5 gennaio 2011

Lettera ai miei alunni per il 2011

Così ho scritto ai miei ragazzi di I classico all’inizio di questo 2011.

Cari ragazzi,

vi ho lasciato in pace fino ad oggi, adesso è venuto il momento di scrivere quello che vi avevo promesso l’ultimo giorno di scuola del 2010.

Ci tengo a sottolineare che non è un modo di farmi i fatti vostri, ma semplicemente un aiuto in più perchè questo triennio appena cominciato sia un percorso non solo scolastico ma esistenziale, che vi porti a scoprire sempre meglio i vostri punti di forza e i vostri punti deboli, per imparare a mettere a frutto al servizio degli altri i primi e convivere con i secondi, magari migliorandoli a poco a poco.

Non dovete sentirvi minimamente obbligati a rispondere. Tutto è lasciato alla libertà personale, che è l’unico motore capace di spostare le montagne.
Libertà intesa non semplicemente come “non invadere lo spazio altrui”, concetto ben povero, anche se per certi versi condivisibile, ma libertà intesa come capacità di scegliere per cosa giocarsi la vita – dato che ne abbiamo una sola – a partire dai doni che la vita ci ha fatto.

Quando Dante rimane fortemente turbato dalla vista di Beatrice, un suo amico, che lo aveva accompagnato ad una festa di nozze, alla quale partecipava anche B., gli chiede come mai sia così frastornato e lui risponde:

“Io tenni li piedi in quella parte de la vita di là da la quale non si puote ire più per intendimento di ritornare”, cioè “ho messo i piedi nella vita vera, quella che voglio, quella che mi aspetta, quella che mi fa tremare e gioire, ho capito che lì c’è tutto e non voglio più tornare indietro”. Ecco io vorrei, sulla scorta di questa frase di Dante, nella Vita Nova (cap. XIV), che ciascuno di voi si prendesse qualche attimo di silenzio per riflettere e scrivere, magari su quella vecchia moleskine estiva, quando (in queste settimane, mesi, anni…) vi è sembrato di mettere i piedi in quella vita da cui non volete fare ritorno. Cosa guardate, cosa vi appassiona, cosa vi fa vibrare il cuore, cosa colpisce il vostro interesse, cosa mette in moto le vostre risorse…? Insomma per cosa vi sembra che la vita fluisca potente dentro di voi.

Non dovete per forza rispondere a me, potete anche farlo solo per voi stessi.
Se poi vi sembra che qualcosa possa essere utile anche a me per aiutarvi in questo percorso, potete contare, nei limiti dei miei limiti, su di me.

La lezione che Luca ha fatto qualche tempo fa su Marco Polo può essere l’immagine di questo: libertà di regalare agli altri, con impegno, studio e passione, ciò che vi sta a cuore. Quel giorno tutti siamo stati un po’ migliori grazie ad una libertà ben spesa. E pochi dubitano sul fatto che quello lì finirà col fare l’insegnante…

Vi auguro un fantastico 2011. L’avventura continua.
Con affetto

il prof

25 risposte a “Lettera ai miei alunni per il 2011”

  1. Emanuela ha detto:

    …quando io “andavo a scuola” all’età dei suoi ragazzi sognavo un “Sognatore” che come lei non solo mi valutasse per profitto, che con diligenza offrivo, ma mi aiutasse a crescere, a conoscere me stessa senza paura a non temere il mondo facendomici entrare poco alla volta…..
    Ho qualche anno più di lei…e una figlia di “quasi 15anni2, al volo abbiamo entrambe letto il suo libro e…semplicemente grazie…per la freschezza, la realisticità,la tenerezza

  2. Marta ha detto:

    Non finirò mai di dire, caro Alessandro, che sei una delle ormai rare persone che riesce a colpire la gente nel profondo del cuore.. A volte vorrei poter essere presente nella tua classe ed ascoltare una tua lezione, sentire le tue parole e così imparare ad apprendere con passione. Fortunate sono state le persone che ti hanno incontrato e fortunatissimi sono i tuoi alunni, che possono condivedere molte mattinate in tua compagnia.

