27 gennaio 2012

Alla memoria non basta una giornata

La memoria è la presenza del passato. L’attesa è la presenza del futuro. L’attenzione è la presenza del presente.

Chi non ha memoria ha un presente dimezzato. Lo stesso vale per chi non ha attesa. Il presente è privo di attenzione per chi non ha ricordi e per chi non attende.

Oggi si fa memoria. Ricordare è mettere di nuovo qualcosa dentro al cuore (ri + cor-cordis), scordare (ex + cor-cordis) è strappare via dal cuore.

Chi non ricorda svuota il cuore. Chi ha il cuore vuoto non ha ricordi.

Per ricordare oggi vi suggerisco la visione di questo monologo di Marco Paolini sull’origine dei campi di concentramento, il cui laboratorio furono i progetti di eliminazione dei cosiddetti “inutili” (malati, orfani, handicappati…). La gente comune non protestò. Chiuse un occhio. O forse due.

Il video è lungo, ma sono due ore ben spese. Può essere utile a qualche collega per i ragazzi.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=aqBB-Iu8AU4[/youtube]

Al riguardo vi consiglio inoltre la lettura del racconto “La Madonna Sistina” di Vasilij Grossman (autore di Vita e destino) contenuto nel libro Il bene sia con voi!

Ne ho trovato una traduzione (per vostra comodità) in questa pagina web.

Il video e il racconto sono due esempi di cosa la parola può fare per aiutarci a “ricordare”.

“Continuiamo a credere che vita e libertà siano una cosa sola, e che non ci sia nulla di più sublime di ciò che è umano nell’uomo.

Che vivrà in eterno, e vincerà”

V.Grossman, Il bene sia con voi, p. 51

10 risposte a “Alla memoria non basta una giornata”

  1. Sheila ha detto:

    Grazie per averci indicato quel video, me lo guarderò oggi stesso. E grazie anche per la lettura che ci hai consigliato. Da piccolina ho scoperto il mio interesse per le letture che riguardano quel periodo della storia; le biografie, i racconti, le memorie e i ricordi di quelle persone mi hanno sempre toccato il cuore e invitato a riflettere, cose che un semplice manuale di storia non sarà mai in grado di poterlo fare perchè trascurano la cosa più importante che sono gli aspetti umani, quello che hanno sentito, provato e visto le persone che erano lì.
    In questi giorni leggerò il libro di Etty Hillesum “Diario” (1941-1943). Sono sicura che mi emozionerà molto.
    Non so se avevi già letto anche quei due libri, in ogni caso te li suggerisco:
    “La moglie dell’ufficiale nazista” di Edith Hahn Beer
    “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman

  2. Giovanni ha detto:

    Grazie Alessandro per quello che scrivi sulla memoria, e per tutti i bellissimi spunti che proponi.
    Ricordo ancora molto bene il giorno in cui anch’io, da visitatore, ho oltrepassato l’irrisoria scritta in tedesco: “Arbeit macht frei” (che significa “Il lavoro rende liberi”) sita all’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz, il velo di gelo che mi si adagiava pian piano addosso.
    Come il nodo allo stomaco che mi ha stretto fino al momento dell’uscita quando pensavo a quanti uomini, donne, bambini avevano calpestato il terreno che io stesso dopo anni percorrevo.
    E intanto cercavo di immaginare, attraverso le fotografie e la documentazione che trovavo, i volti, i pensieri, le emozioni di tutte queste persone, ma era troppo, troppo devastante.
    Ricordavo il libro scritto da Primo Levi: “Se questo è un uomo” e questa è stata la domanda che mi ha accompagnato: Questo è un uomo? (Pensando a carcerieri e carcerati!)
    Nell’articolo scrivi questa splendida frase: Ricordare è mettere di nuovo qualcosa dentro al cuore …
    E nel mio cuore quella visita ha lasciato un segno indelebile.

  3. Lorenza ha detto:

    ai ragazzi si dice sempre che sono il futuro… l’Italia di domani… ma io penso:
    “Guarda più lontano, guarda più in alto, guarda più avanti e vedrai una via. ma sappi anche voltarti indietro per guardare il cammino percorso da altri che ti hanno preceduto, essi sono in marcia con noi sulla strada.”
    OCCORRE FARE MEMORIA PER ANIMARE IL PRESENTE E COSTRUIRE IL FUTURO!
    Grazie a te. prof, che ci provi 😉

  4. maria ha detto:

    Il presente del passato è la memoria, il presente del presente è l’intuito, il presente del futuro è l’attesa. Sant’Agostino, Le confessioni

  5. Clotilde Troise ha detto:

    Quando non siamo più in grado di cambiare una situazione, siamo chiamati a cambiare noi stessi.
    Viktor Frankl.

  6. Federica Margherita Corpina ha detto:

    L’articolo contiene un pensiero profondo e pieno di verità che ci invitano a ricordare sempre cose brutte o belle. Secondo me sono anche i ricordi gli ingredienti dei sentimenti, sono questi che suscitano in noi felicità, dolore, commozione etc… Approvo e condivido le idee di questo fantastico professore, lo ammiro. Io ho quasi l’età di Margherita(cose che nessuno sa)e non ho la più pallida idea di dove andare… Vorrei diventare una brava professoressa come Alessandro D’Avenia e desidererei un consiglio da una persona capace e comprensiva come lui. Sei fantastico prof!(Ho scritto prof perchè nel suo ultimo libro al professore non piaceva essere chiamito in tale modo =*)

  7. Monica ha detto:

    “Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l’oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato.”(Elie Wiesel)

    Il vero dramma è proprio che “la gente comune non protestò”, il terreno fertile su cui ogni abominio cresce rigoglioso è l’abitudine, l’indifferenza.
    E ancora più amara è la constatazione che, mentre condanniamo aspramente i comportamenti immorali o disumani, se ci fossimo noi al posto di comando forse faremmo lo stesso…

  8. marco ha detto:

    Impressionante il video,l’ho visto tempo fa’! In gamba paolini! Sono stato ad Auschwitz l’anno scorso,un luogo davvero scioccante..per le storie raccontate dalla guida(molto brava tra l’altro)e molto appassionata,trasmetteva la sofferenza di quel luogo…ho provato tanta tenerezza impastata con il dolore..C’e’ una scritta su una lastra di marmo di un filosofo americano che dice : “chi dimentica la storia e’ destinato a riviverla”.

  9. Isa ha detto:

    Oggi ho finalmente trovato il tempo per guardarlo senza interruzioni e per fare mia, per quanto possibile, questa agghiacciante pagina di storia. Vorrei provare a esprimere quello che provo, ma proprio non trovo le parole, e forse è meglio così…
    Ma grazie di cuore per aver condiviso con noi questo video.

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