5 maggio 2015

Andante con fuoco

Ho partecipato a una trasmissione televisiva su Rai2, in merito a Ciò che inferno non è e dintorni. Ne è uscito un intervento breve, ma ragionato e sanguigno, su scuola e giovani, dopo 15 anni di insegnamento e migliaia di ragazzi incontrati in tutta Italia e nelle loro lettere. 

 

***

Per il mio compleanno ho ricevuto una lettera da una ex-alunna, che non aveva trovato il coraggio di inviarla a fine scuola e lo ha fatto solo adesso. Forse il regalo più bello, come capirà ogni professore che ama questo lavoro e ne conosce le fatiche: la grande gioia del lavoro fatto in anni con gli stessi ragazzi, un lavoro sensato, un lavoro da veri rivoluzionari, sì perché gli insegnanti sono il potenziale atomico di una nazione e non lo vogliamo capire. Una di quelle lettere da rileggere nei momenti di scoraggiamento e di sconsolanti graduatorie ad esaurimento (chi le ha chiamate così al Ministero non credo si sia reso conto dell’ironia della parola “esaurimento”).

Ne pubblico solo alcune parti.

 

Caro Prof,

ho saltato l’ultima lezione con lei e non mi sono mai sentita così in colpa. Forse perché per la prima volta sto realizzando che la scuola sta finendo e che non ci saranno più lezioni insieme. Forse perché solo ora vedo come stia per cominciare qualcosa di nuovo per me e quanto dovrò lasciarmi alle spalle… Dovrò imparare a cavarmela da sola. Ma in questa lettera non voglio parlare di me, questa volta la dedico solo a lei. Come è giusto che sia dopo cinque anni di lettere e lezioni dedicate solo a noi. Nella nostra classe ci sono sempre state personalità forti, con la voglia di prevalere l’una sull’altra, un po’ spinti da arroganza, ma per lo più dall’insicurezza e dalla paura di sembrare deboli, e questo lei lo sa bene. Purtroppo non è stato un percorso facile, e so che molta della fatica che ha fatto ora le sembrerà che non le sia stata ripagata. So che ora si starà chiedendo perché aver speso così tanto tempo dietro a ragazzi che si sono rivelati totalmente indifferenti. Siamo stati forse la sfida più grande e difficile da gestire e mi creda nessuno avrebbe saputo fare meglio. Magari con più fatica o spesso con più scontri, ognuno di noi è cresciuto ed è diventato un pochino più adulto. Purtroppo, siamo ancora troppo presi dalla nostra vita e dalle sue troppe incertezze, per poter realizzare tutto quello che ci ha trasmesso in questi anni. Ma un giorno, quando saremo più grandi e maturi e ci guarderemo indietro, potremo dire che siamo cresciuti anche grazie a lei. Per quanto difficile e travagliato sia stato il percorso con noi, le sono grata per tutto quello che ha dato, che è – mi creda – molto più di quello che s’immagina. Non si tratta solo delle ore spese a preparare una lezione, non è solo la spiegazione impeccabile, non è solo la passione e la dedizione al proprio mestiere. E’ anche l’immancabile battuta del giorno, la sua continua giovinezza nei modi di fare e di essere, il suo sorriso smagliante e i suoi tentativi di nascondere la delusione per i nostri brutti voti. E’ il bene che ci ha voluto in questi anni e che fino a ieri abbiamo dato per scontato. Prof, lei mi ha aperto gli occhi, aiutandomi a vedere oltre la realtà in cui viviamo tutti giorni. Non mi ha solo insegnato ad amare Manzoni, Dante, Virgilio, Omero, Leopardi, Ungaretti e molti altri. Lei mi ha insegnato ad amare la cultura e le parole ancora più di quanto facessi prima. A vedere nella letteratura un rifugio, un amico e un compagno. A credere nell’amore in tutte le sue mille sfumature. A pensare e riflettere. Mi ha insegnato a sognare. E mi ha aiutato a capire che nella vita c’è molta più bellezza e amore di quanto sembri. Che basta poco per essere felici. Per questo le scrivo, per lasciarle un regalo anche io, per darle qualcosa dopo tutto quello che lei ha dato a me in questi cinque anni. Vorrei che nel caso si dovesse mai abbattere e dovesse perdere la sua passione e la sua voglia di insegnare, si ricordasse di me e di quello che le ho scritto oggi. Che la fatica e le delusioni non sono mai invano, danno sempre i loro frutti. Che non deve mai smettere di fare quello che le viene meglio, lei che più di tutti ha trovato la sua vocazione. Che deve continuare ad insegnare e permettere che altri studenti possano essere fortunati come me, come noi. Che, anche se ci sarà chi non si impegnerà e non apprezzerà il suo duro lavoro, non deve mollare mai e non perdere la sua grinta, perché saranno proprio quelli i ragazzi che avranno più bisogno di lei. Si ricordi sempre che da qualche parte nel mondo c’è qualcuno che la porterà sempre nel cuore. E soprattutto non si dimentichi mai che ha fatto uno splendido lavoro.

