che bene. Ad ogni modo non sono pentito della mia scelta. Non ho mai voluto essere provocatorio, ho solo reagito umanamente di conseguenza. Se sono stato troppo impulsivo, mi dispiace. Sia chiaro che non ho mai sostenuto che non avere amici sia un’opzione da prendere in considerazione nella vita. Io ho visto e continuo a vedere la vera amicizia. Ribadisco il fatto che la mia è stata solo una presa di posizione, diversa dalla vostra. Esasperato, ho cercato di sciogliere questo scetticismo che in qualche modo è venuto fuori, facendo pensare che la vera vittima sia in realtà io, mascherato con altri volti. Perché nella cultura attuale, si sa, è naturale pensare che quando ci si schiera dalla parte dei “bisognosi”, diciamo così, in realtà è perché lo stesso è un bisognoso, perché altrimenti non potrebbe mai provare quella sensazione di disagio.

    Per P.F.: Il tuo piccolo racconto, come tu stessa affermi, non mi è nuovo. Mi dispiace per quel che hai passato, sul serio. Comunque sia, non so perché, ma anche tu hai compreso un aspetto diverso da quello con cui avevo iniziato il discorso io: il problema, in sé, non sta tanto nel non avere amici, piuttosto nel capire perché si resti soli. Durante tutta la vita ci viene sbattuto in faccia, piuttosto violentemente in certi casi e per certe persone, il concetto dell’amicizia. “Tutto” ne parla, “tutto” lo ricorda, “tutto” lo ribadisce. E malgrado sia il modo migliore per infondere questo sentimento nelle persone, ho imparato che non tutti possono condividerlo. Cosa possono aspettarsi dal futuro quest’ultimi? Io non lo so. Sono stato semplicemente indotto a spostarmi su questo punto di vista, cercando di capire cosa si celi dietro. Hai parlato di scelte. Per l’appunto: si sceglie come comportarsi con gli altri. Non credo che si possa scegliere di non scoprire amici; quello avviene proprio come hai detto tu, quasi misteriosamente; il più delle volte è naturale sentirsi in sintonia con qualcuno. Piuttosto io so (e non credo, fai attenzione) che si può scegliere di allontanarli e farsi sentire distanti, per vari motivi: magari per non dar luogo a grosse delusioni o sofferenze; per semplice convinzione di non avere nulla da dare e…troppo da ricevere. Insomma perché si teme il confronto, quando svelarsi completamente comporta un rischio veramente alto, di quelli che cambiano la vita per sempre. Non biasimo questa scelta, anche se la trovo molto dolorosa. E il prezzo che si paga è proprio l’incapacità di crescere sul serio e confrontarsi, nonché la perdita di animi davvero dolci e innocenti, qualità che in nessun altro potrebbero manifestarsi con tale chiarezza, vista la determinazione nell’andare in contro ad una scelta così gravosa. Tuttavia sono del parere che ciò che è davvero importante è la pace e la serenità interiore, la base di ogni cosa e che viene prima di tutto. Non posso spiegare tutti i perché della vita, ma è chiedere troppo ottenere un motivo per continuare a vivere? Ed è ancora troppo chiedere che questo motivo sia un qualcuno? La speranza qui si è persa di strada, serve concretezza. Da questo punto parto io. Detto questo, non ho motivo di nascondere la mia età: ne ho ventuno. Non mi piacciono le provocazioni, anzi le odio: è una magra consolazione, per me, sapere che almeno in te hanno avuto un buon effetto. Ti ringrazio comunque delle buone intenzioni e auguro buona fortuna anche a te.

    Anonimo

  21. Prof 2.0 ha detto:

    Anonimo quello che mi stupisce del tuo modo di dialogare è che torni sempre sulle stesse cose ignorando le risposte che ti vengono date. Ma non importa. Parole come setta e lapidare un po’ provocatorie lo sono. Ma non importa neanche questo. Parli ancora di scetticismo, di speranza, concretezza. Rileggi quello che ho scritto nell’ultima risposta. Non sono chiacchiere, non è scetticismo, non è disperazione. Ma forse non importa neanche questo.
    Per amor di verità e di quello che ho nel cuore quando scrivo.