  3. Kalypso ha detto:

    “Noi siamo liberi. E’ il più grande dono che abbiamo ricevuto. Grazie alla libertà possiamo diventare qualcosa di diverso da quello che siamo. La libertà ci consente di sognare e i sogni sono il sangue della nostra vita.”
    Anche se non sono più dall’altra parte della cattedra e non posso ascoltare le tue lezioni, queste parole della lettera le faccio mie perché uno non è che è professore solo a scuola…no! Uno è professore sempre, soprattutto fuori dalle mura scolastiche e per alunni più grandi di età! Non solo loro hanno bisogno di queste parole per “rimetterti al mondo”. Incontrarti credo sia stato un vero dono, ho imparato tanto ed ho voglia di continuare a farlo. Vita ne ho una sola e devo viverla tutta! Così mi hai insegnato.
    Prof, altro che boa, tu sei come la nutella…Che mondo e che scuola sarebbe senza?
    =)

    Ciao e buona giornata…

  4. Claudia ha detto:

    Riesce sempre a insegnarmi qualcosa di nuovo.
    Ho tanta voglia di vivere. Di essere me stessa. Di essere libera.
    Grazie di regalarmi tutto questo, ogni volta.

  5. Raffaella ha detto:

    “Ognuno è ciò che ama” disse Agostino.
    E la Befana a casa mia ogni anno scrive una letterina ai ragazzi(ni).
    Quest’anno mettero in allegato la sua per i tre grandi.
    Per i piccoli poche parole e la foto dei magi d’Oriente.
    Oggi siamo in vacanza a Tabiano Terme e qui in albergo ci sono dei ragazzi milanesi che ci fanno tanto pensare a lei…
    Che il Signore vi colmi di ogni Grazia e che noi possimao in punta di piedi affacciarci sempre al Mistero finchè di nuovo nn impatterà sulla nostra strada.
    Grazie Alessandro.

  6. Simona ha detto:

    “…quando (in queste settimane, mesi, anni…) vi è sembrato di mettere i piedi in quella vita da cui non volete fare ritorno. Cosa guardate, cosa vi appassiona, cosa vi fa vibrare il cuore, cosa colpisce il vostro interesse, cosa mette in moto le vostre risorse…? Insomma per cosa vi sembra che la vita fluisca potente dentro di voi…”
    Alessandro, che domanda meravigliosa! Non sono una tua alunna, potrei essere la madre di una di loro forse, ma la sento rivolta anche a me e sento montare dal petto sino in gola la risposta. Quella che vale per me sola: la vita fluisce potente dentro di me ogni volta che vivo nel pieno delle mie percezioni e capacità intellettive…quando non allontano quello che di buono esiste in me.
    Quando leggo, scrivo, studio e sogno di crescere ancora nello spirito, nonostante le superiori siano un ricordo lontano.
    Buon Anno Alessandro!

  7. Maria Teresa ha detto:

    Condivido ogni parola di Simona, che ringrazio per aver descritto così bene ciò che si prova in certi momenti…Spero che gli alunni ai quali é rivolta la lettera sappiano comprenderla, apprezzarla e conservarne il messaggio nella mente e nel cuore.

  8. Valentina ha detto:

    Finalmente guardo al mio cuore. Non appena ai sentimenti, tantomeno all’istinto (quello l’ho preso in considerazione anche troppo…), ma al mio vero cuore, a ciò che in profondità mi dice che c’è qualcosa che fa per me, e altro che semplicemente non mi corrisponde, non è la scarpa adatta al mio piede.
    A volte ci compriamo lo stesso scarpe che non ci calzano a pennello (parlo soprattutto di noi donne, eheh), ma poi finisce che – pur belle che siano – non riusciamo a metterle mai, o al limite una volta, poi per il dolore o la scomodità provati non ci sogniamo più di indossarle di nuovo.
    La vita è piena di ciò che è per noi, e ciò che non lo è. E il cuore è il metodo infallibile per sapere distinguere tra queste cose.
    Sembra banale e scontato, ma non lo è affatto…Mi ci sono voluti 29 anni per capirlo.
    Ora desidero solo essere finalmente me stessa, vera, libera fino in fondo. E amare, amare e amare. E vivere per amare.

