28 maggio 2009

La scuola che non si vede

Da una mail ricevuta da una collega:

…l’altro giorno una primina delle medie ha portato i cannoli fatti dal padre per spiegare la Sicilia: 30 cannoli e dolcetti mandati dalla nonna e regalati ai compagni! Stanno crescendo un sacco e vedo che funziona da morire il credere in loro e far sentire, accanto all’essere autorevoli e presenti, l’affetto per loro. Da aprile mi sono impegnata a che, accanto alle osservazioni di qualcosa che era andato effettivamente male, ci fosse almeno una nota positiva di ciò che invece era stato un traguardo raggiunto o un cammino in fieri…

C’è una scuola che cresce e non si vede. La scuola che tutti vogliono: genitori, professori, alunni. Una scuola senza ideologia, violenza e scandali. Una scuola fatta di persone al servizio e in collaborazione con altre persone. Una scuola che non si vede in tv e sui giornali. Perché si sa lì non si parla della realtà…
Ma quella scuola c’è. Io la vedo crescere.

8 risposte a “La scuola che non si vede”

  1. 1+1=5!! ha detto:

    Quella scuola c’è! Confermo.
    Grazie per raccontarla…
    1sorriso!

    prof A.

  2. AC ha detto:

    Bello… le maestre di mia sorella (5 elementare) non sanno far altro che sgridare gli alunni. Mia sorella piange praticamente tutte le mattine perchè non vuole andare a scuola… “c’è sempre troppo caos” dice “e le maestre gridano sempre e sgridano tutti”. Alla fine della sgridata di solito puniscono la classe dicendo: “ecco, oggi dovevamo fare dei cartelloni… visto che vi siete comportati così li facciamo fare all’altra sezione”…e mia sorella come sempre ci rimane male. Copione fisso… tutti i giorni… non fanno più cartelloni, non cantano più, non preparano più niente… solo compiti e verifiche… daranno compiti anche per le vacanze estive (dalla 5^ alla prima media?!?!): libri da leggere, libro di matematica, ricerca di due o tre regioni, compiti di inglese. Mia sorella è disperata!
    Alla fine della riunione le maestre hanno detto: “vorremmo andare a mangiare la pizza con i bambini… pensiamo possa essere una cosa divertente”… Ma forse era meglio lavorare con amore prima, invece che risolvere tutto con una pizza, no? Ultima cosa: due o tre bambine della classe di mia sorella hanno portato una volta degli oggetti da mostrare alla maestra e ai compagni (per approfondire un discorso fatto in classe)… la maestra ha detto “Brave” e le ha rimandate al posto… che bello, no? 🙁
    Questa è la scuola? Speriamo cambi presto! Io sono pronta per una nuova scuola!!!
    Ciao ciao
    AC

  3. Anonymous ha detto:

    Un percorso si costruisce solo camminando insieme giorno dopo giorno nonostante le difficoltà. Ovviamente siamo umani e non perfetti. Sbagliamo anche noi.
    Ma se il lavoro viene svolto con passione, i frutti del tuo operato li raccogli alla fine, proprio in questo periodo quando ti senti dire: “quest’anno è stato meraviglioso per tutto quello che hai fatto, per la bontà, per la pazienza e soprattutto per l’ affetto che ci hai donato”.
    Cade una lacrima…e ti rendi conto che anche tu stai crescendo…
    Ciao prof

  4. mamma ER ha detto:

    A scuola abbiamo indetto il concorso del sorriso. Ognuno a turno deve raccontare un episodio divertente avvenuto nella settimana.Non è facile abituare i bambini a leggere la realtà quotidiana positiva negli avvenimenti e nelle persone ma abbiamo fatto molti passi avanti e quando per qualche giorno non vado a sentire i loro racconti mi sollecitano e sopratutto sorridono.

  5. Prof 2.0 ha detto:

    1+1=5
    La racconti anche tu!

    AC: cambiatele scuola, per il suo bene…

    Anonimo: proprio così, metamorfosi reciproca.

    Mamma e.r.: lo metterò in pratica anche io, anche se i miei sono un po’ cresciutelli…

  6. Prof 2.0 ha detto:

    Mamma e.r.: dimenticavo, se hai qualche racconto di sorriso significativo fammi sapere…

  7. Edo94 ha detto:

    E’ la prima volta che sento parlare una persona in positivo, che vede la realtà dei Tg ma anche quella della vita quotidiana…del mondo reale…

  8. Anonymous ha detto:

    Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce

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