  22. Anonymous ha detto:

    Setta e lapidare erano solo disfemismi per rendere l’idea di come mi sentissi incredulo. Qualcosa che nella vita reale si usa fare spesso. Non sono andato all’idea che potevano farti così male. Allora in questo trascendevo: scusa, non accadrà più. Per il resto, non cerco di ripetermi, non sono parole dirette a te: mi sono permesso di usare come ponte un’ultima volta questo blog perché mi è sembrato corretto rispondere a P.F. tutto qui. Ho letto la tua risposta …e a me importa.

  23. Anonymous ha detto:

    Malintesi, capita quando si scrive e il discorso è così denso. Ho capito meglio quello che intendevi e il tuo discorso mi sembra molto interessante.
    Non andartene anonimo!
    Per provocazione non intendevo in negativo, ma anzi proprio uno sguardo da un’angolatura diversa.
    Proviamo a ricominciare.
    Se al prof non scoccia approfittiamo ancora un attimo della sua “casa”.
    Hai ragione e la domanda è più che interessante. Perchè si resta soli?
    La cosa non ci riguarda direttamente e direi meno male, ma proviamo a dare voce a chi davvero vive una vita senza amici. Il solo problema è: come non scendere nel moralistico e banale? E’ difficile, ne converrai, ma ci possiamo provare.
    Di fatto c’è un sacco di gente che non ha amici veri, e magari ne ha tanti finti… e questo spesso perchè lui stesso fa finta di essere qualcuno che non è… Ti chiedevo l’età perchè conosco molti adolescenti (sono una giovane insegnante) che ancora hanno talmente tanta paura di mostrarsi per quello che sono, che si calano nei personaggi più svariati e ovviamente gli amici che hanno non li conoscono davvero. Per fortuna non tutti sono così e crescendo ognuno incontra prima o poi se stesso.
    Ma il discorso che facevi tu va più in là dell’adolescenza.
    Tu parli di chi ha deciso di non avere qualcuno che gli sia così intimo da frugargli nel cuore… e queste sono scelte che si fanno da adulti e spesso si portano dietro, prima e dopo, un gran dolore.
    Perchè qualcuno sceglie di non dare la chiave della propria anima a nessuno? Perchè qualcuno si barrica dentro sè stesso?
    E certo, questo non ci riguarda, parliamo di terze persone ignote, per fortuna, eppure ci sono.
    Azzardo un’ipotesi: e se fosse per una straordinaria sensibilità?
    Se fossero persone “di cristallo” che vanno in frantumi al primo urto e che hanno il terrore di mettersi nelle mani sbagliate?
    Che cosa le aspetta?
    Anomino proviamo ad andare oltre i malintesi e riproviamoci.
    Prof, lo so che l’argomento ti interessa, che ne pensi?
    P.F.

  24. Prof 2.0 ha detto:

    Al prof non scoccia per niente ed è interessato al problema!

  25. Nessuno (ma non Ulisse) ha detto:

    Questo post è interessante anche se sono in clamoroso ritardo di 10 anni.
    L’ho trovato per caso, anche se il caso non esiste, lo so.
    Volevo dire non era intenzionale. L’articolo si è “imbattuto” in me, non io in lui.
    Quello che lei dice, Alessandro, è verissimo. Un amico autentico è come uno “specchio non deformante”.
    Trovo significativa anche la parola utilizzata: (non) deformante.
    Gli amici sono doni del Cielo se sono autentici. Se non lo sono però sono guai!
    Rischiano non tanto di “portarti sulla cattiva strada” come dice il luogo comune, ma di deformarti. Di espropriarti da te stesso. Di alienarti! Questo a mio parere non vale solo per un adolescente, ma anche per un adulto. Se in quel momento ti senti fragile e quello che dovrebbe essere tuo amico agisce da agente deformante può rischiare di farti del male. A me è successo. Non li voglio giudicare e nemmeno accusare di avermi portato sulla cattiva strada (quella è una mia responsabilità e solo mia), ma sicuramente mi hanno danneggiato dal punto di vista morale e psicologico e sono stati specchi deformati per me.
    Ho cercato di distanziarmi un po’ da loro e a coltivare di più la solitudine tanto deprecata nella modernità.
    Un po’ mi sento meglio, ma faccio fatica ad aprire il mio cuore alle persone. Se qualcuno deve “frugare il mio cuore” (prendo in prestito alcuni suoi concetti) deve essere una persona autentica.
    Mi trovo con molta stanchezza nel cuore e con molto “disincanto”.
    Mi dispiace!!!!!
    Spero di non averla tediata, Alessandro.
    Un caro saluto!

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