  9. Paola ha detto:

    Prof non sono una sua alunna dietro ai banchi di scuola ma sento di esserlo lo stesso in altro modo !il libro e il blog mi hanno insegnato e mi insegnato tnate cose ogni giorno e anche se forse nn avrà mai il tempo di cliccare su quetso link glielo lascio lo stesso : http://www.youtube.com/watch?v=NWohIfiJdYU !! Paola

  10. Alberto ha detto:

    Salve prof.
    Sono un ragazzo di 17 anni e frequento il quarto anno di liceo classico in una scuola del milanese. Perchè inizio dicendo di fare lo studente? Innanzitutto perchè lei è un prof e insegna al liceo classico a ragazzi tutto sommato miei coetanei. Poi perchè il blog si chiama “Prof 2.0” e io sto rispondendo ad una lettera che lei ha inviato ai suoi studenti (e che considero anche rivolta a me). Infine perchè domani (anzi oggi, vista l’ora) si ritorna a scuola.
    Io non ho fatto i compiti questa volta. Non ho tradotto nessuna versione. Non ho letto i libri che mi sono stati assegnati. Non ho pensato alla scuola. E sì che sono bravo a scuola, ho una media alta. Ma l’ambito della scuola non mi fa sognare.
    Oggi ho fatto un tema. Ho parlato di sogni, di desideri. Ho parlato di giovani e di fututo. Ho parlato del futuro che si riempe di presente. Ho scritto di Telemaco e del viaggio della vita che dovrà compiere, di cuori che vibrano e della vita che pulsa potente nelle vene. Queste cose me le ha insegnate anche lei. Ebbene, io non trovo nella mia scuola, con i miei insegnanti e nemmeno con i miei compagni nulla di tutto ciò. E’ per questo che questa volta non ho fatto i compiti. Durante queste vacanze, anche nel momento stesso in cui sto scrivendo questa lettera (o commento al blog), ho voluto godermi tutto ciò che mi fa sognare. Ho voluto toccare meglio la vita. La preghiera, Dio, gli amici, gli affetti, una chiaccherata su una panchina, un libro, un sms, un video, tante notti passate ad emozionarmi e ad interrogare le mie emozioni, una canzone, un incontro: tutte queste cose hanno riempito le mie giornate e i miei pensieri. E sono felice. Ho intuito quale sia “quella parte de la vita di là da la quale non si puote ire più per intendimento di ritornare” (il mio prof non mi ha mai suggerito che la Vita Nuova potesse esprimere tali concetti…la leggerò un giorno).
    So che in questi istante le mie pupille sono dilatate. Sto guardando il mio futuro. Un po’ mi spaventa. Posso contare però su dei buoni maestri, e Uno in particolare, che con le loro braccia distese riescono a riempire lo spazio vuoto fra me e quello che mi aspetta.
    Anche lei, caro prof, mi sta spingendo a pronunciare il mio “sì”.

    Ho conosciuto lei, il suo libro e il suo blog grazie ad un amico/maestro che ha avuto il piacere e la fortuna di conoscere di recente davanti ad una cioccolata. Lui il suo “sì” lo ha già detto e lo dovrà dire ancora una volta, definitivamente. Sono fiducioso che lo farà. Bhe, ho notato che lui è stato segnato da quell’incontro faccia a faccia con lei, e più in generale da quello che scrive e dice. “Solo chi ha una vocazione può suscitare vocazioni”. La sua vocazione ad essere maestro, la sua vocazione a vivere la vita, passando attraverso il mio amico e maestro, è arrivata fino a me. Gliene sono grato, davvero.

    Posso dire di aver toccato la gioia. Ora ho una gran voglia e bisogno di ballare – me lo ha insegnato il mio amico – “attraverso tutte…le note”…della vita!

    Buona notte e buon rientro a scuola anche per lei!

    E non si arrabbi troppo con i suoi alunni se non hanno fatto i compiti! 😉

  11. Federica ha detto:

    I suoi ragazzi sono veramente fortunati ad averla come insegnante. Io ho avuto la fortuna di incontrarla solo una volta e di porle una domanda. Forse avere un prof come lei mi farebbe apprezzare maggiormente la scuola..e probabilmente la vita. Ho 17 anni e non sono una cima a scuola anzi le uniche materie che prediligo sono ialiano e latino…e faccio una scientifico..ho sbagliato proprio tutto nella mia vita. Ecco perchè la mia esistenza la sento vana, ecco perchè penso a dei modi per farla finita invece che imparare ad amare ed essere amata. Non c’è niente di bello per me nel mondo e non ci azzecco proprio nulla qua ma purtroppo ci tocca vivere e forse questa è la nostra maggior condanna.
    Buon inizio scuola prof e mi raccomando non abbassi mai la guardia con i suoi alunni e ponga sempre attenzione su ognuno di essi.

