27 gennaio 2013

L’Italia sta bene, lo Stato è morto

technlogy   (Tim Hetherington)

     È democratico un Paese che non consente alle famiglie di mandare i figli nella scuola che vogliono? Non parlo di privata, ma di pubblica. E se sono i figli stessi a voler frequentare un certo tipo di liceo? Che cosa si sentiranno rispondere: è un problema di numeri. Non ci sono i soldi. Quando basterebbe tagliare anche solo qualche spesa della nostra politica folle ed esosa per garantire gli stipendi, ridicoli ed esigui, di insegnanti che farebbero quel lavoro più che volentieri, tanto più se si tratta di famiglie agguerrite e di figli che vogliono frequentare quel corso. Non sto parlando dell’Italia risorgimentale, ma di quella di oggi. Mi è giunta qualche giorno fa questa lettera:

Buonasera e scusi se disturbo, mi chiamo Marisa, mamma di una ragazzina determinata, di 13 anni che VUOLE STUDIARE al liceo Classico. La nostra è una realtà di provincia, in una bellissima zona del lago di Garda, dove, come in tutta Italia ormai, si pensa a cosa farai e non a chi sarai…e in questo scenario i tagli alla spesa per l’istruzione non aiutano. Il corso del Liceo Classico all’istituto Fermi di Salò ha già subito degli arresti, due anni mancati negli ultimi 5, perché il numero di iscritti è di 15/17 unità. Quest’anno sarebbe l’ultima occasione per un bacino di utenza come l’Alto Garda e la Valle Sabbia di avere a disposizione l’indirizzo a condizioni umane (entro un’ora di autobus). Lo scorso anno, gli accaniti genitori dei ragazzi che avevano fatto questa scelta “atipica” a quanto pare, si sono battuti mettendo in campo ogni risorsa disponibile. Dall’interessamento delle amministrazioni locali, al tasto “comuni disagiati”, a colloqui con i responsabili del Provveditorato agli studi di Brescia e con l’assessore Provinciale, a numerosi articoli sui giornali locali. Purtroppo nessun esito. E il corso non è partito, con il risultato che alcuni hanno cambiato indirizzo di studio, qualcun altro ha cambiato sede, una ragazzina dorme in un convitto dalle suore pur di frequentare (la distanza da casa non permette di rientrare a sera). E se non parte il corso quest’anno, non potrà più essere proposto. È la fine… Sono 16 ad oggi i nominativi raccolti di irriducibili (stregati dalla fantastica professoressa di latino e greco). Ma la speranza viene meno. Non so neppure io perché le scrivo, ma negli ultimi giorni ho parlato con assessori, dirigenti, insegnanti… e non vedo una via di uscita: si impone il numero minimo, senza quello il corso non parte.
Grazie, se è arrivato fin qui e mi ha letto, grazie. Se ha un consiglio, un’idea, uno spunto, grazie a nome di tutti i ragazzi.

Quello che posso fare è pubblicare questa lettera e riempirmi il fegato di bile.
Abbiamo un impressionante apparato burocratico nella Scuola, un apparato che produce spesso carta inutile e complicatissime normative, corsi di cucina e di taglio e cucito. Si stanziano fondi per progetti di amici e parenti. E non si riesce a sostenere delle famiglie che vogliono iscrivere i loro figli al classico?
Non sappiamo più cosa sia il bene comune, non sappiamo più cosa sia la famiglia, non sappiamo più cosa sia la cultura. Diciamo chiaro a una ragazzina di 13 anni che voleva fare il classico che non è possibile, perché erano solo in 16. Poi però nascondiamole i giornali e impediamole di connettersi a Internet. Che non venga a sapere dove sono finiti i soldi che i suoi genitori hanno pagato in tasse (magari quei genitori erano pure disposti ad autotassarsi per garantire il corso ai figli, a fronte magari di qualche sgravio sull’F24). Potrebbe scoprire che non ha potuto frequentare la scuola che voleva perché qualcuno se l’è mangiata al ristorante.
L’Italia sta bene, ma lo Stato è morto.

Avvenire, 27 gennaio 2013

ps. Oggi è la giornata della Memoria. Consiglio a tutti la visione di questo spettacolo di Marco Paolini. Sono due ore ben spese. Fidatevi.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=AWqAFR4iu3U[/youtube]

16 risposte a “L’Italia sta bene, lo Stato è morto”

  1. Monica ha detto:

    Caro Alessandro, condivido la tua indignazione, il nostro è uno Stato che non investe sulla cultura.In questa prospettiva, non ha senso neppure che poi questo stesso stato celebri la giornata della memoria…

    Ottimo lo spettacolo di Paolini, lo avevo fatto vedere anche a scuola!