Sperando che questo non sia un addio, ma solo un arrivederci, buona fortuna per tutto.

20 risposte a “Andante con fuoco”

  1. maria rita guerrini ha detto:

    Ho apprezzato il tuo intervento appassionato e non mi sono stupita della foga e dell’entusiasmo che ritrovo nei tuoi scritti. Come sai ti seguo ormai da anni, ma sono veramente commossa per questa lettera e per i commenti dei tuoi ragazzi che mi riempiono di fiducia. Non fanno rumore, questi ragazzi, non sono sui giornali, ma aprono alla speranza vera. Grazie prof. Grazie ragazzi!

  2. Bb ha detto:

    Lettera commovente. MOLTO BELLA .

  3. Oronzo ha detto:

    Ciao Alessandro,
    ho seguito attentamente il video e racchiudo tutto in una parola: GRAZIE!
    “Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto” (d. Pino Puglisi).
    Un abbraccio.

    d. Oronzo

  4. Maria Pia ha detto:

    Grande intervento su rai2, dopo la politica pallosa e piena di parole inutilissime. La tua grinta e il fuoco che anima le tue parole (nemmeno una inutile) sono contagiosi.
    Grazie grande professore!! Se potessi iscriverei i miei figli al tuo liceo…
    Aspetto trepidante il tuo quarto libro…

    A presto!
    Maria Pia

  5. Amy Nocton ha detto:

    Auguri! Che bella lettera! Anch’io insegno e le parole sagge della studentessa me hanno fatto sorridere. Siamo arrivati tutti negli Stati Uniti a quel punto dell’anno in cui siamo tutti stanchi ma abbiamo ancora tanto da fare. Ieri ho letto un saggio di uno studente meraviglioso (sul Borges e le nostre percepzioni della realtá che mi ha fatto molto felice e molto ma molto orgugliosa del suo lavoro. Mi ha ricordato perché facciamo quello que facciamo. Ogni anno imparo tanto dai miei studenti e per quello gli riingrazio.

  6. Lena ha detto:

    Il regalo più bello!

  7. Cristina Z. ha detto:

    Probabilmente è davvero il regalo più bello che un insegnante possa ricevere. Un po’ ti invidio, nel senso più sano del termine.
    Forse non c’entra niente e rischio di essere irriverente, ma leggendo la lettera mi è immediatamente affiorata alla mente la frase di E. Hillesum “Si vorrebbe essere balsamo per molte ferite”.

  8. ivana ha detto:

    anch’io ho seguito il tuo intervento su rai due, consigliata da un amico. sono stata felice perché come genitore ho visto che esistono ancora professori che hanno a cuore i ragazzi a cui insegnano. ti direi “non mollare”, ma penso che non ce ne sia bisogno. un grazie da una mamma.

  9. Marianna ha detto:

    Ho ascoltato con estremo interesse il tuo vibrante intervento a Virus e sono felice che ci siano in Italia professori come te. Mi auguro che mio figlio possa incontrare insegnanti animati da una vera passione, da un vero desiderio, come quelli che ho sentito nella tua voce. Grazie.

  10. Sara ha detto:

    Una lettera bellissima che dà immensa soddisfazione e davvero ripaga di tutto! E’ soprattutto questo il motivo per cui il nostro è il compito (non lavoro! Io sento di ESSERE un’insegnante, non di fare l’insegnante) più bello del mondo!
    Sara

    P.S.: che gli insegnanti siano “il potenziale atomico di una nazione” l’hanno capito tutti fin troppo bene, temo: è per questo che la scuola è tanto colpita e sfigurata ed è per questo che sempre di più gli insegnanti sono disprezzati, additati come il nemico, privati di autorevolezza e imbavagliati.