    • Prof 2.0 ha detto:

      Se ci sei qua vuol dire che “ci azzecchi” benissimo. Non vorrai mica avere tutto già chiaro a 17 anni? Dai Federica, cerca di essere l’inizio di quello che solo tu puoi iniziare e hai già cominciato! Io non abbasso la guardia, ma non lo fare neanche tu.

  12. Antonio ha detto:

    “libertà intesa come capacità di scegliere per cosa giocarsi la vita ..”
    è affascinante ma ho paura!esattamente con Leo, solo che io ho 33 anni!

    • Prof 2.0 ha detto:

      Se hai paura vuol dire che stai entrando nella realtà! Avanti così coetaneo! Anche io ho paura, e cerco di starci dentro.

      • Antonio ha detto:

        grazie prof! E’ bello e stimolante leggere i pensieri che mettete in moto , lei, i suoi alunni, e tutte le persone che rispondono e commentano e condividono.
        grazie!

  13. AriaDiNeve ha detto:

    Mi permetto di lasciare una piccola testimonianza per Federica.
    Ho 31 anni, non sono un’insegnante, ma sono comunque un’adulta che le tue parole chiamano a rispondere. Leggendo il tuo post, quando dici che non sei una cima a scuola e che forse hai sbagliato tutto nella vita, mi viene in mente la chiacchierata che proprio ieri ho fatto con un’amica-collega. Davanti ad un toast molliccio e insapore parlavamo di cosa ci aveva portato a fare la scelta del lavoro che facciamo e della strada che ognuna di noi ha percorso per realizzarla. Strada che più volte ha preso pieghe bizzarre e inaspettate. Entrambe ci occupiamo di bambini e di adolescenti (lei è una psicomotricista e io sono una psicologa)e mi raccontava che alle superiori ha avuto un’esperienza simile alla tua. Nella nebbia dei suoi 14 anni ha scelto di frequentare un istituto tecnico pur avendo inclinazioni che la portavano da tutt’altra parte. “Non hai idea di cosa sia stato frequentare 5 anni di scuola e non capire mai una virgola di tutto quello che veniva spiegato! Mi sentivo un ebete!”, mi raccontava, e poi mi ha nominato tutte quelle “cose” di ragioneria che, per me, sono ancora più arabo che per lei (io che arrivo da un liceo classico e sono assolutamente solidale e sintonica col Prof quando parla dell’incubo dell’interrogazione di matematica!!!! Figuriamoci la matematica applicata alla ragioneria!!! ;o)).
    Beh, Federica, dovresti vederla adesso all’opera con i bimbi: è uno spettacolo vederla lavorare!!! E’ una donna e una professionista davvero in gamba pur non essendo stata “una cima” a scuola (non è un invito a non studiare, intendiamoci, ma credo sia un chiaro esempio del fatto che i voti non predicano circa il valore di una persona), e sono profondamente convinta che, se potessimo ritagliare un fotogramma dei suoi 17 anni, la vedremmo confusa e convinta di aver sbagliato tutto, quando invece stava già costruendo e percorrendo la SUA strada. Quei 5 anni hanno contribuito, per contrasto, a farle sentire forte dentro di lei a cosa la chiamava la vita, a farle capire che non era lì che avrebbe trovato “il suo tesoro”. Lei però è stata brava a non smettere di interrogarsi, di cercare quello per cui valesse giocarsela la vita. Con il coraggio di perseguirlo, reinventandosi il percorso (e chi l’ha detto che non si possono fare un po’ di curve ogni tanto? La vita non corre mica sui binari dell’Alta Velocità! Pensa che rottura di scatole se così fosse!). Non sto edulcorando le cose. Non è stato facile per lei, come non lo è stato per me. Non lo è per nessuno. Nemmeno adesso, al “km 31” del nostro sogno, come ci diciamo spesso ridendo. La fatica è compresa nel prezzo (come dice il Prof è la cartina al tornasole dei sogni veri!), ma non farà che aggiungere valore alle tue scoperte, al tuo sogno e alla tua strada. Stai dentro la tua realtà, utilizza quello che senti come motore per cercare ancora, ancora e ancora. Le cose speciali non sono mai a portata di mano, ma ti assicuro che ne vale davvero, davvero la pena!
    Buon cammino!!

