19 dicembre 2015

Consigli per i “presenti” natalizi

Babbo-Natale-tra-i-libriL’inserto TuttoLibri della Stampa ha chiesto ad alcuni scrittori consigli sui libri da regalare. Il numero, in edicola oggi con il giornale, è molto ricco e ben fatto. Ecco il mio modesto consiglio.

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L’italiano, lingua che nel Convivio Dante affiancava ai suoi genitori come materia prima per la forgiatura della sua identità, ha la possibilità di indicare i regali come faceva mia nonna: presenti. Più che mai lo sono, presenti, quando si tratta di libri: ci obbligano – ben selezionati – all’attenzione che, diceva Agostino, è “la presenza del presente” in noi, la capacità di accogliere la realtà resa trasparente da parole ben scelte, perché chi è attento attende – la radice è la stessa – e quindi riceve niente poco di meno che “il presente”.

Ecco allora i miei presenti letterari: la nuova edizione in sei volumi dell’Odissea, che la Mondadori ha deciso di travasare dalla prestigiosa edizione Lorenzo Valla nella collana economica di Classici Greci e Latini (12 euro a volume). L’edizione su cui ogni studioso dell’Odissea si è confrontato, ha come testo a fronte l’ottima traduzione di Privitera e il commento di un gruppo di omeristi di vaglia (Heubeck, West, Hoekstra per citarne alcuni). Alla prima apparizione di Odisseo nel poema, nel libro V, il commento ci svela quanto l’Odissea sia un “presente”: «Il poeta ci mostra O. nel momento meno fortunato, prigioniero, impotente e scoraggiato. Egli lo riduce ancora più in basso, nella condizione di naufrago solo e nudo».

Altri due presenti poetici: dobbiamo leggere poesia, dobbiamo ricominciare da qui se vogliamo uscire dalla crisi, crisi di parole che non nominano più nulla, ma servono solo a sedurre o imporre. Suggerisco allora Egrette bianche di Dereck Walcott, appena tradotto in Italia (Adelphi, pp.189, 19 euro). La raccolta, del 2010, bilancio di un poeta 80enne (“egret”, specie di airone delle zone calde, allude a “regret”, rimpianto) ci regala pezzi lirici, a differenza del suo abituale afflato narrativo ed epico, tra i quali alcuni dedicati all’Italia (mi sono innamorato, ma so di essere di parte, di Suite Siciliana). Riferendosi a questi aironi, Walcott ritrova se stesso e la parola nelle cose che non mentono, e rimandano al mistero di un lingua superiore che il divinizzato codice binario ci ha fatto dimenticare: «La selezione è ciò che insegnano le egrette/ sul prato ampio e aperto, la testa che annuisce mentre leggono/ in risoluto silenzio, una lingua al di là delle parole».

In Italia nel frattempo è uscita la raccolta di Poesie (1983-2015) di Giuseppe Conte (Mondadori, pp.374, 22 euro), poeta che riesce a realizzare l’“inevitabilità linguistica” della poesia (Brodskij docet nel recente Conversazioni, Adelphi, pp.314, 20 euro, regalatevi anche questo), senza che questo comporti “il non farsi capire”, scambiato per profondità da molti, come quando definisce così la vita: «Tra il desiderio e il rimpianto / eterni, c’è questa che si chiama/ esistenza mortale /dolcissima breve fragile / dove ogni oggi è già ieri / dove si costruiscono gli Imperi / e si scrivono i libri». Conte, nel quale Calvino scorse la svolta per la poesia italiana negli anni ’80, a proposito di presente e doni scrive: «Un giorno se mi leggerà il lettore del / terzo millennio, saprà che c’erano gli / alberi e i desideri, le palme e i pini, e gli / eucalipti dalle foglie a quarto di luna, e le / rose: chi non voleva più soffrire, e chi/ voleva amare tutto, chi di se/ stesso faceva dono e dei poemi / violenti e lontani erano, semplici e / deboli».

Se poi dovessi consigliare un romanzo recente suggerirei Riparare i viventi di M.De Kerangal (Feltrinelli, pp. 218, 16 euro), una parabola di morte e resurrezione spietata e misericordiosa, come un bisturi di chirurgo che per salvare deve tagliare. Lo affiancherei a un presente più vecchio, ma senza rughe: Il Mondo Nuovo di A.Huxley (Mondadori, 10,50 euro) che all’inizio degli anni ’30 aveva perfettamente descritto l’oggi, ma naturalmente nessuno credette al suo mondo fatto di figli costruiti in provetta, dove tutto è regolato da un’unica legge: il consumo.

Per la saggistica consiglierei Il Cucchiaino scomparso e altre storie della tavola periodica di S.Kean (Adelphi, pp.417, 28,90 euro), storia romanzata degli elementi e riuscito connubio di scienza e narrazione, per ricordarci che, mentre le cose non mentono, gli uomini sì. Per il titillamento oculare e cardiaco aggiungo un oggetto misterioso come l’Atlante delle isole remote di J.Schalansky (Bompiani, pp.143, 21 euro), i cui disegni e descrizioni portano in mondi presenti e sconosciuti, come da bambini ci perdevamo nelle mappe del tesoro.

Visto che siamo a Natale e i regali si fanno per la nascita di un Bambino sotto una Stella, suggerisco Il grande racconto delle stelle di P.Boitani (Il Mulino, pp.616, 65 euro), saggio ricchissimo di immagini e letteratura, sul rapporto degli uomini con astri (e disastri); e il bel libretto della brava scrittrice per bambini e giovanissimi, Miriam Dubini, che, in Ci siamo anche noi (Ares, pp.104, 9,90 euro), in brevi racconti ammalia grandi e piccini con i bambini protagonisti nella Bibbia (tempi in cui i bambini contavano molto poco), tra i quali il festeggiato del 25 dicembre, grazie al quale possiamo goderci un po’ di tempo per leggere i nostri “presenti” e rendere il nostro presente ricco di futuro. Auguri!

TuttoLibri, inserto de La Stampa, 19 dicembre 2015

Strenne 2015

Una replica a “Consigli per i “presenti” natalizi”

  1. Susanna ha detto:

    Grazie, buon Natale e che tu possa essere presente alla grotta santa!

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