  2. maria rita ha detto:

    La settimana scorsa in sala insegnanti ho dato in escandescenza per una ragione opposta a quella presentata nella lettera della sig.ra Marisa, ma analoga per l’assurdità della situazione: troppe richieste di iscrizioni al liceo linguistico e delle scienze umane e quindi i genitori che iscrivono i figli devono presentare le pagelle del primo quadrimestre con i voti dei ragazzi. Se ciò può far pensare al desiderio di valorizzare il merito, in realtà riflettiamo su come vengono svolti programmi e sulla valutazione che ogni scuola adatta alle situazioni in cui opera. Conclusione: un otto non è uguale ad un altro se cambia la scuola e l’insegnante, e un sei potrebbe essere molto probabilmente un 6,75 o un 5,50… “Non ci sono gli spazi, quindi deve optare per un’altra scelta”: questa è la risposta che un anno fa gli alunni si erano sentiti dare; poi tutto venne risolto utilizzando spazi in altra scuola meno ambita e confinante, ma quest’anno siamo al punto di partenza. E per fortuna che la scuola statale è la scuola di tutti!
    Ma chiedere i voti del primo quadrimestre mi sembra davvero troppo! I ragazzi in questo periodo della loro vita possono avere fasi di calo scolastico, problematiche varie che condizionano i risultati, dubbi e perplessità su cosa davvero desiderano fare e quando finalmente credono di aver trovato il proprio sogno ecco che un voto più basso impedisce loro di mettersi alla prova. Assurdo!
    Io dico loro che comunque devono darsi da fare, studiare, avere buoni voti per evitare l’esclusione dalla scuola che vogliono frequentare (sembra che anche classico e scientifico stiano chiedendo le pagelle), ma non concepisco che una scuola si dia il criterio dei voti per permettere o meno la frequenza ad un ragazzino che in pochi mesi può davvero far maturare più consapevolezza, impegno, motivazione e quindi risultati. Mi sembra che si vada sempre più contro le persone e che si voglia creare una cultura basata su gente perfetta (“i migliori”)senza tener conto del desiderio di migliorare e di realizzare ciò per cui si è nati. Sbaglio? Forse è giunto il momento che io vada in pensione? Ah, dimenticavo, anche volendo, dopo più di tren’anni di insegnamento sono ancora “troppo giovane” !!!
    Buon lavoro, Alessandro, e grazie per gli stimoli culturali e le riflessioni che ci regali!

  3. Cristina Z. ha detto:

    Leggevo e, al netto della rabbia, rimane solo una domanda: “Cosa ci ha portato a questo?”
    Forse la crisi ha solo messo a nudo problemi antichi prima mascherati da una situazione economica più favorevole.
    È ormai da lungo tempo che questo paese ha ridotto la scuola ad un campo di battaglia politica: a tutto si pensa, meno che al presente ed al futuro dei ragazzi; tutto si fa, meno che mettere in condizione gli insegnanti di svolgere il loro ruolo.
    Il dibattito culturale è ormai finta schermaglia ideologica.
    Il messaggio che passa è un “si salvi chi può” lanciato da chi, invece di sentire il peso e la responsabilità del ruolo occupato, pensa a sistemare se stesso, amici e parenti.
    Abbiamo rincorso per anni paesi con più materie prime di noi, con un costo del lavoro più basso di noi, con più flessibilità di noi, con regole più semplici delle nostre… e ci siamo dimenticati delle risorse più importanti che abbiamo!
    Abbiamo un patrimonio culturale immenso e facciamo di tutto per renderlo inaccessibile.
    Mortifichiamo in ogni modo possibile chiunque cerchi la bellezza, in nome di un’utilità ormai inutile.
    Ci sono paesi che, partendo da un singolo quadro ritrovato in un luogo sperduto, istituiscono musei, li pubblicizzano ed attirano visitatori da tutto il mondo.
    Se noi facessimo altrettanto, risolveremmo in un sol colpo il problema del PIL e della disoccupazione.
    Ma fare questo presuppone avere amore per le cose belle e capacità e desiderio di insegnarlo alle nuove generazioni.
    Richiede senso di responsabilità e interesse per gli altri.