    Un abbraccio

    • Federica ha detto:

      Grazie ariadineve per quello che hai scritto ma, prima di tutto grazie di avere rivolto lo sguardo su di me!non è facile andare avanti giorno per giorno ma ci si prova..anche se non sempre al meglio!
      come mi piacerebbe che il prof scrivesse la mia storia,simile per altro a molte ragazze dela mia età;io ci provo a mettere per iscritto alcune stralci di vita ma non riesco mai a rendere le parole reali e palpabili come il prof sa fare!chissà..forse un giorno ci riuscirò!

  14. Eleonora ha detto:

    Caro Alessandro,
    sono una ragazza di quasi 19 anni che frequenta l’ultimo e fatidico anno di liceo classico… Mi permetto di darti del tu non solo perché sei giovane e stupendamente bello 😉 ma anche perché penso che tu sia una persona con cui si possa parlare di tutto… Sei il professore che ho sempre sognato ma che in 5 lunghi anni non ha mai varcato la soglia della porta della mia aula… Leggo con estrema attenzione i “flussi dei tuoi pensieri”… Mi piace chiamarli così i tuoi articoli, le tue riflessioni… Con questa lettera ai tuoi alunni, forse l’ennesima, sei la prova di come un professore possa fare amare ai suoi alunni la scuola, lo studio, i docenti e la vita! Credo fermamente nel binomio “professore-amico” e non ci trovo niente di male nel vedere un ragazzo che “messaggia” o “chatta” con il proprio docente… E tu?!?
    A parer mio, un “professore” non deve soltanto entrare in classe, iniziare la propria lezione, interrogare, giudicare, alzarsi e andarsene… Per poi magari incontrarsi per strada e non scambiarsi nemmeno un saluto… Sai chi è per me un professore?! E’ quella persona che quando ti vede un po’ giù ti ferma e chiede: <>… Ecco, a me fa estremamente piacere quando un mio professore viene e mi chiede questo! Purtroppo non sempre succede e davvero pochi prof. si comportano così…
    Ritornando alla “LETTERA AI MIEI ALUNNI PER IL 2011”… “Cosa guardate, cosa vi appassiona, cosa vi fa vibrare il cuore, cosa colpisce il vostro interesse, cosa mette in moto le vostre risorse…? Insomma per cosa vi sembra che la vita fluisca potente dentro di voi”… Cosa guardo?! In tv Matrix e Porta a Porta e alcuni telefilm; vado spesso al cinema; mi piace leggere; il mio primo libro è stato “Il gabbiano Jonathan Livingstone”, avevo circa 12 anni… Ora ne ho quasi 19 e nella mia “piccola” biblioteca ci sono 141 libri… Cosa mi fa vibrare il cuore?! Il ragazzo che mi piace o il sorriso di mia sorella e dei miei cuginetti, un bacio dei miei genitori, che dopo 5 anni di fidanzamento e 20 di matrimonio vivono ancora felicemente insieme… Cosa colpisce il mio interesse? Ogni cosa che capita… Cosa mette in moto le mie risorse? La forza che mi spinge a fare sempre di più; la forza che mi fa dire: <>… E non capita spesso, sono molto insicura… O ancora, una prof che crede in me e che mi spinge sempre a dare di più… Scrivo la moleskine da molti anni… Lascio alle sue pagine bianche i miei pensieri, le mie poesie, i miei stati d’animo… Ma non sempre riesco a scrivere, non in ogni momento… Devo essere carica, arrabbiata, incazzata! O estremamente felice, tranquilla, serena… E allora ecco che le pagine si riempiono, ed escono fuori pagine e pagine che un giorno sfoglierò… E allora quelli saranno ricordi, piacevoli ricordi…

    Con affetto,
    Eleonora

    • Prof 2.0 ha detto:

      Grazie Eleonora, credo che il professore debba trovare con gli alunni e con ogni alunno “la giusta distanza”. Non si tratta di diventare “amiconi”, come un pari grado: quello è un inganno. Buona scrittura allora e buona vita!