  11. Fabio V. ha detto:

    Mi piace ricordare, tra le tante, una tua frase del tuo intervento in televisione: “Chi scrive bene pensa bene. Chi scrive male pensa male e sente male.”
    Le parole della tua alunna evidenziano una maturità d’animo autentica di chi ha realmente incontrato una guida, un volto, un riferimento, un esempio, un invito a non perdere mai la speranza e realizzare i propri sogni.
    Auguro che, un giorno, anche i miei figli possano scrivere una lettera così ad un loro insegnante!
    Un abbraccio.

  12. Fabio V. ha detto:

    Mi piace ricordare, tra le tante, una frase del tuo intervento in televisione: “Chi scrive bene pensa bene. Chi scrive male pensa male e sente male.”
    Le parole della tua alunna evidenziano una maturità d’animo proprie di chi ha incontrato una guida, un volto, un riferimento, un testimone.
    Auguro che, un giorno, anche i miei figli possano scrivere una lettera così ad un loro insegnante!
    Un abbraccio.

  13. Fabio V. ha detto:

    Mi piace ricordare, tra le tante, una frase del tuo intervento in televisione: “Chi scrive bene pensa bene. Chi scrive male pensa male e sente male.”
    Le parole della tua alunna evidenziano una maturità d’animo proprie di chi ha incontrato una guida, un volto, un riferimento, un testimone.
    Auguro che, un giorno, anche i miei figli possano scrivere una lettera così ad un loro insegnante!
    Un abbraccio.

  14. Roberto Curtolo ha detto:

    Gentile Professor D’Averio, ho iniziato a seguire il suo blog con interesse ed attenzione. Apprezzo le le sue asserzioni, anche quando non le condivido, perchè vi leggo una grande onestà intellettuale e la volontà a rendere i ragazzi protagonisti della loro crescita. La lettera della sua studentessa è un esempio profondo e commovente di quello che può determinare in un giovane un bravo insegnante. Sono un “vecchio” preside: sarei lieto se volesse venire un giorno nella scuola che dirigo a Firenze per diffondere una scintilla del suo fuoco fra i giovani che la vivono. Anche qualche insegante sarebbe confortato nell’ascoltarla, ed anch’io. Grazie comunque

    • Prof 2.0 ha detto:

      caro Roberto, grazie per le tue parole. Per gli incontri nelle scuole chiedo solo la gentilezza di compilare il piccolo modulo che c’è nella sezione contatti ed eventi del blog, in modo da avere in archivio la richiesta. Non so poi quando e se sarà possibile, ma spero di riuscire.

  15. carlo maria ha detto:

    dopo averla sentita nell’intervista su Rai 2 posso dire che lei è la vera riforma della scuola, così come dovrebbero fare tutti suoi colleghi ,non il governo.

  16. Silvia ha detto:

    mi sono commossa nel leggere questo articolo… grazie per averlo condiviso, infonde fiducia anche a chi lo legge e conferma che il bene seminato, anche con gran fatica, porta sempre altro bene…

  17. Cristiana Scotti ha detto:

    Carissimo Alessandro,
    tu non lo sai, ma ci conosciamo da anni. Da quando mi arrivò un libro per posta, non sapevo nulla di quel libro ne’ di chi me lo avesse inviato….sul momento, la tentazione è stata quella di rispedirlo al mittente, nel timore anche di doverlo acquistare,,,,poi l’ho aperto e letto….era “Bianca come il latte, rossa come il sangue”….è da allora che ti conosco!
    Di getto, ti avevo scritto una mail che poi, per imponderabili motivi, non è mai partita….malgrado ciò, la mia conoscenza con te è continuata….negli anni, ho riempito le teste dei” miei” alunni con parole tue , brani dei tuoi libri e video….
    Poche sere fa alcuni alunni sono andati ad ascoltarti per un incontro- mi hanno rincorso per giorni nelle varie classi per annunciarmi orgogliosamente questo appuntamento… nei giorni successivi , notavo in alcuni di loro un’aria “misteriosa”….entro in una classe, mi si avvicinano quattro alunne e con un sorriso trionfante mi porgono una busta contenente….una tua foto incorniciata-da loro- con tua dedica… ” A………collega di sogni”.
    Uno dei regali più belli mai ricevuti….perchè anche questi ragazzi e ragazze sono “compagni di sogni”….!!!!
    GRAZIE!

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