9 aprile 2022

Fanciulli non in fiore

Articolo apparso sul settimanale Sette del Corriere della Sera – 8 aprile 2022.

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4 risposte a “Fanciulli non in fiore”

  1. Isabella ha detto:

    BOCCIARE O SBOCCIARE?
    Nella nostra società, i ragazzi soffrono per la mancanza di punti di riferimento. È la società senza padri, come disse qualche psicologo. Mancano esempi costruttivi positivi e propositivi e quelli negativi si spacciano per eroi vincenti. Gli adulti, spesso, se la prendono con i giovani perché non rispettano l’autorità, ma gli adulti la rispettano? Gli adolescenti sono lo specchio del mondo adulto e della società. Alla scuola si chiede di preparare futuri lavoratori abdicando alla funzione educativa e formativa. I ragazzi non dovrebbero bocciare, ma sbocciare non solo prepararli ad una carriera lavorativa incerta. Li si boccia perché non sono riusciti a sbocciare e li si punisce quando spesso la responsabilità è sociale, circostanze avverse, esempi distruttivi, solitudine. Non sono per forza contraria alla bocciatura, ma sono contraria alla bocciatura come punizione. Dal mio punto di vista, la bocciatura deve servire agli alunni che hanno bisogno di più tempo per sbocciare, non solo per acquisire competenze. Solo sbocciando questi ragazzi potrebbero trovare la stenia per affrontare il deserto umano e spirituale di questo tempo. Penso proprio che sia questa la missione della scuola : promuovere la vita, far sbocciare la vita, non bocciarla!

  2. Salvan Federica ha detto:

    E’ lo spechhio di una situazione di emergenza educativa persitente che comprende metodo educativo come proposta educativa.

    Tale tema è affrontato con in una serie di incontri, di cui lei saprà, su Don Giussani nel Centenario, a Milano, che riservò la attenzione oculata all’educazione. Quanto colse la importanza che si introducesse alla realtà in modo totale con autonomia critica grazie all MAESTRO AUTOREVOLE.

    LA RINGRAZIO PER QUESTA SFIDA EDUCATIVA CHE SEMPRE, ACCOGLIE E DIFFONDE PER SOLLECITARE LA COSCIENZA.

    FEDERICA SALVAN, fILOSOFA, RICERCATRICE universitaria, insegnante, NEL DESIDERIO DEL SAPERE E CON SGUARDO RIVOLTO AL TRASCENDENTE, CONCRETO, TRA NOI, IN MISERICORDIA 24 Aprile, giorno dedicato.

  3. Raffaella Notaroberto ha detto:

    Chi semina, raccoglie. Ma cosa si semina? E soprattutto Chi semina? L’Ego sociale o il Se’ spirituale?
    A mio avviso, è stata accantonata per troppo TEMPO il ruolo di Dio, del Creaotore. Non parlo del Dio delle religioni, quello è il Dio creato dagli esseri umani egoici. Mi riferisco al Dio Creatore Vero, a quella intelligenza spirituale da troppo dimenticata. Va invece coltivata, riproposta, respirata.
    L’Ego distrugge perché gira su se stesso, è chiuso.
    Il Se’ spirituale Crea perché è aperto, accogliente e generativo di Vita Eterna che significa la Vita Qui Reale eternamente Viva.
    Vieni Signore Gesù, ecco questo è diventato il mio mantra di Vita.

  4. candida mente ha detto:

    A 25 anni sono anche io vittima di quel “soffio di Thanatos” di cui parli nell’articolo. Il nichilismo è una vocina malvagia che si insinua nell’orecchio, in un momento qualsiasi della giornata e ti sussurra: “Che vivi a fare? Perché ti attacchi così tanto alla vita, perché ti arrabatti per realizzare i tuoi progetti? Non serve a niente, sei fatta solo per la morte”. Il nichilismo è nell’aria, è frutto della narrazione che tutti – dai media agli scienziati – fanno della vita. Io ho intrapreso la strada dell’insegnamento. Dalla cattedra ho visto quanta fragilità e richiesta di senso si nasconde dentro agli occhi di questi ragazzi.. e la cosa peggiore è che io, a questa richiesta di senso, non so proprio come rispondere, perché in balìa delle loro stesse domande e della loro stessa angoscia.

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