  15. Florence Rogers ha detto:

    Salve prof. Sono un ragazzo di 17 anni e frequento il quarto anno di liceo classico in una scuola del milanese. Perchè inizio dicendo di fare lo studente? Innanzitutto perchè lei è un prof e insegna al liceo classico a ragazzi tutto sommato miei coetanei. Poi perchè il blog si chiama “Prof 2.0” e io sto rispondendo ad una lettera che lei ha inviato ai suoi studenti (e che considero anche rivolta a me). Infine perchè domani (anzi oggi, vista l’ora) si ritorna a scuola. Io non ho fatto i compiti questa volta. Non ho tradotto nessuna versione. Non ho letto i libri che mi sono stati assegnati. Non ho pensato alla scuola. E sì che sono bravo a scuola, ho una media alta. Ma l’ambito della scuola non mi fa sognare. Oggi ho fatto un tema. Ho parlato di sogni, di desideri. Ho parlato di giovani e di fututo. Ho parlato del futuro che si riempe di presente. Ho scritto di Telemaco e del viaggio della vita che dovrà compiere, di cuori che vibrano e della vita che pulsa potente nelle vene. Queste cose me le ha insegnate anche lei. Ebbene, io non trovo nella mia scuola, con i miei insegnanti e nemmeno con i miei compagni nulla di tutto ciò. E’ per questo che questa volta non ho fatto i compiti. Durante queste vacanze, anche nel momento stesso in cui sto scrivendo questa lettera (o commento al blog), ho voluto godermi tutto ciò che mi fa sognare. Ho voluto toccare meglio la vita. La preghiera, Dio, gli amici, gli affetti, una chiaccherata su una panchina, un libro, un sms, un video, tante notti passate ad emozionarmi e ad interrogare le mie emozioni, una canzone, un incontro: tutte queste cose hanno riempito le mie giornate e i miei pensieri. E sono felice. Ho intuito quale sia “quella parte de la vita di là da la quale non si puote ire più per intendimento di ritornare” (il mio prof non mi ha mai suggerito che la Vita Nuova potesse esprimere tali concetti…la leggerò un giorno). So che in questi istante le mie pupille sono dilatate. Sto guardando il mio futuro. Un po’ mi spaventa. Posso contare però su dei buoni maestri, e Uno in particolare, che con le loro braccia distese riescono a riempire lo spazio vuoto fra me e quello che mi aspetta. Anche lei, caro prof, mi sta spingendo a pronunciare il mio “sì”. Ho conosciuto lei, il suo libro e il suo blog grazie ad un amico/maestro che ha avuto il piacere e la fortuna di conoscere di recente davanti ad una cioccolata. Lui il suo “sì” lo ha già detto e lo dovrà dire ancora una volta, definitivamente. Sono fiducioso che lo farà. Bhe, ho notato che lui è stato segnato da quell’incontro faccia a faccia con lei, e più in generale da quello che scrive e dice. “Solo chi ha una vocazione può suscitare vocazioni”. La sua vocazione ad essere maestro, la sua vocazione a vivere la vita, passando attraverso il mio amico e maestro, è arrivata fino a me. Gliene sono grato, davvero. Posso dire di aver toccato la gioia. Ora ho una gran voglia e bisogno di ballare – me lo ha insegnato il mio amico – “attraverso tutte…le note”…della vita! Buona notte e buon rientro a scuola anche per lei! E non si arrabbi troppo con i suoi alunni se non hanno fatto i compiti! 😉

  16. Afavordialibi ha detto:

    Ogni tanto, non è peccato metterli fuori i piedi dalla vita vera.Non siamo meno presenti a noi stessi e agli altri se chiudiamo la porta,ogni tanto.
    E’ un processo di crescita anche quello e altrettanto importante come stabilire chi e cosa valgono “lo sforzo”.Nell’irreale c’è sempre una traccia di noi,e quel perdersi ci nutre,ci sfianca,ci sottomette,come fosse reale.L’esistenza che tanto desideriamo,nella quale mettiamo i piedi,ha sempre una parte importante di immaginario che è frutto di distanza,di non-realtà.Se riuscissimo ad unirle e in seguito a consacrarle dentro di noi,nè la forma,nè la sostanza delle cose e delle azioni che ci portano a raggiungere e a raggiungerci,farebbero paura.

  17. Livio ha detto:

    La prima cosa che mi viene in mente, leggendo, è che vorrei vederti dietro la cattedra dell’aula dove ogni giorno passo le 6 ore mattutine. Non che i miei professori non siano in grado o non facciano di simili riflessioni, ma la tua freschezza e puntualità e il tuo realismo mi lascia estasiato.
    E la seconda cosa, è che spero di essere capace di far pensare come fai tu, quando sarò io ad occupare quel posto, tra cattedra e lavagna…
    Scusa se ti do del “tu”, ma ti sento più come fratello maggiore, o addirittura come amico adulto, che come professore…
    GRAZIE

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