13 novembre 2010

La cultura degli alibi

Il grande allenatore di pallavolo Velasco:

7 risposte a “La cultura degli alibi”

  1. Rossana ha detto:

    “…non accettare alibi, nel senso di non accettare il perchè una cosa non si puo fare che non sia per la propria responsabilità. Ossia io non accetto da parte di giocatori che mi vengono a dire: “questo non posso perchè”e il perchè non centra con loro dal gioco al resto.”
    Questa posizione è interessantissima!
    Grazie Alessandro, questi che ci lanci sono veri spunti di lavoro per noi.
    Grazie tante Amico!!!

    Perdono! purtroppo sono “dura” a capire che se scrivo tra le virgolette non compare niente!

  2. marinella baiardi ha detto:

    Caro Alessandro,
    questa degli alibi è la scusa più frequentemente utilizzata da tutti noi. Non solo dagli alunni, che cercano di difendersi in questo modo, ma soprattuto dagli adulti, che cercano di non farsi mai domande vere. Ancora una volta hai colpito nel segno…
    Marinella

  3. francesca poy ha detto:

    Vero educatore!

  4. Afavordialibi ha detto:

    Gli alibi servono,createveli,aiutano!
    Ti accompagnano tutte le mattine e ti fanno dire davanti allo specchio”come sono brava,buona e bella” e magari lo sei,ma non per questo,sei nel giusto.Con gli alibi non affondi,non sono certo le lussuose imbarcazioni di Porto Cervo ma un canotto temporaneo è meglio di niente.Con gli alibi puoi ballare,se ne hai voglia,perchè sono gli unici che forniscono quella forma di allegria superficiale che dura un momento, ma forse serve proprio in quel momento li!
    Gli alibi sono come lo shopping,perchè tanto paga la carta,non ci pensi che quella carta è la tua.
    Gli alibi sono i tuoi peggior nemici ma si infiltrano come fossero fratelli e gli tendi la mano,perchè un fratello quando mai ti lascia.Rappresentano la più grande risorsa che ha un essere umano a disposizione per poter crescere,perchè,nel momento della massima unione fraterna,boom,qualcuno o qualcosa li fa fuori.E’ come tirare via dal petto una spada,come estirpare un cancro,tu sarai nuova e loro non ti mancheranno,ma “a quella di prima”sono serviti a svoltare!

  5. jasmine ha detto:

    salve, ehm io non so se mi risponderà comunque volevo farle una domanda.
    bè io ho letto il suo libro e ne sono rimasta davvero colpita e spesso mi ritrovo a rileggerlo, per darmi forza, per sentirmi capita, per emozionarmi.. trovo ogni riga maledettamente vera e straordinariamente bella. per questo la volevo ringraziare, perchè è riuscito a farmi commuovere.
    però le volevo chiedere una cosa; lei è un prof e credo che nessuno meglio di un professore mi possa rispondere.
    io faccio davvero fatica a studiare.
    voglio dire non vado male a scuola, il mio problema è che non riesco ad appassionarmi.
    non riesco a provare gioia o piacere nello studio e questo mi da fastidio, è una cosa che non sopporto.
    non riesco a trovare un perchè, una ragione vera per la quale devo studiare. a me non basta imparare per l’interrogazione, io voglio imparare per me, ma non riesco ad appassionarmi, a trovare quel qualcosa in più.

    non so se mi sono spiegata..
    comunque grazie, davvero. il suo libro mi ha aiutata molto.
    ah e io mi chiamo jasmine e frequento il 3° anno di liceo scientifico.

    • Andrea ha detto:

      Non esiste una risposta corta a questa domanda. Ti posso solo dire da studente di 22 anni quale sono (quindi prendimi per quello che posso valere) che il libro di Alessandro è come la matematica, l’italiano, la storia che hai da fare tutti i giorni. Forse in modo meno evidente, ma così. Perchè la radice è la stessa. Il libro di Alessandro ha messo in luce ciò che tu sei, ciò di cui hai bisogno; lo studio ha questa stesso possibilità, basta interrogarlo nel modo giusto e mi sembra che la tua posizione sia il primo passo enormemente interessante (e assolutamente non scontato). Continua a scontrarti con quella domanda e corri dietro a chi ti sembra abbia questo gusto che tu desideri. Il tuo cuore troverà la risposta prima che tu te ne possa accorgere. E’ tutto fatto per noi un pò come l’innamoramento di Leo per Beatrice anche se non l’ha potuta “avere” (Ma ha vissuto l’amicizia con lei più di chiunque altro).
      In bocca al lupo.
      PS: L’ordine e la complessità che ciò che studio dimsotra sempre più è pazzesco, e consocere questo ordine è quello che mi mette gusto per la chimica, la fisica, la patologia etc…Siamo fatti per questo.

  6. Ele ha detto:

    E questo è proprio un gran segno.
    Sono stata chiamata a giocare a Rovereto, un torneo in cui si incontrano le 20 squadre di pallavolo migliori d’Italia. Devo rinunciare ad andare a Barcellona con Gs. Non sapevo che fare.
    In ogni caso dovevo fare un sacrificio.
    Ma come dice il Don Giussani devo farlo se ne vale la pena. Non pensavo di trovare Velasco qui.
    Andrò a Rovereto con la coscienza di ciò che dice e di cercare Gesù anche in quel torneo lì avendo in mente i miei amici a Barcellona.
    Grazie.

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