  4. Violetta ha detto:

    Caro Alessandro,
    Io mi chiamo Violetta e sono una di quei 16 ragazzini lasciati senza una vera scelta.
    Mi sarebbe piaciuto moltissimo frequentare il liceo classico a salò… era il sogno che mi avrebbe colorato la vita.
    Ma non è stato possibile a mio spiacere.
    Nessuno ci ha ascoltato.
    Molti miei “compagni” hanno cambiato scuola, alcuni hanno scelto altri licei,altri sono passati ad’ una scuola tecnica.
    devo dire che io ho sofferto moltissimo quei mesi dopo la notizia della classe negataci.
    Ma non per questo ho abbandonato i miei sogni…
    Mi sono iscritta al liceo classico di Brescia e ogni mattina mi alzo molto presto con la consapevolezza di esser riuscita a non lasciare ciò che veramente volevo.
    Ogni giorno faccio 4 ore di autobus (due all’andata e altre due di ritorno).
    Può sembrar faticoso,ma ho capito che questo è ciò che voglio, e non mi lascerò fare crollare!

    • Giuliana ha detto:

      Brava!!

    • Giuliana ha detto:

      Credo che in tutto questo l’atteggiamento di Violetta sia quello giusto: inutile e dannoso, a bile, fegato e cuore! Invece di lamentarsi si rimbocca le maniche e anticipa la sveglia la mattina! Brava Violetta, questa é una lezione per tutti noi che sprechiamo fiato,energie,tempo e salute!

      Invece che soffrire e far la vittima e puntare il dito, hai trovato una soluzione che ti rende onore e che certamente ti rende forte e motivata, invece che piagnucolare e indignarci per tutto come facciamo la maggior parte di noi italiani che ci arrendiamo invece che trovar soluzioni!

    • Giuliana ha detto:

      Inutile e dannoso lamentarsi e adirarsi!

    • Giuliana ha detto:

      Lo Stato è morto davvero?
      Questa affermazione non rende merito a coloro che anche in Italia come ovunque silenziosamente lavorano e combattono -pacificamente e senza gloria ma solo ostacoli credo- per una società migliore, nella politica come nella pubblica amministrazione in generale. Mi dispiace che con questo titolo così catastrofico venga come cancellato lo sforzo di quei pochi- è vero son pochi, ma vi assicuro ce ne sono e hanno bisogno del nostro supporto e di tutti i nostri voti, oltre che della nostra stima e incoraggiamento! – pochi e forse non chiassosi, persone che scelgono di entrare in politica perché davvero credono che, per quanto difficile o impossibile a volte, possiamo davvero tutti impegnarci per essere il cambiamento che vorremmo vedere!
      Non facciamoci scoraggiare dai ciarlatani e invece informiamoci bene, cerchiamo di capire chi davvero lavora per il bene comune e supportiamoli!
      L’Italia sta bene? Cosa stiamo facendo noi italiani per il bene comune? Forse è tempo di guardarci nel segreto della nostra coscienza; guardiamoci allo specchio e chiediamoci: ‘Come stai con la tua coscienza oggi?’ Male, grazie!

  5. Patrizia , Acireale ha detto:

    Rabbia, indignazione e fra poche settimane dovremmo andare a votare… VOTARE? VUOTARE! Vuotiamo la povera Italia nostra da certa gente, ce la faremo? In ogni ordine e grado di scuola quello che va per la maggiore è bailar brasiliano (sto parlando di scuola primaria…bambine truccate e ammiccanti:che pena!)Ci vorrebbe una rivolta di tutti gli spiriti liberi, ma, mi domando, ci è rimasta un po’ di libertà in questo stato di comatosa democrazia?Siamo all’imbrunire di questa nostra povera repubblica? In questa fredda domenica di gennaio è proprio difficile pensare positivo.

  6. Federica ha detto:

    Caro Alessandro,
    sono una studentessa del Liceo in questione e frequento FORTUNATAMENTE la V Ginnasio.
    Ad oggi non esistono né la prima Classico, né la quarta Ginnasio appunto perché, anche in passato, si erano verificati gli stessi identici problemi che anche quest’anno, ahimè, si stanno ripresentando.
    La professoressa di latino e greco che la Sig.ra Marisa ha citato nella sua lettera, è la mia professoressa,
    ed ogni giorno in classe, davvero ci “strega” con la sua passione e noi studenti siamo orgogliosi di poter ricevere in eredità tutto il suo sapere.
    Stiamo cercando con tutte le nostre forze,assieme alla nostra mitica prof, di far sì che il corso del Classico possa ripartire.
    Sarebbe un vero peccato disperdere in questo modo un potenziale così prezioso!
    Spero vivamente che le istituzioni intervengano e che si rendano conto che LA CULTURA NON HA PREZZO.

    Ti aspettiamo a braccia aperte al nostro Liceo E.Fermi, così ci potremo vedere di persona e conoscerai la mia appassionata prof!

    Un abbraccio
    Federica <3

    • Giuliana ha detto:

      Certe cose si possono denunciare alla Corte Europea, noi italiani non siamo abituati a far valere i nostri diritti chiamando in causa responsabili e cattivi amministratori e politici. Bisogna lamentarsi per iscritto e alle persone competenti, e se loro non si muovono è già capitato che qualcuno abbia fatto presente la situazione e siano stati risarciti grazie a una lettera alle persone competenti a Bruxelles!

  7. Federico ha detto:

    Io sono uno studente qualsiasi, quindi mi si può immaginare un po’annoiato, piuttosto pigro e con una media di voti che rasenta il 7; non sono un genio e nemmeno una mente assai brillante, che fulmina i problemi di matematica o traduce a prima vista Demostene. Ma, nonostante ciò, anche io mi accorgo dei mali portati da una politica mal gestita e che genera sempre più disagi; una politica che, al posto di curare le vite dei cittadini, si mette quello che può in tasca e, dopo, mette delle pezze qua e là, dove si è quasi precipitati nel baratro. Io sono stufo di sentire in televisione e vedere sui giornali grossi discorsi su crisi e compagnia: BISOGNA INVESTIRE NELLA SCUOLA E NELLA CULTURA. La prima è l’assicurazione di un futuro roseo, perché si costruisce una futura classe dirigente che è competente; la seconda -mi pare evidente- è il cuore dell’italia, è l’anima della sua storia e del suo carisma. Potrebbe fruttare una fortuna enorme se si riscoprisse la cultura come hanno già fatto altri paesi.
    Ma in un paese dove questi due aspetti sono completamente accantonati, non so cosa fare se non chiedermi che razza di futuro avrò, dire una preghierina, e cercare di stare più attento in classe…

  8. Francesco ha detto:

    Confermo che lo spettacolo di Paolini è interessante. Consiglo anche la lettura del libro.

  9. Giovanni Telesca ha detto:

    Nello scientifico che ho frequentato, fino allo scorso anno, abbiamo vissuto un forte incremento di iscrizioni negli ultimi tre anni, a decidere chi poteva frequentare e chi no uno scellerato sorteggio e chi non veniva pescato doveva esprimere una seconda scelta. Il primo anno che ci fu questo sovrannumero addirittura i ragazzi “in avanzo” furono iscritti d’ufficio a un altro liceo che aveva avuto 25 iscrizioni a fronte di 4 sezioni attive! Non è la stessa storia di questa povera ragazzina che ha tutta la mia solidarietà, ma volevo condividere quanta malascuola esiste! Oggi andrebbe pensato un nuovo modello scolastico in cui i ragazzi possano personalizzare il loro curriculum senza dover per forza cambiare istituto!

  10. Federica ha detto:

    Scusate, ho guardato lo spettacolo di Paolini. Molto toccante e significativo nella giornata della memoria.
    Un’analogia però mi viene in mente mentre Paolini parla di eugenetica, eutanasia, eliminazione di chi non è produttivo: non è che la storia, un po’ si rischia di ripetere?

  11. Caterina ha detto:

    Sto toccando con mano in queste settimane la povertà a cui questa società ha ridotto la classe sociale degli insegnanti, l’asettica burocrazia scolastica (e delle amministrazioni comunali!) che fa costantemente sentire fuori luogo e fuori tempo l’uomo. Il paradosso dell’istruzione che sta portando a d-istruzione del buon senso e dell’umanità più spicciola. Nelle scuole materne statali della mia città, ai bambini che non hanno possibilità di pagare la retta della mensa scolastica, è negata anche la merenda del mattino. E gli e’ negata la dignità di portarsi un frutto da casa perche’ il regolamento comunale non lo permette. Però lasciare un bambino di 3 anni senza merenda è permesso e passa addirittura che è per il suo bene. Dobbiamo cambiare necessariamente le cose perchè si è perso definitivamente il senso di ogni società civile e il passo successivo è il vagare con la lanterna accesa di giorno a “cercare l’uomo”, alla maniera di Diogene.

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